venerdì 27 marzo 2020

La Normalità. Calabria, per la commissione antimafia era un "impresentabile": il forzista Tallini eletto presidente del Consiglio regionale.

Rinviato a giudizio per corruzione, ora guiderà l'assemblea. Forza Italia fa ancora la parte del leone nelle cariche. Tensione e divisioni nella Lega. E il primo atto politico della maggioranza è lo stop alla riforma del terzo settore.
Calabria, per la commissione antimafia era un "impresentabile": il forzista Tallini eletto presidente del Consiglio regionalePer la commissione parlamentare antimafia, il forzista Mimmo Tallini è un impresentabile. Rinviato a giudizio per corruzione, per Palazzo San Macuto non doveva neanche essere messo in lista. 
Ma a forza di voti è entrato in Consiglio regionale e da oggi è anche il presidente dell'Assemblea. 


Così hanno deciso i consiglieri calabresi che a due mesi dalle elezioni, dopo infiniti rinvii, per la prima volta si sono presentati a palazzo Campanella per avviare la macchina politica calabrese. Un ritardo solo in parte (e molto piccola) dovuto all'epidemia di Covid 19. A far slittare più di una volta il Consiglio, è stata la guerra di guerriglia tutta interna alla maggioranza che ha dilatato all'infinito i tempi di formazione della Giunta.Ci si è arrivati a forza di strappi e forzature poco più di una settimana fa, con un assetto che ha scontentato tutti i partiti, meno che Forza Italia. Tutte a bocca asciutta le liste civiche, inclusa quella di diretta espressione della governatrice Jole Santelli. 
E l'elezione di Tallini, scelto per statuto calabrese con voto segreto, non fa che confermare il trend, grazie anche - dice la matematica - al valido apporto dell'opposizione.


Alla terza votazione, a regalargli la maggioranza semplice sufficiente per essere eletto sono stati 20 consiglieri su 31, altri 4 hanno votato per Baldo Esposito, il candidato della civica di centrodestra,
Casa delle Libertà, 1 per il consigliere di Fdi, Giuseppe Neri - che dunque neanche i suoi hanno sostenuto - e 5 sono state le schede bianche. 
Ma sui banchi dell'opposizione si contano 11 consiglieri.

Traduzione, qualcuno ha giocato con un'altra squadra. E nessuno ha intenzione di ammetterlo, ovviamente. All'interno dei partiti però già è scattata la caccia. E non solo delle forze di opposizione. Anche la Lega non è per nulla contenta del risultato, o almeno non lo è per nulla l'ex commissario, "condannato" da via Bellerio a fare il segretario della Lega calabrese per tre anni, Cristian Invernizzi. Confinato nella sua Bergamo dall'epidemia di Covid 19, ha seguito in streaming i lavori del primo Consiglio. E al termine sembrava tutto fuorché contento.
Cosa abbiano fatto i suoi non lo sa dire e su più di uno non sembra aver voglia di mettere la mano sul fuoco. 

Anzi, sembra quasi certo di bruciarsele. "Se i consiglieri della Lega hanno votato Tallini si tratta di una scelta autonoma e se ne assumeranno le responsabilità di fronte ai calabresi che ci hanno votato - minaccia - Non dimentico le parole che ci ha riservato in campagna elettorale, né il suo atteggiamento chiaramente antileghista".

In realtà, più che personale, il problema sembra politico. 

Alla fine della stagione di negoziazioni per posti e incarichi, Forza Italia prende tanto, se non tutto. 
Esprime la governatrice, due assessori esterni da lei scelti e che a lei rispondono, il capitano Ultimo e l'astronoma finita su Time Sandra Savaglio, due assessori di partito, più il presidente del Consiglio. 

 "Non è un mistero che non siamo assolutamente contenti degli attuali assetti politici. Le elezioni non le ha vinte Forza Italia - mastica amaro Invernizzi - se abbiamo accettato è perché in questo periodo ci sono altre priorità e urgenze. Ma l'epidemia di Covid19 prima o poi, mi auguro, finirà e arriverà il momento di ridiscutere".Fratelli d'Italia invece sembra aver scelto la linea della non belligeranza. Forse proprio a causa degli scompensi tutti interni al partito che hanno dettato il primo atto del nuovo Consiglio: la sostituzione del consigliere regionale Domenico Creazzo, finito ai domiciliari per scambio mafioso polito-elettorale a pochi giorni dalla proclamazione, con il collega Raffaele Sainato. "Adesso decide tutto Giorgia (Meloni)" dice uno dei big del partito. E Giorgia non sembra fidarsi molto del gruppone mandato in Consiglio, se è vero che per assessore ha ripiegato sull'usato sicuro, l'ex consigliere regionale Fausto Orsomarso.

La maggioranza però si mostra compatta alla prova del primo blitz che manda in soffitta la riforma del Welfare calabrese attesa da circa 20 anni e arrivata alla fine della scorsa legislatura. In estrema sintesi, le nuove regole di riparto di finanziamenti e assegnazioni fra associazioni e cooperative. "Tutta da ridiscutere causa coronavirus" sostiene il centrodestra in un ordine del giorno, che fa eco alle parole dell'assessore forzista Gianluca Gallo, che in mattinata ha annunciato l'avvio di un confronto "con il Terzo Settore per discutere delle risorse da assegnare per l'emergenza".

Qualcuno protesta. A debita distanza causa Covid 19, fra i consiglieri c'è uno scambio che rasenta la rissa dialettica. Ma alla fine la tesi del centrodestra passa anche grazie all'astensione di parte dell'opposizione.

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