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(di
Lorenzo Giarelli – Il Fatto Quotidiano) – L’emergenza fa accettare
quasi tutto, in nome di un ben superiore che si spera prima o poi si
materializzi. Alla improvvisa privazione di libertà abbiamo già fatto
l’abitudine, addolcendola con inni da balcone e striscioni da stadio. La
nuova frontiera dell’elaborazione della quarantena si spinge però dove
neanche le destre più estreme avevano immaginato, dove neanche i
nostalgici dei treni in orario e dell’“ordine e disciplina” osavano, e
raggiunge così l’invocazione dei militari a ogni angolo delle città, dei
droni sopra ogni tetto, dei cingolati mimetici in giro per punire chi
scorribanda senza giustificazione.
Il grido “all’armi” arriva da sindaci, governatori e persone comuni,
scatenate sui social network. Quel che non può il buon senso – è
sacrosanto pretendere controlli su chi non rispetta le regole – riesce
alla smania da sceriffo, che talvolta criminalizza con tanto di foto o
video online chi viene sorpreso per strada pur essendo, magari, fuori
casa per validi motivi.
E così è tutto un chiedere l’intervento dei militari per stanare i
furbetti: a Milano ne sono stati impiegati 114, con Beppe Sala che pensa
pure a “estremi rimedi”, ovvero a “chiudere le tabaccherie”; a Roma –
Virginia Raggi dixit – controlleranno ogni auto; in Sicilia Nello
Musumeci ha ottenuto di poterli utilizzare per il pattugliamento.
Vincenzo De Luca, governatore della Campania, assume toni degni del
Sergente Hartman di Stanley Kubrick: “Mi arrivano voci di persone che
vogliono organizzare feste di laurea – ha minacciato ieri –. Bene: vi
mandiamo i carabinieri con il lanciafiamme se ci provate”. Perché nel
caso non fosse abbastanza chiaro, De Luca gradirebbe un po’ di pugno:
“Io sono per chiudere tutto e militarizzare l’Italia”.
Una sponda arriva pure dal M5S, per nome del senatore Gianluca
Ferrara: “Propongo l’immediato rientro in patria delle migliaia di
militari italiani nel mondo per dare un aiuto ai nostri medici e alle
forze dell’ordine”.
E in una situazione del genere figurarsi se può sottrarsi al suo
dovere Matteo Salvini, già preoccupato che l’amore per la divisa duri
giusto il tempo della quarantena: “A emergenza finita, questo ci
dovrebbe far ripensare al servizio militare obbligatorio per avere
ragazzi formati”. La morale di tutta questa storia, secondo il leghista,
è dunque lineare: più che potenziare la Sanità, si potenzi l’esercito
così da contrastare meglio chi trasgredisce le norme decise per non
ingolfare la Sanità.
A Ercolano (Napoli) l’appello arriva invece dal sindaco renziano Ciro
Bonajuto: “C’è troppa gente in giro. Forse coi carri armati in mezzo
alla strada lo capiscono che devono stare a casa”.
Chi preferisse soluzioni più sofisticate, può invece trovare
ispirazione a Bari. Qui il sindaco Antonio Decaro da giorni gira strade e
parchi in diretta Facebook urlando a tutti di andare a casa. Non
potendo setacciare la città metro per metro, ora il sindaco si è dotato
di droni che silenziosamente riprendono – purtroppo senza poter chiedere
autocertificazione – chiunque sia in giro. Decaro sembra soddisfatto:
“Se volete, continuate pure a uscire di casa. Vi stiamo aspettando”.
Soluzioni simili sono state adottate a Forlì, a Conegliano (Treviso) e
ad Acerra (Napoli). A Grosseto, invece, la sorveglianza via drone è già
2.0: funziona su segnalazione dei cittadini. Sperando siano attendibili.
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