mercoledì 20 febbraio 2019

Il piano franco-tedesco per cambiare le norme Antitrust e gli equilibri istituzionali tra Commissione e Consiglio Ue.

I ministri dell'Economia presentano il manifesto industriale: regole meno ferree e più investimenti massicci in high-tech. "Vogliamo essere sovrani o no?".
 
Risultati immagini per bandiere germania francia"Vogliamo essere sovrani o no?". Il progetto franco-tedesco di assestare il più grande scossone alle norme europee ha preso forma ed è dirompente: come promesso dopo la bocciatura delle nozze Alstom-Siemens, i ministri dell'Economia di Parigi e Berlino hanno presentato nella capitale tedesca il loro piano di riforma delle regole sulla concorrenza e hanno posto le basi per favorire massicci investimenti in particolare nell'high-tech, senza violare le norme sugli aiuti di Stato. Il "Manifesto", così lo hanno presentato Bruno Le Maire e Peter Altmaier, fa parte del disegno di una maggiore integrazione economica e politica nato ad Aquisgrana, con una novità potenzialmente rivoluzionaria: la possibilità di modificare l'equilibrio dei poteri tra Commissione e Consiglio Ue.

Il progetto dà la possibilità agli Stati membri di revocare le decisioni di Bruxelles sulle concentrazioni economiche. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è già adoperata affinché si possa discutere del progetto già al vertice Ue di marzo, riporta il Financial Times. Una accelerazione evidente dal sapore di rappresaglia politica nei confronti della Commissione, in seguito alla bocciatura delle nozze tra le due grandi aziende ferroviarie Alstom e Siemens per la creazione dell'Airbus dei treni, "campione europeo" da 15 miliardi di fatturato che - secondo i suoi promotori a Berlino e Parigi - avrebbe dovuto competere contro il colosso pubblico cinese Crrc (fatturato da 27 miliardi annui). Soprattutto, il manifesto industriale è la prima declinazione politica di quell'asse privilegiato tra i due Stati suggellato ad Aquisgrana a gennaio. E rischia di gettare una chiave inglese negli ingranaggi europei: per ora viene solo suggerito, ma l'idea è che in alcuni casi i leader degli Stati membri possano "superare definitivamente le decisioni della Commissione", nei fatti ridimensionandone i poteri.
La fusione ferroviaria è naufragata - per la commissaria Vestager non esiste al momento nessuna minaccia cinese nel mercato di riferimento ma c'è un'esigenza di tutela dei competitor intra-Ue - ma le norme a cui stanno lavorando i governi Merkel e Macron nascono dall'esigenza che fallimenti analoghi non si ripetano in futuro. Oggi, è la tesi franco-tedesca, la concorrenza è sul terreno globale e le regole Ue impediscono una vera competizione con grandi colossi Usa, ma soprattutto cinesi. "Le regole sulla concorrenza sono superate, come abbiamo visto con il fallimento della fusione Siemens-Alstom", ha detto il ministro Le Maire. "In questo memorandum facciamo delle proposte per permettere di costruire dei nuovi campioni industriali europei". Industriali, ma pure tecnologici perché il mercato dell'high-tech e dell'intelligenza artificiale sono in rapido mutamento e sono strettamente legati ai trasporti su gomma e su ferro.
Anche qui c'entra Pechino, e la scottatura tedesca avuta nel 2016 quando la cinese Midea ha rilevato per 4,5 miliardi l'eccellenza della robotica Kuka. Dal 2010 al 2017, per dire, i capitali cinesi sono entrati in più di 190 imprese tedesche (rilevandole o solo partecipandole). A inizio febbraio il ministro Altmaier ha scritto di suo pugno un piano di autentico protezionismo industriale in 21 pagine per respingere lo shopping straniero. Una smaccata corsa ai ripari in contraddizione con anni di politica economica tedesca che ha subito trovato opposizione in patria ma consenso in Francia. Nel piano industriale presentato a Berlino dai ministri delle due principali economie europee c'è infatti anche un richiamo all'intervento dello Stato in settori specifici: "Va esplorata l'idea di un coinvolgimento temporaneo di soggetti statali in settori specifici".
Investimenti tecnologici che vanno di pari passo con la richiesta, sempre avanzata nel manifesto, di modificare le regole sull'Ipcei, ovvero i progetti di comune interesse europeo, per renderle più facili da attuare. Il progetto di riforma delle norme Antitrust e di massicci investimenti high-tech infatti va classificata come Ipcei secondo Le Maire e Altmaier, in modo da permettere ai Paesi di investire in grandi progetti di ricerca senza violare le norme sugli aiuti di Stato.
Temi che dovranno essere affrontati nei prossimi appuntamenti europei, ma Francia e Germania si sono già portati avanti con il lavoro in separata sede. Certo, le offerte sono aperte anche agli altri partner Ue, fanno sapere. Ma è chiaro l'obiettivo di far diventare le loro economie leader globali nell'intelligenza artificiale: per questo intensificheranno la cooperazione tra loro creando una rete comune per ricerca e innovazione per coordinare il trasferimento dalla ricerca al business nei settori sanità, trasporti e robotica. Già è stato definito un progetto di comune interesse europeo sulla microelettronica, ne definiranno un secondo per una nuova generazione di batterie. Il piano franco-tedesco prevede un finanziamento di 1,7 miliardi nella costruzione di un polo industriale per la produzione di batterie elettriche per auto.
Tra Francia e Germania sono stati fatti passi avanti, poi, anche sul fronte euro-budget su cui Emmanuel Macron da tempo si è speso. Come riporta Handelsblatt Il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz e Le Maire avrebbero trovato infatti un accordo di compromesso contenuto in un documento di 4 pagine riguardo applicazione, finanziamento e gestione politica del bilancio. Le Maire avrebbe ottenuto che i 19 Stati dell'euro-zona mantengano un proprio bilancio indipendente, mentre la Germania ha richiesto che l'euro-budget sia inserito all'intero del bilancio europeo. Inoltre il budget dovrà co-finanziare i costi associati alle riforme economiche e agli investimenti nelle aree strategiche. Sulle due direttrici tracciate a Meseberg e ad Aquisgrana, l'asse franco-tedesco si fa così sempre più saldo quanto più si riduce l'appuntamento con le elezioni europee di maggio.
Evitata la recessione tecnica per un pelo, l'economia mercantilistica tedesca deve fare i conti con il rallentamento in atto, minacce di dazi Usa sulle auto e il rischio di una hard Brexit. La locomotiva dell'Ue è in panne, per questo non sorprende che la corsa al protezionismo industriale, la pressante richiesta di modificare le regole comuni sulla concorrenza e la messa in discussione degli equilibri istituzionali di Bruxelles abbiano il loro epicentro a Berlino. "La nostra sovranità politica dipende totalmente della nostra sovranità tecnologica. La questione che ci si pone oggi è se vogliamo essere sovrani o no", ha detto il francese Bruno Le Maire nella sua dichiarazione congiunta con Altmaier. E anche l'uso del vocabolario descrive bene i mutamenti in atto.

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