Questa lettera è di Paola e Michele che scrivono da Bari.
..."Ogni Comunità ospitante viene organizzata (con spese a carico del
Comune di appartenenza) con tantissime figure: educatori, psicologi,
assistenti sociali...
repubblica.it Concita De Gregorio
"In seguito a cambiamenti familiari io e mio marito, con più tempo da
dedicare, ci poniamo come progetto l’affido di uno o più minori. Ci
sottoponiamo alle valutazioni di rito: quella da parte dei consulenti
del Tribunale di competenza, consultorio del territorio, altri
consultori con altri colloqui psicodiagnostici, valutazioni da parte di
diversi team di specialisti del settore (psicologi, assistenti sociali,
operatori), tutti ci vivisezionano accuratamente (e noi apriamo
volentieri il nostro vissuto, più e più volte), ci affidiamo a
consiglieri comunali, a segretari e impiegati nei vari ruoli. Fiduciosi,
maciniamo chilometri e tempo da dedicare agli esami delle nostre
persone".
"Ogni relazione ci ha descritto come risorsa, adeguati al ruolo di
affidatari. Seguiamo incontri sul tema per quasi 3 anni. Se risulta
necessario ripetiamo con nuovi visi tutti i test e gli ormai
dolorosissimi colloqui… Ancora corsi di formazione, ancora incontri
organizzati dal Comune tal dei tali. E poi la valutazione presso altri
Tribunali di province vicine (con documenti, appuntamenti).
Poi la
conoscenza delle Comunità dove sono ospitati tantissimi ragazzi (una
vera sorpresa scoprirne il numero…) storie immense per gravità e
varietà".
"Ogni Comunità ospitante viene organizzata (con spese a carico del
Comune di appartenenza) con tantissime figure: educatori, psicologi,
assistenti sociali. Tantissima gente ruota attorno ad ogni sede, non
sono mai riuscita a identificare tutti i componenti dedicati alle
strutture, ne spuntavano sempre di altri. Abbiamo avuto la possibilità
di avvicinare un ospite di una comunità e ci siamo resi conto che la
persona in questione non era stata mai ascoltata, i suoi desideri, le
sue capacità non erano minimamente note agli operatori che ne avevano
cura, nonostante i tanti, tanti anni di vita trascorsi in struttura".
"Come se tutto questo vorticoso ruotare intorno ai minori non fosse
finalizzato a renderli consapevoli, a favorirne le autonomie e la
crescita attraverso l’ospitalità di ambienti familiari adeguati…. ma
anzi a perpetuarne lo stazionare in tali luoghi. E ancora.. nuovi corsi
di formazione finanziati pubblicamente, per riflettere… Ma i ragazzi in
questi infiniti tempi, rimangono lì, inascoltati, lontani da un ambiente
ospitante che potrebbe dar loro calore e relazioni, utili a
riconquistare un minimo di serenità (a costo zero per lo Stato)".
"Per le pratiche di adozione è giusto che le situazioni siano
approfondite e analizzate profondamente… ma per una richiesta di affido,
che ha il fine di ospitare minori appartenenti a famiglie in
difficoltà, 3 anni trascorsi solo in spietate valutazioni senza potersi
mettere in gioco, sono incomprensibili o forse no, visto il business
istituito".
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martedì 26 febbraio 2019
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