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Nicoletta
è uscita poco fa dal carcere delle Vallette per andare a scontare
l’ingiusta pena ai domiciliar per le misure introdotte con l’emergenza
Corona Virus.
Gli sono stati concessi i domiciliari con il massimo delle restrizioni possibili, compreso l’ingiusto divieto di comunicare!
Nicoletta
ci fa sapere tramite suo marito che la situazione dentro è
pesantissima, e invece che scarcerare, al contrario continuano a
tradurre in carcere persone, anche con la febbre.
E’
dimagrita molto perchè mangiare in carcere è difficile per tutte, ma è
orgogliosa delle sue compagne di detenzione che si sono sostenute a
vicenda in questo periodo e uscire da sola le crea rabbia.
Rabbia
per persone a cui hanno concesso le videochiamate al posto dei
colloqui, ma è un diritto mai esercitato dalle tante che non hanno
parenti con uno smartphone o anziani non capaci di utilizzare la
tecnologia.
Il carcere è un luogo dove la normalità non esiste per chi fa la guardia, anzi l’arroganza è l’unica vera normalità.
L’indulto e l’Amnistia sono assolutamente necessarie!
*****
Nicoletta
Dosio ha appena lasciato il carcere delle Vallette e sta tornando a
casa, dove dovrà comunque continuare a scontare agli arresti
domiciliari, la pena di un anno di reclusione comminata
nei mesi scorsi per una manifestazione No Tav del 2012. Le notizie che
ci arrivano riferiscono di condizioni estremamente restrittive, compreso
il divieto assoluto di comunicare con l’esterno (eccetto il marito e
gli avvocati); inoltre, l’uscita dal carcere è avvenuta senza alcun
rispetto delle condizioni minime di sicurezza rispetto al rischio
contagio da Coronavirus.
Il
ritorno a casa della storica militante No Tav e coordinatrice nazionale
di Potere al Popolo avviene infatti dopo che, nei giorni scorsi, un
comunicato di una organizzazione sindacale della polizia penitenziaria
aveva resa nota la positività al Covid-19 di due detenuti del carcere
torinese, e dunque il preoccupante (benché ampiamente prevedibile)
ingresso del virus in quell’ambiente, con conseguenze potenzialmente
devastanti.
Nicoletta
stessa aveva denunciato, in una delle sue ultime lettere, il silenzio e
il disinteresse generale che circonda la situazione delle carceri, tra
cronico sovraffollamento, problematiche condizioni igieniche e presenza
di tanti malati cronici tra i detenuti: situazione che potrebbe produrre
un “carcere trasformato in un grande lazzaretto, isolato da tutto e da
tutti”.
Del
resto, all’indomani dell’esplosione dell’emergenza Coronavirus, in
tutto il Paese si erano verificate rivolte dei detenuti, preoccupati dai
rischi di un possibile contagio in tali precarie condizioni; rivolte,
lo ricordiamo, represse nel sangue dalle forze dell’ordine senza che ad oggi si sia fatta alcuna chiarezza sull’accaduto.
La
battaglia per l’amnistia per i reati sociali e per indulto e misure
alternative in generale per consentire un sostanziale svuotamento delle
carceri, ora più che mai una questione della massima urgenza, deve
andare avanti e vedrà ancora il nostro giornale in prima fila. Intanto
almeno possiamo finalmente, anche se per ora solo “virtualmente”,
riabbracciare Nicoletta!
Redazione Contropiano
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