martedì 5 febbraio 2019

Protesta sociale, i due pesi e le due misure di Di Maio e del M5S. A Pomigliano d'Arco studenti costretti a starsene buoni con le mani sulla testa e sotto la minaccia dei manganelli durante la visita del vice-premier, che poi però incontra i Gilet Gialli


 controlacrisi-fabrizio salvatori
Movimento Cinque stelle a "doppio registro" sulle lotte sociali. Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista da una parte incontrano Christof Chalencon, uno dei leader dei gilet gialli nella periferia di Parigi. Poi però a Pomigliano gli studenti del liceo Imbriani (dove ha studiato il vicepremier), come racconta una foto che sta circolando sul web e che è stata pubblicata da Tpi (un pezzo di Giulio Cavalli, clicca qui), vengono costretti a stare seduti con le mani sopra la testa e sotto la minaccia dei manganelli durante la visita proprio del vicepremier.
Spiegano dall'ufficio stampa del vicepremier  che con i francesi c'è stato un "clima di grande entusiasmo" e preannunciano un "nuovo incontro nelle prossime settimane a Roma". Bene, e perché a Pomigliano d'Arco è stato minacciato l'uso della forza contro un gruppetto di studenti inermi?
Quando il vicepremier è arrivato in pompa magna nel suo liceo (e per un puro caso la sua auto blindata è stata filmata davanti a uno striscioni di studenti che diceva “Di Maio scendi e vieni a parlare con noi”) l’ingente cordone di sicurezza era già fuori dai cancelli per impedire qualsiasi assembramento di studenti e di lavoratori, scrive Cavalli.
Uno studente all’agenzia di stampa Dire racconta di essere stato minacciato sul suo prossimo voto in condotta e aggiunge che alcuni studenti sono stati costretti a rientrare in classe per non partecipare alla protesta.

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