martedì 26 febbraio 2019

Lettera. Il business dell'affido di minori.

Questa lettera è di Paola e Michele che scrivono da Bari.

..."Ogni Comunità ospitante viene organizzata (con spese a carico del Comune di appartenenza) con tantissime figure: educatori, psicologi, assistenti sociali...

repubblica.it Concita De Gregorio
affidamento"In seguito a cambiamenti familiari io e mio marito, con più tempo da dedicare, ci poniamo come progetto l’affido di uno o più minori. Ci sottoponiamo alle valutazioni di rito: quella da parte dei consulenti del Tribunale di competenza, consultorio del territorio, altri consultori con altri colloqui psicodiagnostici, valutazioni da parte di diversi team di specialisti del settore (psicologi, assistenti sociali, operatori), tutti ci vivisezionano accuratamente (e noi apriamo volentieri il nostro vissuto, più e più volte), ci affidiamo a consiglieri comunali, a segretari e impiegati nei vari ruoli. Fiduciosi, maciniamo chilometri e tempo da dedicare agli esami delle nostre persone".


"Ogni relazione ci ha descritto come risorsa, adeguati al ruolo di affidatari. Seguiamo incontri sul tema per quasi 3 anni. Se risulta necessario ripetiamo con nuovi visi tutti i test e gli ormai dolorosissimi  colloqui… Ancora corsi di formazione, ancora incontri organizzati dal Comune tal dei tali. E poi la valutazione presso altri Tribunali di province vicine (con documenti, appuntamenti).
Poi la conoscenza delle Comunità dove sono ospitati tantissimi ragazzi (una vera sorpresa scoprirne il numero…) storie immense per gravità e varietà".

"Ogni Comunità ospitante viene organizzata (con spese a carico del Comune di appartenenza) con tantissime figure: educatori, psicologi, assistenti sociali. Tantissima gente ruota attorno ad ogni sede, non sono mai riuscita a identificare tutti i componenti dedicati alle strutture, ne spuntavano sempre di altri. Abbiamo avuto la possibilità di avvicinare un ospite di una comunità e ci siamo resi conto che la persona in questione non era stata mai ascoltata, i suoi desideri, le sue capacità non erano minimamente note agli operatori che ne avevano cura, nonostante i tanti, tanti anni di vita trascorsi in struttura".

"Come se tutto questo vorticoso ruotare intorno ai minori non fosse finalizzato a renderli consapevoli, a favorirne le autonomie e la crescita attraverso l’ospitalità di ambienti familiari adeguati…. ma anzi a perpetuarne lo stazionare in tali luoghi. E ancora.. nuovi corsi di formazione finanziati pubblicamente, per riflettere… Ma i ragazzi in questi infiniti tempi, rimangono lì, inascoltati, lontani da un ambiente ospitante che potrebbe dar loro calore e relazioni, utili a riconquistare un minimo di serenità (a costo zero per lo Stato)".
"Per le pratiche di adozione è giusto che le situazioni siano approfondite e analizzate profondamente… ma per una richiesta di affido, che ha il fine di ospitare minori appartenenti a famiglie in difficoltà, 3 anni trascorsi solo in spietate valutazioni senza potersi mettere in gioco, sono incomprensibili o forse no, visto il business istituito".

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