Un decesso nella Giovanni
XXIII di Mostacciano e un altro nella "Maria Immacolata" di Nerola,
quest'ultima fatta sgomberare perchè fuori norma e con 56 anziani e 16
operatori risultati infetti.
repubblica.it CECILIA GENTILE
Stanotte il coronavirus si è portato via
una seconda vittima alla casa di riposo per anziani Giovanni XXIII, in
via Carlo Galeffi, a Mostacciano. Dopo una donna di 90
anni, è toccato ad un signore di 82, affetto da patologie pregresse.
Nella struttura sono risultati positivi 13 anziani e 5 operatori. In
queste ore, si sta predisponendo il trasferimento in ospedale di 3
ospiti in condizioni particolarmente critiche. Per inosservanza delle
norme di sicurezza la casa di riposo è stata commissariata. Nella
gestione sanitaria della struttura è subentrata la Asl Roma 2, mentre
della somministrazione del vitto adesso si occupa il Comune di Roma.
Quella delle case di riposo è un vero buco
nero nella lotta al contenimento al Covid-19. Contagiati dai parenti che
vanno in visita e dal personale sanitario suo malgrado, gli anziani
sono facile preda dell'infezione. L'assessore regionale alla Salute
Alessio D'Amato ieri ha parlato di tre cluster: "La casa di riposo Giovanni XXIII di Roma, il secondo la Rsa di Nerola in provincia di Roma e il terzo l'Ini Citta' Bianca di Veroli in provincia di Frosinone che insieme rappresentano 87 casi di positivita'". Isolata anche la Rsa Madonna del Rosario a Civitavecchia. Quattro casi positivi alla Rsa di Cassino.
Sgomberata la casa di riposo di Nerola
Anche nella casa di riposo di Nerola "Maria Immacolata" c'è stato un
secondo decesso e la struttura è stata fatta evacuare. La decisione dopo
il sopralluogo della direzione generale della Asl Roma 5 assieme
all'infettivologia del Ao Sant'Andrea e all'Ares 118 presso la casa di
riposo di Nerola. Si è deciso di trasferire tutti i pazienti, quelli che
necessitano di assistenza sanitaria andranno in strutture ospedaliere,
gli altri in strutture in grado di gestire pazienti Covid-19 e sarà
compito della Asl assieme al sindaco avvisare tutti i famigliari". Così
l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione
Lazio, Alessio D'Amato, in una nota.
"E' stata inoltre montata dalla protezione civile una tenso-struttura
per le procedure necessarie per effettuare i tamponi ai contatti
stretti. Nella struttura sono risultati positivi 56 anziani e 16
operatori.Dalle prime verifiche svolte dalla Regione
Lazio, la casa di cura risulterebbe non a norma: avrebbe infatti preso
in carico pazienti non autosufficienti che non possono stare per legge
all’interno di case di riposo. Secondo quanto emergerà dall'indagine
epidemiologica, verranno adottate le opportune misure. Del caso sono
costantemente aggiornati il prefetto di Roma e il sindaco di Nerola.
Sindacati: strutture che stanno diventando lazzaretti
"Le residenze per anziani e case di riposo stanno diventando dei veri e
propri lazzaretti", lanciano l'allarme Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil del
Lazio, che individuano le situazioni più a rischio nella casa di riposo
Giovanni XXIII, la Rsa di Nerola in provincia di Roma, l'Ini Citta'
Bianca di Veroli in provincia di Frosinone, la Rsa di Guidonia. "Ospiti,
lavoratori e responsabili delle Rsa stanno affrontando all'interno di
queste strutture gli effetti devastanti del coronavirus. Responsabili
sanitari e organizzativi, operatori sanitari, socio sanitari e
assistenziali devono poter operare in totale sicurezza a tutela della
salute propria e degli ospiti anziani", spiegano. E chiedono di
individuare i contagiati, gli asintomatici e i negativi, garantendo la
possibilità di effettuare tamponi per tutti, di isolare e distanziare il
piu' possibile le persone anche all'interno delle strutture, di
assicurare alle persone con disabilità i cui genitori siano ricoverati o
siano venuti meno a causa del coronavirus una immediata presa in
carico.
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