Si chiama “47D11”: individuato dagli scienziati di Utrecht e
Rotterdam Gismondo del Sacco conferma: “Fra meno di un mese potremo
usarlo”.
infosannio.wordpress.com (di Davide Milosa Il Fatto Quotidiano)
Nel pieno dell’emergenza
italiana per la SarsCov2 con la Lombardia che ieri ha superato gli 11
mila contagi e con un picco nazionale atteso tra circa due settimane e
simile a quello registrato nella regione cinese dello Hubei, una buona
notizia arriva dai laboratori di ricerca olandesi.
Qui, è il dato di ieri, l’Università di Utrecht assieme all’Erasmus
Mc di Rotterdam ha individuato il primo anticorpo monoclonale al mondo
in grado di sconfiggere la malattia Covid-19.
L’anticorpo 47D11 tra
circa un mese sarà sperimentabile sui pazienti. Questo perché è già
stato individuato come anticorpo “neutralizzante”, ovvero con una già
accertata capacità di poter aggredire il virus.
“È un ottimo traguardo”, spiega la professoressa Maria Rita Gismondo
che dirige il laboratorio di microbiologia all’ospedale Sacco di Milano.
“Il metodo usato – prosegue – non è in realtà nuovo. Già nel 2003,
all’epoca della Sars, Nature pubblicò un mio studio che andava in questa
direzione. In Cina oggi diversi malati sono stati trattati con il siero
di pazienti guariti”.
Merito della scoperta olandese, che in queste ore sta facendo il giro
della comunità scientifica, è del professore di biologia cellulare
Frank Grosveld e della sua équipe. Grosveld, intervistato sul magazine
interno del centro di ricerca di Rotterdam, spiega: “Si tratta di un
anticorpo che avevamo già isolato per l’attuale pandemia. L’anticorpo
impedisce a SarsCov2 di infettare e può anche aiutare a rilevare il
virus”. I ricercatori hanno inviato il loro studio di 24 pagine alla
rivista scientifica Nature e sono in attesa della pubblicazione. Il
documento è però già presente da ieri sulla piattaforma digitale
BioRxiv.
“Un anticorpo monoclonale umano che blocca l’infezione SarsCov2”.
Questo il titolo della ricerca. Si legge nel documento: “È il primo
rapporto su un anticorpo monoclonale che neutralizza SarsCov2.
L’anticorpo 47D11 lega un epitopo (parte del virus riconoscibile dal
sistema immunitario) conservato sul recettore a punta”. In sostanza
l’anticorpo “olandese” si getta sul virus in modo specifico attaccando
gli spikes (spuntoni, ndr) che stanno attorno alla molecola virale. Gli
spikes attaccandosi alle mucose sono i primi colpevoli del collasso dei
polmoni che si sta verificando in centinaia di decessi in Italia.
La professoressa Gismondo, che ha potuto visionare lo studio,
chiarisce il modo di agire di 47D11: “L’anticorpo blocca una importante
parte patogena del virus, si tratta di una particella che si trova sugli
spikes che a loro volta hanno recettori che si agganciano alle mucose
dei polmoni, bloccarli significa fermare l’infezione”. In alternativa al
vaccino “questo anticorpo” potrà essere una buona terapia.
Il metodo è quello della cosiddetta “immunità passiva”. “In questo
modo – si legge nello studio – l’anticorpo è in grado di neutralizzare
in maniera incrociata SarsCov2” e lo fa “usando un meccanismo
indipendente dall’inibizione del legame con i recettori” per questo
“l’anticorpo potrà essere utile”, oltre che per guarire i pazienti anche
“per lo sviluppo di test di rilevazione dell’antigene”. Nelle
conclusioni del testo si legge: “Gli anticorpi neutralizzanti alterano
il decorso dell’infezione”, arrivando a cancellare il virus.
Spiega Gismondo: “È un passo importantissimo verso la cura”.
Uno
stesso indirizzo di metodo lo si sta seguendo proprio al Sacco sui
pazienti che hanno avuto strane polmoniti tra dicembre e gennaio.
L’obiettivo è il medesimo, anche se ancora bisogna individuare gli
anticorpi, e una volta trovati bisogna capire se sono in grado di
colpire SarsCov2. In questo senso l’Olanda è molto avanti. “Tanto più –
conclude Gismondo – che l’anticorpo monoclonale può essere messo in
coltura per creare una generazione uguale aumentandone così la quantità
da poter usare sui pazienti. Se l’Olanda è già a questo punto credo che
in meno di un mese si potrà usarlo sui primi malati”.
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domenica 15 marzo 2020
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