controlacrisi
“La
situazione di sovraffollamento e di estrema difficoltà segnalata dai
cittadini questa notte al Pronto Soccorso del Policlinico Tor Vergata
non è un novità, ma una triste constatazione dell’incapacità di
organizzare una filiera di servizi socio sanitari che mettano al centro i
cittadini”. È questo il commento di Elio Rosati, segretario regionale
di Cittadinanzattiva Lazio. “Una sequenza ininterrotta di segnalazioni
che ci giungono, di denunce di sovraffollamento dei PS del
Lazio”.“Carenze del personale sanitario che, per inciso, si stanno nella
gran parte dei casi prodigando oltre ogni sforzo, per rispondere alle
esigenze di salute dei cittadini”.
La situazione del PS di Tor Vergata di stanotte si ripete a ciclo continuo in tutti i PS del Lazio. “La Regione Lazio deve rispondere chiaramente sui punti che abbiamo sollevato anche recentemente in merito al tema dell’emergenza-urgenza e del personale ARES 118 (in 11 anni si è passati da 4.400 operatori a 1.700, di questi molto non possono per cause di servizio essere operativi su ambulanze, gli equipaggi devono coprire un bacino territoriale doppio rispetto a 11 anni fa; il problema della ambulanze in attesa di riavere la lettiga per poter ripartire alla volta di un ulteriore intervento ecc. ecc); così come vogliamo risposte chiare sul vero problema che spinge i cittadini a accedere al Servizio sanitario attraverso il Pronto Soccorso (parliamo di codici bianchi e verdi cioè casi che potrebbero essere gestiti in altre sedi e che rappresentano almeno il 70% delle prestazioni dei Pronto Soccorso) rappresentato dalla desertificazione dei servizi territoriali e della assoluta mancanza di coordinamento e di presa in carico delle persone”. I dati sugli accessi ai Pronto Soccorso testimoniano che il problema esiste. A titolo di esempio, al Policlinico Casilino nel 2017 si sono registrati 58.566 accessi al Pronto Soccorso, a fronte di 236 posti letto. Stessa situazione al Sandro Pertini (66.852 su 328 posti disponibili). Far finta di nulla risulta un po’ difficile.
“Continueremo a sollecitare tutti i soggetti”, conclude Rosati, “in primis la Regione Lazio, ma la desertificazione dei servizi territoriali, il sostanziale smantellamento delle reti di prossimità e dei luoghi di cura, la carenza di personale (anche se la Regione a onor del vero ha attivato i concorsi per iniziare a riempire i vuoti prodotti dal Commissariamento), la necessità da parte dei cittadini di accedere ai servizi sanitari producono una miscela esplosiva che va governata con criterio, intelligenza e responsabilità.
“Cittadinanzattiva Lazio sta promuovendo l’idea di recuperare strutture ospedaliere chiuse, dismesse o ridotte nella loro operatività per renderle “Ospedali di comunità” dove si possa, con un accordo con i medici di base e gli infermieri, alleggerire la fase del post acuzie e avviare un percorso di reale presa in carico con la medicina del territorio. Ma tutta la filiera della presa in carico e dell’emergenza-urgenza deve essere omogeneizzata, ordinata e sostenuta da una grande azione di governo responsabile, intelligente e “visionaria” dove ogni soggetto sia parte attiva di un percorso di lavoro di squadra”.
La situazione del PS di Tor Vergata di stanotte si ripete a ciclo continuo in tutti i PS del Lazio. “La Regione Lazio deve rispondere chiaramente sui punti che abbiamo sollevato anche recentemente in merito al tema dell’emergenza-urgenza e del personale ARES 118 (in 11 anni si è passati da 4.400 operatori a 1.700, di questi molto non possono per cause di servizio essere operativi su ambulanze, gli equipaggi devono coprire un bacino territoriale doppio rispetto a 11 anni fa; il problema della ambulanze in attesa di riavere la lettiga per poter ripartire alla volta di un ulteriore intervento ecc. ecc); così come vogliamo risposte chiare sul vero problema che spinge i cittadini a accedere al Servizio sanitario attraverso il Pronto Soccorso (parliamo di codici bianchi e verdi cioè casi che potrebbero essere gestiti in altre sedi e che rappresentano almeno il 70% delle prestazioni dei Pronto Soccorso) rappresentato dalla desertificazione dei servizi territoriali e della assoluta mancanza di coordinamento e di presa in carico delle persone”. I dati sugli accessi ai Pronto Soccorso testimoniano che il problema esiste. A titolo di esempio, al Policlinico Casilino nel 2017 si sono registrati 58.566 accessi al Pronto Soccorso, a fronte di 236 posti letto. Stessa situazione al Sandro Pertini (66.852 su 328 posti disponibili). Far finta di nulla risulta un po’ difficile.
“Continueremo a sollecitare tutti i soggetti”, conclude Rosati, “in primis la Regione Lazio, ma la desertificazione dei servizi territoriali, il sostanziale smantellamento delle reti di prossimità e dei luoghi di cura, la carenza di personale (anche se la Regione a onor del vero ha attivato i concorsi per iniziare a riempire i vuoti prodotti dal Commissariamento), la necessità da parte dei cittadini di accedere ai servizi sanitari producono una miscela esplosiva che va governata con criterio, intelligenza e responsabilità.
“Cittadinanzattiva Lazio sta promuovendo l’idea di recuperare strutture ospedaliere chiuse, dismesse o ridotte nella loro operatività per renderle “Ospedali di comunità” dove si possa, con un accordo con i medici di base e gli infermieri, alleggerire la fase del post acuzie e avviare un percorso di reale presa in carico con la medicina del territorio. Ma tutta la filiera della presa in carico e dell’emergenza-urgenza deve essere omogeneizzata, ordinata e sostenuta da una grande azione di governo responsabile, intelligente e “visionaria” dove ogni soggetto sia parte attiva di un percorso di lavoro di squadra”.
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