martedì 12 febbraio 2019

Roma. Manifestazione per il Venezuela, ma contro il golpe e la complicità dell’Italia




  contropiano
Oggi pomeriggio piazzetta Vidoni nei pressi del Senato si è via via riempita di persone, attivisti e militanti, scesi in piazza contro il golpe in Venezuela mentre al Senato e alla Camera si discuteva la comunicazione del Ministro degli Esteri Moavero.

Il sit in avrebbe dovuto tenersi originariamente a Montecitorio, ma la Questura lo ha vietato per fare spazio alla manifestazione della destra contro Maduro sponsorizzata da Mara Carfagna di Forza Italia e dal Presidente del Parlamento europeo Tajani. La motivazione ufficiale data per il divieto non era ovviamente questa ma che piazza Montecitorio era occupata dalla…. Coldiretti. Una coincidenza che però non ha avuto lo stesso peso per i manifestanti della destra. E che ci fosse tensione nell’aria lo si è capito anche in piazzetta Vidoni dove la manifestazione in solidarietà con il Venezuela Bolivariano era stata circondata e occultata anche agli occhi dei passanti da una presenza asfissiante delle forze dell’ordine, tant’è che a un certo punto i manifestanti hanno forzato la transenna e si sono spintonati con gli agenti di polizia. Dopo qualche minuto di parapiglia, la polizia si  è allargata permettendo che manifestanti e striscioni fossero visibili.
“Siamo qui per la democrazia. Siamo qui per il rispetto della democrazia partecipativa e per l’unico presidente legittimo del Venezuela che si chiama Nicolas Maduro”, ha detto al microfono Luciano Vasapollo ha aperto la manifestazione di solidarietà davanti al Senato oggi a Roma. Solidarietà al governo venezuelano vittima dell’ennesimo colpo di stato da parte degli Stati Uniti e dell’ennesimo bombardamento mediatico da parte di quei media che non sono mai sazi del sangue che hanno fatto versare in questi anni ai popoli di Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina. Su questo ha insistito Giorgio Cremaschi il quale ha sostenuto che: “Siamo qui anche per la democrazia in Italia, non solo quello del Venezuela. Il bombardamento mediatico di fake news di un’unica parte, quella golpista che ha fatto decine di morti nel terrorismo delle strade, è una prova di regime: qui in Italia. E’ una attacco alle libertà minime in Italia”, ha sottolineato Cremaschi nel suo intervento.

Al microfono si sono alternati compagne e compagni di tutte le organizzazioni e associazioni presenti, da Italia-Cuba alla Rete No War all’Usb, da Potere al Popolo al Prc, da Patria Socialista al Pci. E’ emersa la volontà comune di mantenere e sviluppare la mobilitazione al fianco del Venezuela inclusa l’ipotesi di una manifestazione nazionale. Su questo lunedi sera a Roma ci sarà una prima riunione per cominciare a discuterne.




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