martedì 19 febbraio 2019

Sicurezza Alimentare. Nuovo allarme cibo: 600 milioni di malati per contaminazioni.

La sicurezza alimentare nel mondo è sempre di più uno degli argomenti che sta interessando l'opinione pubblica. Un tema relativamente al quale sono noti già dati preoccupanti.
Per la FAO, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, 815 milioni di persone nel mondo soffrono la fame e 2 miliardi la malnutrizione.
In questi giorni si sono accesi i riflettori della prima Conferenza internazionale sulla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, organizzata proprio dalla FAO insieme all'Unione Africana, all'Organizzazione Mondiale della Sanità e all'Organizzazione Mondiale del commercio.
L'evento si è tenuto ad Addis Abeba, in Etiopia, il 12 e 13 febbraio e ha preceduto di appena due mesi il Forum internazionale sulla sicurezza degli alimenti e sul commercio in programma a Ginevra la seconda metà di aprile. Nel corso dei suoi lavori sono stati resi noti nuovi dati allarmanti: oltre 600 milioni di persone al mondo si ammalano ogni anno per l'ingerimento di cibi contaminati da batteri, parassiti, sostanze chimiche, tossine e virus, con i decessi che arrivano a toccare quota 420 mila unità.

Inoltre, l'impatto di alimenti non sicuri costa ogni anno alle economie a reddito medio-basso circa 95 miliardi di dollari in perdita di produttività, derivante dal fatto che le malattie legate a carenze alimentari pericolose sovraccaricano i sistemi sanitari danneggiando così economia, commercio e turismo.
Quanto rivelato ad Addis Abeba, dunque, fa capire come il cibo possa essere addirittura una minaccia, e non "fonte di nutrimento e divertimento", come ha dichiarato il direttore dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, e per questo motivo la sicurezza degli alimenti deve essere un obiettivo fondamentale in ogni fase della catena alimentare.
Dalla produzione, alla raccolta, alla lavorazione, allo stoccaggio, alla distribuzione e alla preparazione, fino ad arrivare al consumo. Per far sì che questo accada naturalmente occorre che ci sia una sempre maggiore attività di cooperazione internazionale, per evitare che alimenti non sicuri causino problemi di salute e ostacolino i progressi verso uno sviluppo sostenibile.
La conferenza internazionale in Etiopia si è proposta di fatto quale la COP (la Conferenza Internazionale sul Clima) della sicurezza alimentare: vi hanno preso parte ministri dell'agricoltura, della salute e del commercio provenienti da oltre 130 paesi, che hanno dibattuto assieme ad esperti scientifici, agenzie, partner e rappresentanti di organizzazioni di consumatori, produttori alimentari, organizzazioni della società civile e del settore privato.
Tutti insieme con un comune obiettivo, che è quello di identificare le politiche necessarie per assicurare la disponibilità e l'accesso a cibo sicuro non soltanto oggi, ma anche e soprattutto in futuro. Come per combattere il cambiamento climatico dunque, così è richiesta l'unione tra i paesi del mondo per aumentare la sicurezza degli alimenti sulla strada del nostro benessere e dello sviluppo sostenibile. Speriamo però che almeno in questo caso non ci sia un Donald Trump qualunque a mettersi di traverso.

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