Secondo un report del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i motori a gasolio di ultima generazione emetterebbero meno anidride carbonica di quelli a benzina. E considerando l'intero ciclo di prodotto, ovvero dalla fabbricazione alla dismissione, anche delle auto a batteria
E se fosse il CNR a suggerire che il diesel, tutto sommato, non è poi così “cattivo” come sembra? Intervenendo in una conferenza di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha spezzato una lancia a favore dei motori a gasolio di ultima generazione: nel suo rapporto il CNR sottolinea come, in tema di impatto ambientale, il dato da tenere d’occhio oggi e in futuro sia quello relativo alle emissioni di anidride carbonica.
Ed i ti-di Euro 6, specie nell’ottica delle nuove omologazioni, sono capace di emettere quantità di CO2 molto contenute, inferiore a quella degli omologhi a benzina. Tutto questo, naturalmente, vale per i turbodiesel più nuovi e non per quelli più vetusti. Inoltre i nuovi propulsori a gasolio sono in grado, secondo il CNR, di gestire gli ossidi di azoto (anche indicati col nome di “NOx”) in maniera più virtuosa, contenendone le emissioni entro i limiti imposti dalla legge. Senza contare che gli ultimi sviluppi tecnici promettono di limitare ulteriormente le emissioni di NOx fino a 10-15 mg/km. Mentre il livello degli incombusti gassosi (HC e CO) prodotti da un diesel Euro 6 sarebbe irrilevanti rispetto ad altre motorizzazioni.
A “pulire la coscienza” al diesel pensano anche i moderni filtri FAPin combinazione coi catalizzatori SCR (Selective Catalytic Reduction) che, come spiega il CNR, abbattono il particolato a livelli addirittura inferiori a quelli prodotti dall’usura di pneumatici e freni. E, anche a confronto con le motorizzazioni elettriche, il diesel riesce a conservare un certo vantaggio: infatti, le emissionidelle EV risultano inferiori a quelle dei veicoli a gasolio solo in termini di utilizzo puro.
Tuttavia, se si prende in considerazione l’intero ciclo di prodotto– fabbricazione inclusa, quindi – allora il diesel riuscirebbe a essere addirittura più pulito dell’opzione elettrica. In altri termini, ben venga la mobilità a zero emissioni, purché il passaggio alle EV vada di pari passo con un approvvigionamentoenergetico sostenibile (cioè con energia generata da fonti rinnovabili): e ciò impone una transizione tecnologica dall’endotermico all’elettrico puro che sia quanto più graduale possibile. In questi termini, l’ibridizzazione dei propulsori a gasolio potrebbe essere la chiave di volta in termini di impattoambientale.
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