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Verrà il giorno in cui, finalmente, l’ipocrita Chiesa romana oserà
pretendere una soluzione per abolirla, la povertà? Anziché predicare
l’aiuto ai poveri, nascerà un Papa capace di imporre alla politica
di eliminarla dalla faccia della Terra, la miseria? Se lo domanda Paolo
Barnard, nell’esprimere un giudizio impietoso sulla situazione di oggi,
con l’Africa che si prepara a inondare l’Europa
di migranti. E non è che l’inizio dell’esodo, visto il boom demografico
in corso nel continente nero. Nessun impegno, dal Vaticano, per
limitare la natalità mediante l’uso dei contraccettivi. Anzi: il
pontefice è intervenuto per censurare l’Ordine di Malta, che aveva
tentato di promuovere gli anticoncezionali in Africa. Così i barconi
continuano a solcare il Mediterraneo, dando poi modo allo sceriffo
Salvini di fare il “signor no”. Tutto teatro, dice Barnard: facendosi
fotografare mentre agita la croce e il rosario, il capo della Lega
chiarisce che non si permetterebbe mai di contestare il potere religioso, che secondo Barnard è il vero motore dell’emigrazione. «Il tasso di natalità africano – scrive il giornalista sul suo blog – è una macchina di disperazione e di morte di proporzioni infernali: non esiste guerra,
sfruttamento neo-coloniale, franco Cfa o malapolitica africana che gli
possa stare vicino, come causa nella monumentale tragedia della loro
povertà oggi».
Secondo Barnard, nel 2019, «il vero anti-razzista e umanitarista deve
guardare in faccia l’africano e l’africana e dirgli di smetterla di
figliare come pazzi». Il giornalista punta il dito contro «la
perversione mentale chiamata fede cristiana che noi abbiamo
esportato e che continuiamo a esportare là, e che fisicamente impedisce
ai metodi contraccettivi e all’educazione ai diritti riproduttivi di
raggiungere le donne del continente, anche quando sono laiche e
consapevoli». In Africa una donna negli anni di fertilità partorisce dai
5 ai 7 figli, in media. L’Onu prevede che, fra 30 anni, più di un
miliardo di umani si aggiungerà alla già stipata Africa. «Nonostante i
cosiddetti aiuti umanitari – con missionari laici o religiosi, con
l’industria delle donazioni e della “caritas cristiana” – il numero
totale di poveri estremi nell’Africa Sub-Sahariana è oggi più alto che
nel 1981. E di nuovo: l’abnorme tasso di natalità gioca, in questo, un
ruolo infernale». Le cause storiche della povertà africana le
conosciamo, e sono «il nostro furto delle loro risorse ma anche la loro
corruzione». Ma figliare a questo ritmo scriteriato, aggiunge Barnard,
«creerebbe disperazione economica anche nella Svizzera delle banche,
disintegrerebbe il potere di spesa sociale della Fed degli Stati Uniti».
Insiste Barnard: il flusso dei profughi economici che vediamo oggi è
solo la minuscola frazione dei fuggitivi africani che riescono ad
arrivare in Libia. Ma il 99% dei futuri migranti stanno appena più a
Sud, «e sono quelli che arriveranno quando la vera crisi
dei migranti esploderà: sono gli africani dell’immenso bacino
cattolico». Che fare? Tanto per cominciare, bisognerebbe «distribuire su
scala intensiva preservativi agli africani», attraverso «programmi di
educazione ai diritti riproduttivi (come evitare gravidanze non volute),
in un accordo non solo con i politici, ma con le due maggiori religioni
africane, cattolicesimo e Islam». Significherebbe «aiutare a prevenire
almeno una notevole fetta di sofferenze umane che negli ultimi 40 anni
hanno di molto superato in numeri quelle dell’Olocausto nazista». E di
conseguenza, «prevenire la crisi
dei migranti». Al contrario, ostacolare la contraccezione in un’Africa
già irresponsabilmente riproduttiva «significa pianificare a tavolino uno sterminio, con tragedie incalcolabili, con la destabilizzazione peggiore mai vissuta dall’Europa moderna». Un fenomeno che, fra l’altro, «alimenta la proliferazione dei nuovi fascismi europei».
In un’intervista del 1952, ricorda Barnard, il filosofo della scienza
Bertrand Russell «non solo predisse il globale dramma delle migrazioni
per povertà, ma dettò la ricetta per fermarle, auspicando allo stesso
tempo equità economica nell’intero pianeta». Barnard considera Russell
«la mente forse più lucida, autorevole e umanitarista del XX secolo».
Nodo irrisolto, da allora: il problema demografico e la proibizione
cristiana della contraccezione. «Sarà impossibile ridurre la
diseguaglianza globale – disse Russell – se non raggiungeremo
popolazioni numericamente stabili». Altro pericolo: i poveri oggi
possono vedere come vivono i ricchi, cioè noi. «La consapevolezza, da
parte di immense masse di poveri, della disparità di ricchezza fra loro e
noi, ci porterà pericoli alla pace e calamità», aggiunse Russell. «E’
assolutamente giusto che Africa e Asia ottengano eguaglianza nella
ricchezza con l’Occidente. Ma se si vuole evitare che l’Africa e l’Asia
travolgano il mondo con immense popolazioni in estrema povertà –
concluse il filosofo – esse dovranno però imparare a mantenere
popolazioni numericamente stabili. E se non impareranno a controllare
questo, allora inevitabilmente perderanno la loro rivendicazione di
eguaglianza economica».
