Di cittadinanza “potenziato”, di emergenza, di quarantena. La declinazione lessicale è multipla, l’obiettivo lo stesso. Almeno per due terzi dell’esecutivo. Pd, Movimento Cinque Stelle e Leu convergono sulla necessità di fornire un reddito alle famiglie in difficoltà attraverso il prossimo decreto Cura Italia, la seconda tranche da almeno 25 miliardi di euro che il governo sta preparando per rispondere all’emergenza coronavirus. Il “rischio” , spiegato nei dettagli dal ministro del Sud Peppe Provenzano in un’intervista a Repubblica, è che le “preoccupazioni” dei cittadini diventino “rabbia e odio” nelle aree “fragili”. Per questo “il bilancio pubblico” deve prendersi cura di tutto il “tessuto sociale” e “lo deve fare adesso” con “misure universali e immediate di sostegno”. Tradotto: garantire la tenuta democratica del Paese, gestendo le sacche di povertà, anche estendo il reddito di cittadinanza. E infatti durante la videoconferenza del segretario Pd Nicola Zingaretti con i ministri dem, il titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, ha spiegato che nel prossimo decreto di aprile l’esecutivo ha come obiettivo l’immissione di liquidità immediata e il potenziamento delle misure di sussistenza per fare fronte ad una situazione di indigenza di numerose famiglie italiane.
Sì dei due vice del Tesoro – Una proposta che trova d’accordo anche i vice-ministri dell’Economia. “Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha”, dice la pentastellata Laura Castelli a La Stampa. Da Vito Crimi a Francesco D’Uva sono diverse le voci del Movimento che chiedono di irrobustire i fondi destinati al reddito. Mentre il dem Roberto Misiani, annunciando che i miliardi saranno più dei 25 stanziati a marzo, spiega che “stiamo ragionando anche sul potenziamento in via transitoria del reddito di cittadinanza per ricomprendere casistiche non coperte dagli ammortizzatori tradizionali”, compreso il lavoro nero. Una tesi che trova d’accordo diversi pezzi del Partito Democratico, con il vice-presidente dei senatori dem Franco Mirabelli che chiede anche più fondi per garantire il pagamento dell’affitto da parte di chi perderà il lavoro.
Via libera di Leu, no di Italia Viva – Via libera anche da Leu: “Pieno sostegno all’ipotesi di estendere il reddito di cittadinanza. C’è bisogno che diventi un reddito di dignità, universale, senza alcune delle condizioni attualmente previste”, dice il senatore Francesco Laforgia avanzando anche l’ipotesi una “patrimoniale sulle grandi ricchezze per finanziare sanità e scuola pubblica”. Di traverso, in maniera compatta, si mette invece Italia Viva. Lo fa alla luce del sole con il suo leader, Matteo Renzi. Nell’intervista ad Avvenire nella quale chiede di riaprire le fabbriche prima di Pasqua, l’ex premier sbarra la strada a un sussidio allargato fino al termine dell’emergenza: “Non funziona, non garantisce la ripartenza”. E fonti dello stesso partito annunciano: “Un enorme reddito di cittadinanza perenne? Non ci stiamo”.
Gli 007: “Rischi rivolte al Sud” – Eppure le immagini dei supermercati assaltati in Sicilia, nonché i video di scene di tensione a Bari di fronte ad alcune filiali bancarie perché c’è chi non ha più soldi per fare la spesa, non agitano solo il governo. La tesi di Provenzano è di fatto sposata anche dai rapporti dell’intelligence che avvertono: “C’è il rischio di rivolte nel Mezzogiorno”. E anche il Papa, nella preghiera del sabato a Santa Marta, si dice preoccupato per la “gente che non può lavorare, perché non aveva un lavoro fisso” e avverte: “Si ricominciano a vedere persone che hanno fame”. Mentre anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, chiede un “reddito di quarantena”, e l’idea è sostenuta da pezzi di Forza Italia sostengono l’idea: “Non si può più attendere. Vanno subito previsti strumenti di sostegno immediato a favore delle tante famiglie che non riescono più a mettere insieme il pranzo con la cena”, scrivono 17 parlamentari azzurri eletti al Sud a Giuseppe Conte.
