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Stanotte
sono stati diffusi in Cina gli indici PMI manifatturieri e di servizi.
Erano molto attesi, dopo la gravissima crisi da coronavirus, con il
fermo totale della provincia considerata la “Detroit cinese”, dove è
concentrata l’industria automobilistica.
Vi
è stato un notevole balzo. Alcuni dati: l’indice manifatturiero è
passato da 35,7 di febbraio a 52 di marzo. L’indice dei servizi è
balzato invece dal minimo di 29,6 di febbraio a 52,3 di marzo.
Ricordiamo
che la soglia di punti 50 indica recessione o rilancio. In questo caso
vi è stato un notevole recupero, davvero impressionante. L’indice delle
esportazioni è passato da 28,7 di febbraio a 48,2 di marzo; mentre
l’importantissimo indice di importazione, cioè quanto la Cina richiede
al mercato mondiale, è passato da 31, 9 di febbraio a 48,4 di marzo.
L’
Istituto di statistica cinese ci tiene a sottolineare che è ancora
presto per cantare vittoria, ma sicuramente i prossimi stimoli fiscali
in via di definizione tenderanno a confermare il dato.
La
riconversione manifatturiera avvenuta in Cina a gennaio ha portato ad
un boom di produzione di ventilatori polmonari, mascherine, materiale
sanitario, che stanno rifornendo il mondo intero.
Lo stesso New York Times
ieri riferiva che 52 aerei erano atterrati a New York per portare
materiale sanitario agli americani; notizia ribadita ieri sera anche dal
sito Milano Finanza.
Secondo
molte stime, gli Usa hanno bisogno di 3,5 miliardi di mascherine e la
domanda è talmente alta che le stesse fabbriche tessili italiane stanno
lavorando a pieno ritmo, riconvertendosi su questo tipo di articoli.
Molti
sono normali acquisti, ma si ha notizia di imprenditori cinesi che
stanno donando agli americani milioni di mascherine e materiale
sanitario; tra questi Jack Ma, fondatore e a.d. di Alibaba.
Dunque,
il colloquio avvenuto tre giorni fa tra Trump e Xi Jinping sta portando
i primi frutti alla sanità americana. E’ un evento epocale, un tornante
della storia, ma già a gennaio si era capito della situazione di
tregua-intesa tra Usa e Cina, con l’accordo commerciale.
A
organizzare il tutto il marito di Invanka Trump, figlia prediletta del
Presidente, che ieri ha postato la notizia. Kushner, molto legato agli
ambienti di Wall Street, dice chiaramente che la piazza finanziaria
americana vuole un’intesa a largo raggio con la Cina.
Ciò
si ripercuoterà sull’Unione Europea, in particolare sul nostro Paese,
nodo strategico delle relazioni internazionali, essendo al centro del
Mediterraneo.
L’Italia diventa potenziale ponte, pivot tra superpotenze.
Corteggiata da Usa, Russia e Cina e malvista in ambienti comunitari, può e deve dotarsi di una strategia di exit. Ora o mai più.
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