Il
15 febbraio in molte fabbriche cinesi sono uscite le buste paga dei
lavoratori riferite al mese di gennaio. Da una testimonianza diretta in
una fabbrica del centrosud della Cina veniamo a sapere degli effetti
delle detrazioni e deduzioni fiscali decise il 24 dicembre scorso, di
cui abbiamo reso conto in vari articoli.
Ebbene, per fare un esempio, un operaio che guadagna 4.500 yuan prima aveva un’aliquota fiscale pari al 10%, pagando 450 yuan.
A febbraio si è visto il suo salario non tassato perché il governo ha alzato il tetto dell’imponibile a 5.000 yuan. Diverse impiegate che guadagnavano 6000 yuan si sono viste arrivare nello stipendio di gennaio 8.000 yuan perché hanno figlio a scuola e genitore a carico.
Un responsabile di qualità che guadagna 9.300 yuan e che aveva precedentemente una tassazione pari al 25% si è visto tassare il suo salario di appena 31 yuan, pari a 3,5 euro, dopo le trattenute previdenziali. Questo perché ha figlio a scuola e ha contratto un mutuo, ricevendo una detrazione di 2.000 yuan.
C’è da dire che la “festa” salariale riguarderà i primi mesi dell’anno perché il sistema di tassazione ha come strumento il cumulo dei redditi mensili; vale a dire con il passare dei mesi, cumulando i redditi, si avranno aliquote maggiori. In ogni caso c’è da specificare che una volta all’anno varrà anche la detrazione per spese sanitarie per un ammontare di 60mila yuan, pari a 7.500 euro.
Solo a fine di quest’anno potremo sapere in che termini percentuali c’è stato un aumento del salario diretto, ma la testimonianza da questa fabbrica parla di “area di festa” il 15 febbraio, subito dopo il Capodanno Cinese.
Le detrazioni decise pongono le basi di un welfare fiscale che ha come scopo dare tranquillità salariale ai lavoratori cinesi in modo che possano spendere e non preoccuparsi di aumentare il risparmio precauzionale. Le stesse detrazioni sui mutui hanno come scopo la fiscalizzazione del servizio del debito dei mutui, che costituisce il 60% del sistema dello shadow banking, il sistema finanziario non ufficiale che preoccupa da anni il governo e la banca centrale.
La crescita del salario sociale globale di classe ha come scopo la “protezione” dalla crisi sistemica dell’Occidente, avendo come obiettivo la crescita della domanda interna e un minor apporto delle esportazioni sul Pil (l’esatto contrario della strategia ordoliberista dell’Unione Europea).
Il governo con queste misure aumenta il rapporto deficit-pil al 2,8%, ma diversi analisti sono dell’avviso che il Consiglio di Stato porterà il deficit pil al 5% per rispondere alla sincronizzazione mondiale della crisi.
Aumentando il debito pubblico e diminuendo il risparmio precauzionale la banche pubbliche dirotteranno i loro enormi attivi verso il debito pubblico e non più a investimenti privati che provocano da anni sovraproduzione.
L’impatto delle misure lo si avrà nei prossimi mesi, in ogni caso la Cina gioca con il welfare per diminuire il risparmio precauzionale che, unito a quello corrente, arriva al 50% del Pil. La diminuzione di 15 punti percentuali di Pil del risparmio precauzionale porterà, se effettiva, ad una dinamica di crescita che coinvolgerà l’intero mondo.
Gli unici che hanno capito la posta in gioco sono gli Usa, che non a caso premono per entrare nel loro mercato. Se succederà lo si saprà alla fine del negoziato a Washington.
In Europa invece sono tutti intenti a varare norme e regole che strozzano i salariati. Ma si sa, da decenni viviamo in un altro mondo.
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