Cosa si deve aggiungere – dice Barnard – a parole del genere? Furono
pronunciate «cinquant’anni prima che chiunque, qui da noi, sentisse
parlare di barconi, crisi
migranti, neo-razzismo e di Salvini». Profezia lampante: «Il controllo
delle nascite, quindi la contraccezione, sono vitali per l’economia
e la giustizia globali». La soluzione è proprio la contraccezione, «non
la demente astinenza predicata dalla Chiesa». E chi si oppone a questa politica
salva-pianeta che mitigherebbe guerre, migrazioni e drammi
incalcolabili? «Due fanatici della croce vaticana, Bergoglio e Salvini»,
scrive Barnard. Per il Vaticano «la contraccezione, in ogni sua forma, è
dannazione divina, è perdizione: equivale al peggior sudiciume morale,
addirittura all’infanticidio». Non importa se poi la mancata
contraccezione miete milioni di vittime: «Conta la croce vaticana, che
purtroppo proprio nell’Africa più disperata ha una presa pandemica sui
suoi abitanti». Per Barnard, il pontefice romano e il capo
leghista «sono disgustosi entrambi», per ipocrisia: il primo
contribuisce direttamente alla strage, l’altro campa politicamente
sull’esodo. Bergoglio? «Nell’encefalo di milioni di fessi passa come un
“francescano” riformatore», come il volto nuovo (decente) della
«vomitevole Chiesa storica», cioè «quella dell’opzione per i ricchi e
morte ai poveri».
Ma per fortuna esiste Wikileaks, continua Barnard: il network di
Julian Assange rivela che Papa Francesco intervenne «in un mefitico
guazzabuglio di potere»
con il cattolico Ordine di Malta, il quale «per un errore di un tal
Gran Cancelliere» dell’ordine religioso vaticano, di nome Albrecht
Freiherr von Boeselager, «aveva osato finanziare l’uso di contraccettivi
per non sovrappopolare l’Africa, e quindi per evitare non solo le
infezioni da Aids ma anche per diminuire le crisi
dei migranti che finiscono sui barconi». Dai documenti pubblicati da
Wikileaks, il Papa si sarebbe «prodigato nel suo decennale
doppiogiochismo». Barnard ricorda che Bergoglio «fu pro/anti torturatori
argentini, fu pro/anti teologi della liberazione, fu pro/anti-preti
pedofili, fu pro/anti Fondo Monetario Internazionale alla gola dei
poveri latinoamericani, infatti aiutava una manciata di poveracci ma
ostacolava la “socialista” Kirchner». Secondo Wikileaks, se da un lato
ha messo sotto scacco la parte più conservatrice del vaticanissimo
Ordine di Malta («dopotutto deve figurare come Francesco il
progressista, no?»), dall’altro avrebbe imposto «con feroce
autoritarismo» la proibizione dei contraccettivi e dei diritti
riproduttivi su tutta l’Africa, «con morti per Aids, sovrappopolazione e
povertà disperata come conseguenze».
Ipocrisia su ipocrisia: non sono certo «i miliardi vaticani investiti
in hedge funds o immobili miliardari a pagare per l’accoglienza». Per
Barnard, siamo di fronte a «oggettivi crimini contro l’umanità, dettati
da una fede religiosa da sempre genocida». Crimini che però «farebbero
poca strada, se poi non esistessero vaste masse di complici». Fra
queste, «il “popolo del capro espiatorio” in drammatica espansione in
Ue, cioè le destre populiste, quelli che “tutto è colpa del migrante,
anche il deficit strutturale”». Peggio di loro si comportano le “anime
belle”: «Sono l’altro popolo, cioè il “popolo della caritas”, quello che
in nome della propria auto-santificazione alimenta l’orrore,
abbracciando la croce del genocidio anti-contraccettivo». In patria, i
buonisti «lavorano per l’inutile e controproducente industria della
“caritas” verso i dannati della Terra», ma spesso «vanno anche a far
danni diretti nelle ormai secolari scorribande missionarie vaticane».
Si indigna, Barnard: «Se questo “popolo della caritas” dedicasse quella montagna di energie a pretendere dalla politica
occidentale soluzioni sistemiche alla povertà e alla sovrappopolazione
del mondo, senza neppure spostarsi da casa, se questo avessero fatto da
anni invece di sentirsi “buoni” e dare l’obolo o fare il viaggetto
santo, noi nel 2019 non avremmo mai sentito parlare di un trionfante
Salvini, di barconi, di cadaveri sul fondo del Mediterraneo, di
neofascismi in tutto l’Occidente e, soprattutto, la tragedia del Terzo
Mondo sarebbe ora solo un brutto ricordo». E invece ecco ogni giorno in
televisione «il Santo Signore di tutti gli Ipocriti, con al seguito il
vostro beniamino padano che sbraita contro l’invasione dei disperati ma
bacia la croce che l’alimenta a tutta forza». Però «mica se la prende
con le gabbane, il Matteo: no, solo coi disperati». Ribadisce Barnard:
«Priorità per la tragedia migranti: contraccettivi e educazione ai
diritti riproduttivi. Ora. Perché mentre ne respingete uno, là se ne
creano 10.000».
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giovedì 21 febbraio 2019
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