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Mentre da più parti si comincia a sospettare che l’esplosione dei
focolai epidemici Covid-19 coincida con l’estensione della rete 5G, che
indebolirebbe l’organismo compromettendo le difese immunitarie, Svizzera
e Slovenia hanno deciso di fermare il wireless di quinta generazione
sul proprio territorio. Le autorità svizzere – scrive “Techradar”
– hanno deciso di sospendere l’uso delle antenne 5G, fino a che non
saranno chiariti i dubbi riguardo al loro impatto sulla salute. La
decisione è stata presa dall’Ufam, l’ufficio federale per l’ambiente,
preso atto del timore manifestato dagli abitanti della confederazione
elvetica in alcuni dei suoi 26 cantoni. Com’è noto, il timore è che le
onde radio 5G possano risultare dannose per l’organismo, alterando
l’equilibrio cellulare. «Le preoccupazioni sono diventate proteste in
molti paesi, e in Svizzera questo ha portato a un parziale arresto dello
sviluppo». Significativo, aggiunge “Techradar”, che il paese alpino sia
tra i più avanzati al mondo per lo sviluppo delle reti di nuova
generazione. In Italia,
in realtà, lo sviluppo sperimentale del 5G è avvenuto in modo pressoché
clandestino, abbattendo (senza spiegazioni serie) molti viali alberati,
che – come provano documenti del governo britannico – ostacolano la
trasmissione del segnale.
Non sarà certo rassicurante, poi, sapere il 5G sia classificato
“sicuro” dall’Oms, coinvolta nel laboratorio di Wuhan da cui si sospetta
possa essere scaturito il contagio da coronavirus. Per contro, Swisscom
assicura che i regolamenti svizzeri sono dieci volte
più severi di quelli dettati dall’Oms. In ogni caso, scrive sempre
“Techradar”, l’associazione medica svizzera ha consigliato cautela.
E
attenzione: in base alla democrazia diretta che governa la Svizzera,
qualsiasi petizione con oltre 100.000 firme può innescare un referendum
sulla questione. Due sono già sul tappeto: una lascerebbe gli operatori
responsabili per eventuali danni causati dalle radiazioni, un’altra
imporrebbe limiti alle emissioni, lasciando decidere le comunità locali.
Intanto, dopo la moratoria triennale in Svizzera, anche la Slovenia ha
ufficialmente bloccato “l’Internet delle cose”. La posizione slovena –
annuncia Maurizio Martucci su “Oasi Sana”
– è stata adottata per valutare con più attenzione le criticità del 5G
nell’impatto su ambiente e salute pubblica, «al contrario di quanto ha
fatto l’Italia
nel 2018», con la vendita “al buio” delle nuove frequenze del 5G,
«senza valutazione preliminare d’impatto ambientale e sanitario».
L’agenzia slovena Akos (reti e servizi di comunicazione) è stata
incaricata di fermare l’assegnazione dello spettro di frequenze 5G. «La
moratoria slovena è sostenuta dal ministro della pubblica
amministrazione Rudy Medved, che – di fronte alle forti preoccupazioni
della comunità medico-scientifica sugli effetti biologici delle
inesplorate radiofrequenze – ha optato per l’adozione del principio di
precauzione. «La tecnologia 5G – afferma – non è stata stabilita, nella
pratica, nella misura in cui gli studi potrebbero produrre risultati in
base ai quali potremmo dire in modo conclusivo che il 5G è completamente
innocuo». La decisione, racconta “Oasi Sana”, è scaturita dopo che il
governo di Lubiana ha convocato una consultazione pubblica sulla sicurezza delle tecnologie 5G. La richiesta: «Divieto dell’uso della tecnologia wifi negli asili, nelle scuole, negli ospedali, nelle case
di cura e in tutte le istituzioni pubbliche. Moratoria
sull’introduzione del 5G basata sul principio di precauzione, grazie a
ricerche scientifiche sufficienti per dimostrare gli effetti negativi
delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute umana, sulla natura e
sull’ambiente». Da qui lo stop in tutto il paese, che a differenza della
Svizzera è membro dell’Ue.
L’attuale posizione slovena, ricorda sempre Martucci, è analoga a quella adottata in Belgio dal sindaco di Bruxelles (che ha vietato le antenne 5G in città) e in Spagna
dall’organo governativo Difensore del Popolo. Inoltre, «la pericolosità
del 5G è già stata affermata in Danimarca da una consulenza legale
richiesta dall’istituto nazionale di sanità pubblica». In Olanda,
infine, la fondazione “Stop 5G” ha annunciato di ricorrere alle vie
legali contro la decisione del governo olandese di implementare il
wireless di quinta generazione senza prima una regolare valutazione
ambientale e sanitaria: «Non è stato adeguatamente studiato il rischio
per la salute». Il gruppo olandese conferma che gli stessi studi
condotti su 2G, 3G e 4G hanno già mostrato effetti dannosi per l’uomo,
gli animali e le piante. Secondo gli olandesi, l’aumento dell’intensità
di radiazione – nel caso del 5G – avrebbe «un impatto importante sulle
persone e sull’ambiente». Dal governo italiano, silenzio assoluto. Con
un’unica eccezione: Gunter Pauli, consigliere economico di Conte,
ipotizza una connessione tra antenne 5G e focolai del coronavirus in
Lombardia.
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