Ho scommesso tutti i
miei averi sul fatto che Conte e i suoi eroi, Pd e 5Stelle, sapranno
affrontare la vera sfida della gestione finanziaria, economica e sociale
del dopo-virus, allorquando non saranno più i tecnici della sanità e
della protezione civile a dettare l’agenda, né la responsabilità, la
professionalità e il civismo di medici e infermieri potranno salvarci.
infosannio.wordpress.com (di Massimo Cacciari Il Fatto Quotidiano)
La ragione della scommessa è semplice: se il governo non ce la farà, i
miei risparmi andranno in fumo lo stesso. Consiglierei ai due Mattei e
agli altri amici, auspicanti più o meno larvatamente il ritorno del
premier ai suoi studi giuridici, di pensarci due volte prima di segare
il ramo su cui sono appollaiati. Già ora la situazione è vicina al punto
di rottura. L’economia di un Paese, poco in forma per conto suo, non
può “restare a casa” per mesi. Gli aiuti decisi – e che sarebbe
opportuno venissero immediatamente erogati – raggiungono alcuni settori,
ma non possono garantire un reddito al “popolo delle partite Iva”, alle
migliaia e migliaia di precari e stagionali e tantomeno al sommerso
(sì, c’è anche quello da calcolare).
Mettiamo che con interventi tampone, meramente assistenziali, si
possa tirare avanti senza sconquassi ancora uno, due mesi. Poi occorrerà
ripartire.
Pd e 5Stelle dovranno mostrare di aver capito la lezione,
non perdere un minuto in micro-campagne elettorali interne e rivolgere
al Paese un discorso di verità: per risalire dal fondo del pozzo in cui
siamo caduti è necessario:
a) sburocratizzare, semplificare,
delegiferare;
b) rivedere il rapporto tra Autonomie e poteri centrali,
la cui inefficienza è stata messa a nudo proprio dalla gestione iniziale
dell’epidemia;
c) definire quali sono le assolute priorità
dell’intervento statale – formazione, ricerca, innovazione, sanità,
assistenza, esattamente quei settori oggetti di tagli su tagli da
vent’anni a questa parte;
d) realizzare una vera spending review,
guidata da un ministro ad hoc incaricato anche della dismissione di
tutto il patrimonio pubblico non necessario.
Pd e 5Stelle dovranno procedere uniti su questi obbiettivi strategici
– e fare i conti con realismo, conti che tutti comprendano bene, sulle
risorse disponibili. Se il Consiglio europeo vorrà che l’Unione ancora
esista varerà le manovre auspicate da Draghi, altrimenti la sua fine
verrà sancita dal notaio e pace all’anima sua – ma nessun alibi da parte
nostra, nessuna fuga dalle responsabilità. Anche con tutti gli
euro-bond del mondo, la nostra situazione, con centinaia di miliardi di
debito in più, meno occupati e meno reddito, sarà tremenda. Il governo
dovrà comunque ricorrere a misure finanziarie eccezionali. Non sarà la
Grecia, rifiuteremo commissariamenti, Conte non farà la fine di Tsipras.
Molto bene, giuriamolo a Pontida – ma si dovrà per forza decidere,
operare scelte drastiche: da qui le risorse, questi i settori in cui
intervenire, queste le categorie sociali che si intende proteggere.
Un governo “inventato”, senza alcuna base culturale e progettuale
comune, come questo (e come circa tutti quelli che si sono succeduti da
trent’anni), potrà reggere? Un primo ministro che si è speso finora a
mediare e conservarsi potrà diventare un’autentica “guida”? Non lo so.
So che sarebbe necessario. Altrimenti la crisi economica diverrà
conflitto, scontro sociale generalizzato, tutti contro tutti, entro
l’autunno. E nessuno può prevedere che cosa potrebbe uscire da un tale
caos. Anzi, sì, è del tutto prevedibile: qualcosa di analogo a ciò che
avvenne quando lo spread schizzò a quasi 600 punti e Napolitano chiamò
Monti.
È del tutto utopistico pensare che la soluzione Draghi avvenga in
condizioni diverse. Chi tarocca per un Draghi premier di una Grosse
Koalition-mega inciucio con dentro tutti delira. E forse neppure conosce
Draghi – ve lo vedete a presiedere un gabinetto con Salvini, Meloni,
magari Di Battista, oltre agli attuali ministri? Draghi può soltanto
essere il prodotto dello sfascio definitivo dell’attuale governo contro i
durissimi scogli del dopo-virus; Draghi può succedere soltanto al
fallimento conclamato del governo Pd-5Stelle, allorchè gli italiani
constatassero la sua inettitudine ad affrontare la crisi e si
trovassero, di conseguenza, nel pieno di una catastrofe finanziaria e
sociale. Allora Mattarella dovrebbe, per quanto nolente, far la parte
del Napolitano. Conviene a qualcuno? No, neppure ai Salvini e alla
Meloni. Scommettiamo che Pd e 5Stelle sapranno trasformare il loro
governo posticcio in un’alleanza dotata di volontà riformatrice?
Scommettiamo che sapranno comprendere che soltanto così è concesso loro,
anche come forze politiche, di sopravvivere? Scommettiamo che Conte non
è soltanto Giuseppi? Sì, scommettiamo. Davvero non ci resta altro.
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lunedì 30 marzo 2020
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