di Giorgio Cremaschi
La Confindustria e CGILCISLUIL hanno diffuso un appello comune sulle elezioni europee. Già di per sé andare assieme al voto è una scelta. Chi la sottoscrive pensa che il padronato ed il lavoro abbiano gli stessi interessi di fondo. Insomma la solita vecchia favola reazionaria di Menenio Agrippa, che è sempre servita a chi comanda per convincere i comandati che i suoi.
Ma l’appello elettorale non solo esprime quella vicinanza tra padroni e sindacati confederali che già si manifesta nei loro accordi, pessimi per i lavoratori. Il documento non è solo l’elogio della complicità, che abbiamo visto all’opera nelle manifestazioni sindacal industriali per il TAV e per chiedere soldi per le imprese. Oltre a tutto questo, l’appello al voto è uno sgangherato inno all’Unione Europea, come neppure la Bonino. La UE è il bene assoluto, chi la vuole mettere in discussione è il male.
Non troverete mai nel testo la parola austerità o il fiscal compact, né la denuncia della cause della enorme crescita di diseguaglianze sociali, precarietà e disoccupazione.
Altro non c’è d’aggiungere su un documento che non interesserà nessuno di coloro che decidono in Europa, tanto è falso, banale ed inutile.
Vale la pena di considerare questo appello solo per sottolineare ancora una volta che i gruppi dirigenti di CGILCISLUIL, oggi, per i lavoratori italiani sono un problema in più, oltre ai tanti che già essi hanno. Con Maurizio Landini che ha cominciato con il no a Marchionne e finisce col fare campagna elettorale assieme a Boccia.
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