martedì 3 marzo 2020

Di Battista: “Assange lasciato solo proprio da chi avrebbe dovuto difenderlo: i giornalisti”

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“Tutti hanno condannato l’attacco siriano (supportato da Mosca) all’esercito turco. Ma si può dire o no che i turchi lì non ci dovevano stare, perché hanno invaso un Paese sovrano e stanno facendo tutto per non far vincere Assad? Quanti sono i giornalisti mainstream che hanno il coraggio di dire che oggi la Turchia in Siria sostiene al-Nusra, un gruppo jihadista affiliato ad Al Qaida fino al 2016? Erdogan ha di nuovo aperto i rubinetti dei migranti. Gli 80.000 profughi che stanno entrando in Europa attraverso le frontiere con la Grecia e la Bulgaria sono per lo più siriani, afghani, e iracheni”. Lo scrive Alessandro Di Battista su Facebook:
“Credo sia opportuno dire alcune cose. Nel 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita di Stato a Damasco, incontrò Bashar al-Assad. Napolitano elogiò la Siria definendola: «un esempio di laicità e di difesa delle libertà religiose e culturali». Poi cosa è successo? Si parla di violazioni di diritti umani, di violenze, di arresti arbitrari. Sia chiaro, quell’area del mondo non è la Scandinavia! L’Iran e la Siria non confinano con Finlandia e Norvegia. Purtroppo (e non lo giustifico affatto) violenze e violazioni di diritti ci sono ovunque, da parte di tutti. Sia nei Paesi amici dell’occidente e sia in quelli inseriti dagli USA nell’asse del male.

Il punto, tuttavia, è un altro! L’inserimento di alcuni paesi (vedi Iran e Siria) nell’asse del male non dipende affatto dai diritti umani violati! L’Arabia Saudita, paese più oscurantista del Medio Oriente è il miglior alleato di Stati Uniti ed Israele. La verità è un’altra. Sia l’Iran degli Ayatollah (che non difendo affatto) e sia la Siria di Assad (per il quale non nutro particolare simpatia) non si sono piegati ai diktat americani, non hanno avallato progetti di gasdotti e oleodotti cari alle monarchie del golfo, sono entrati – di fatto – nell’orbita russa e sostengono la causa palestinese (della quale nessuno parla più, sembra che i palestinesi siano tutti morti). Per questo sono stati inseriti nell’asse del male, solo per questo. Non per il velo, per gli oppositori arrestati etc, etc. Figuriamoci! A me questo non va giù e lo dico. Costi quel che costi.
Tutti hanno condannato l’attacco siriano (supportato da Mosca) all’esercito turco. Ma si può dire o no che i turchi lì non ci dovevano stare, perché hanno invaso un Paese sovrano e stanno facendo di tutto per non far vincere Assad? Quanti sono i giornalisti mainstream che hanno il coraggio di dire che oggi la Turchia in Siria sostiene al-Nusra, un gruppo jihadista affiliato ad Al Qaida fino al 2016?
Erdogan ha di nuovo aperto i rubinetti dei migranti. Gli 80.000 profughi che stanno entrando in Europa attraverso le frontiere con la Grecia e la Bulgaria sono per lo più siriani, afghani, e iracheni. Ve le ricordate le guerre “umanitarie” occidentali? Quelle fatte per esportare democrazia e diritti umani? Eccole le conseguenze! Profughi, civili ammazzati e immigrazione di massa in Europa dove cresce razzismo e xenofobia. L’Europa ha avallato queste guerre e ora ne paga il conto.
L’Europa ha dato miliardi di euro a Erdogan per “contenere” l’immigrazione. Gli ha dato di fatto una pistola carica da usare a suo piacimento. Lui oggi la sta usando. E di munizioni ne ha molte. A Istanbul sono tanti i bimbi siriani buttati in strada. Occupano i sottopassi della città, gli passano davanti uomini europei con i segni dei trapianti dei capelli appena fatti. Quei bambini sembrano fantasmi ma tornano ad essere in carne ed ossa solo quando arrivano alla frontiera con l’Europa. Io dico, nonostante tutto (e ripeto, non giustifico nulla) quei bambini non stavano meglio in Siria, a casa loro, con il loro genitori?
L’Europa ha una sola possibilità di sopravvivenza: iniziare a fare gli interessi degli europei e non accettare imposizioni altrui! L’Europa ha accettato in modo miope – oltre che vergognosamente colpevole – che la guerra, con tutte le conseguenze del caso – arrivasse a suoi confini.
In questo momento l’informazione gioca un ruolo decisivo. Va raccontata la verità. Non per parteggiare per uno schieramento o per un altro ma per non aggiungere bugie su bugie a quelle dette per avallare guerre di invasione combattute per ragioni economiche-finanziarie-energetiche e geopolitiche e mascherate da missioni umanitarie!
«Se le guerre possono essere avviate dalle bugie allora possono esser fermate dalla verità». Queste parole le ha dette Julian Assange. Un patriota dell’umanità oggi lasciato solo (probabilmente per senso di vergogna) proprio da quella categoria che avrebbe dovuto maggiormente difenderlo: i giornalisti.”

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