martedì 31 marzo 2020

Nicoletta Dosio è fuori dal carcere, va agli arresti domiciliari.

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Nicoletta è uscita poco fa dal carcere delle Vallette per andare a scontare l’ingiusta pena ai domiciliar per le misure introdotte con l’emergenza Corona Virus.
Gli sono stati concessi i domiciliari con il massimo delle restrizioni possibili, compreso l’ingiusto divieto di comunicare!
Nicoletta ci fa sapere tramite suo marito che la situazione dentro è pesantissima, e invece che scarcerare, al contrario continuano a tradurre in carcere persone, anche con la febbre.
E’ dimagrita molto perchè mangiare in carcere è difficile per tutte, ma è orgogliosa delle sue compagne di detenzione che si sono sostenute a vicenda in questo periodo e uscire da sola le crea rabbia.
Rabbia per persone a cui hanno concesso le videochiamate al posto dei colloqui, ma è un diritto mai esercitato dalle tante che non hanno parenti con uno smartphone o anziani non capaci di utilizzare la tecnologia.
Il carcere è un luogo dove la normalità non esiste per chi fa la guardia, anzi l’arroganza è l’unica vera normalità.
L’indulto e l’Amnistia sono assolutamente necessarie!

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Nicoletta Dosio ha appena lasciato il carcere delle Vallette e sta tornando a casa, dove dovrà comunque continuare a scontare agli arresti domiciliari, la pena di un anno di reclusione comminata nei mesi scorsi per una manifestazione No Tav del 2012. Le notizie che ci arrivano riferiscono di condizioni estremamente restrittive, compreso il divieto assoluto di comunicare con l’esterno (eccetto il marito e gli avvocati); inoltre, l’uscita dal carcere è avvenuta senza alcun rispetto delle condizioni minime di sicurezza rispetto al rischio contagio da Coronavirus.
Il ritorno a casa della storica militante No Tav e coordinatrice nazionale di Potere al Popolo avviene infatti dopo che, nei giorni scorsi, un comunicato di una organizzazione sindacale della polizia penitenziaria aveva resa nota la positività al Covid-19 di due detenuti del carcere torinese, e dunque il preoccupante (benché ampiamente prevedibile) ingresso del virus in quell’ambiente, con conseguenze potenzialmente devastanti.
Nicoletta stessa aveva denunciato, in una delle sue ultime lettere, il silenzio e il disinteresse generale che circonda la situazione delle carceri, tra cronico sovraffollamento, problematiche condizioni igieniche e presenza di tanti malati cronici tra i detenuti: situazione che potrebbe produrre un “carcere trasformato in un grande lazzaretto, isolato da tutto e da tutti”. 
Del resto, all’indomani dell’esplosione dell’emergenza Coronavirus, in tutto il Paese si erano verificate rivolte dei detenuti, preoccupati dai rischi di un possibile contagio in tali precarie condizioni; rivolte, lo ricordiamo, represse nel sangue dalle forze dell’ordine senza che ad oggi si sia fatta alcuna chiarezza sull’accaduto.
La battaglia per l’amnistia per i reati sociali e per indulto e misure alternative in generale per consentire un sostanziale svuotamento delle carceri, ora più che mai una questione della massima urgenza, deve andare avanti e vedrà ancora il nostro giornale in prima fila. Intanto almeno possiamo finalmente, anche se per ora solo “virtualmente”, riabbracciare Nicoletta!
Redazione Contropiano

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