De Luca: “Subito un programma di aiuti” – Mentre la Regione Campania fa sapere che “intende definire una piattaforma economico-sociale”, un “programma di aiuti da sottoporre da subito, entro martedì, al Governo nazionale”. Il governatore Vincenzo De Luca chiede che “alle misure rigorose prese per combattere il contagio è indispensabile aggiungere da subito misure di sostegno alle famiglie, di aiuto a singoli cittadini in difficoltà, e a quei settori su cui il prolungarsi della crisi pesa in maniera drammatica”. In alcuni casi, scrive De Luca, “si tratta davvero di garantire il pane alla povera gente”.
“Mettere soldi nelle tasche degli italiani” – Il primo a chiedere l’estensione del reddito di cittadinanza, ritenuta “indispensabile”, è Provenzano: “Con il Cura Italia abbiamo fatto molto, in pochi giorni la manovra di un anno. Ma ora dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati”, spiega a Repubblica definendola una “priorità” del decreto di aprile con il quale il governo ha intenzione di stanziare almeno altri 25 miliardi per supportare il Paese nella crisi dovuta alla pandemia di coronavirus. “Così come va assicurata liquidità al sistema delle imprese per tenerlo in vita, bisogna tenere in vita la società. Liquidità anche per le famiglie, per chi ha perso il lavoro e non ha tutele”, argomenta il titolare del dicastero per il Mezzogiorno.
“Agire subito sulle disuguaglianze” – “Bisogna agire subito, è a rischio la tenuta democratica. Il reddito di cittadinanza va esteso”, sintetizza Provenzano spiegando che “in gioco “c’è l’ossatura della democrazia” e “la polveriera sociale rimanda a una grande questione democratica”. Ovvero: “Viviamo giorni in cui per stato di necessità molte libertà sono compresse. Per ritrovarle dopo, dobbiamo affrontare le disuguaglianze anche nel momento dell’emergenza. Siamo entrati in questa crisi essendo già il Paese più diseguale d’Europa”.
Castelli: “Sì al reddito di emergenza” – Le preoccupazioni di Provenzano vengono sposate dalla vice-ministra all’Economia, Laura Castelli, che chiede un “reddito di emergenza per tutti”. In un’intervista a La Stampa, la numero due del Tesoro indica in uno “strumento facile da usare” per garantire reddito a tutti la priorità: “Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha, e senza le condizioni previste”. Su cifre e tempi, la ministra si tiene cauta: “Ne stiamo parlando, anche con l’opposizione: il prima possibile e la cifra sarà dignitosa”.
“Creare lavoro nuovo con gli investimenti” – Per il ministro del Sud, l’estensione del reddito di cittadinanza dovrebbe avvenire “rivedendo i vincoli patrimoniali”, perché “chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi”, e “rafforzando il sostegno alle famiglie numerose”. Per chi ha perso il lavoro, aggiunge, “deve essere una cifra equa rispetto alla cassa integrazione: 1000-1100 euro al mese. In tutti gli altri casi deve essere un compenso che garantisca la dignità”. Bisogna, conclude, “creare lavoro buono con gli investimenti” ma “in attesa che questo avvenga la società va accompagnata”.
Sicilia, tra controlli e occhio alla speculazione – Le scene dei supermarket in Sicilia sono eloquenti, del resto. Per questo scatteranno i presidi delle forze dell’ordine all’esterno. Non solo: su disposizione del governatore Nello Musumeci, da oggi il Nucleo operativo per la sicurezza agroalimentare del Corpo forestale della Regione Siciliana inizierà controlli a campione sui prezzi dei prodotti del settore sia nelle piattaforme della grande distribuzione sia in diversi punti vendita. “Un’operazione – spiega Musumeci – che tende a tutelare il consumatore in un momento in cui c’è stata purtroppo una ingiustificata corsa collettiva per riempire le dispense”. Con un possibile effetto collaterale: “Non vorremmo che qualcuno ne abbia approfittato per operare inammissibili rincari e vigileremo affinché ciò non accada e per colpire, eventualmente, i trasgressori”.
Il Papa: “Si comincia a vedere gente che ha fame” – Ad avvertire sulle conseguenze della pandemia è anche Papa Francesco. Durante la messa del sabato a Santa Marta, trasmessa in streaming, il pontefice ha ricordato come in alcune parti del mondo si comincia a vedere “gente che ha fame” perché “non può lavorare, non aveva un lavoro fisso, e per tante altre circostanze”. “Incominciamo già a vedere il ‘dopo’, che verrà più tardi ma comincia adesso”, è stato il monito di Bergoglio.
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