mercoledì 25 marzo 2020

Covid19, gli esperti invitano i medici a non aspettare troppo tempo per disporre il ricovero

controlacrisi fabrizio salvatori

L'allarme arriva dai medici che da settimane lavorano sul fronte del Coronavirus, dagli operatori del 118 ai pronto soccorso, dagli anestesisti ai medici di famiglia: "Ricoverare i malati quando sono già in insufficienza respiratoria significa avere poche possibilità di salvarli, bisogna rimodulare l'assistenza territoriale e seguire le persone in quarantena prevenendo la crisi con i controlli e l'uso del saturimetro". Sull'argomento arriva forte la denuncia del presidente del 118 Mario Balzanelli: "Si sta sbagliando l'approccio clinico - spiega - per il ricovero d'urgenza non si deve aspettare che il paziente vada in dispnea. I malati che sono in quarantena a casa vanno seguiti. Bisogna dotarli almeno di un saturimetro, un piccolo apparecchio che rileva la riduzione dei parametri di ossigenazione nel sangue in anticipo, anche uno o due giorni prima di una possibile crisi respiratoria. In questo modo si può intervenire in tempo". Il presidente del 118 riferisce che dalle tac eseguite sui pazienti con polmonite da Covid-19 si vede chiaramente che quando interviene la cosiddetta fame d'aria, "il polmoni sono completamente compromessi". "I tempi sono fondamentali se si vogliono salvare le persone - aggiunge - dal momento dell'affanno all'insufficienza respiratoria passano dai 30 minuti alle tre ore. Bisogna assolutamente evitare che i malati arrivino a quel punto. Poi il ricovero in buona parte dei casi è inutile, oppure il paziente cade nell'abisso del coma per settimane, con tutte le conseguenze del caso". Del controllo a casa dei pazienti fa una battaglia personale il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti. "Io sono prima di tutto un medico di famiglia e i miei pazienti li chiamo a casa, faccio il video consulto con Skype e che nessuno mi venga a parlare di privacy in un momento come questo. Con il saturimetro gli faccio controllare la quantità di ossigeno nel sangue, insieme misuriamo la frequenza cardiaca perchè anche con febbre bassa il cuore batte più forte per compensare e si ha meno ossigeno a disposizione, osservo se la respirazione è addominale perchè è indice di sofferenza, così come i rientramenti costali, conto gli atti respiratori. Se la situazione non mi convince faccio la visita domiciliare. Tutto questo consente di tenere i pazienti lontani dagli ospedali". Scotti è uno di quei medici che ha prestato i suoi saturimetri ai pazienti, prima che li acquistassero personalmente: "costano 6-7 euro, se non ce ne sono nelle farmacie si trovano su Amazon e arrivano in pochi giorni", dice. Dalla trincea più colpita - Bergamo - parla Pietro Brambillasca anestesista dell'Ospedale Papa Giovanni XXXIII, e rileva come nei pazienti il peggioramento spesso sopraggiunga molto velocemente. "Questa malattia ha anche una componente vascolare, si formano delle trombosi nei polmoni che hanno un impatto improvviso peggiorando di colpo la sintomatologia respiratoria. Spesso nei pazienti emerge una malattia cardiaca che non si sapeva di avere", spiega. "Le persone lasciate in isolamento a casa devono essere sentite, bisogna rilevare la temperatura, fare dei piccoli test, dal saturimetro, a quello del cammino per vedere com'è la respirazione, controllare con la telemedicina la frequenza cardiaca, l'idratazione, dargli integratori se non riescono a mangiare. Bisogna assolutamente rimodulare il controllo delle persone che sono in quarantena. Perchè se scatta l'emergenza, un'ambulanza può metterci anche un'ora per arrivare, dato il numero di chiamate, e non è detto che arrivi in tempo". Non solo: l'anestesista insiste sull'importanza di avere una bombola di ossigeno in casa, "senza l'ossigeno, non è detto che si arrivi vivi all'ambulanza". "Qui a Bergamo tutti i miei colleghi hanno almeno un familiare malato di Covid-19 - conclude - bisogna ripensare al modello epidemico che stiamo seguendo".

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