contropiano
Ieri a Napoli c’è stato l’incontro tra la delegazione del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo e la segreteria di Dema con la partecipazione anche del sindaco De Magistris. Sull’incontro Potere al Popolo ha reso pubblica una nota che riportiamo:
“Venerdì la delegazione del coordinamento nazionale di Potere al popolo!, tra cui anche i due portavoce Giorgio Cremaschi e Viola Carofalo, si è incontrato a Napoli con Luigi de Magistris e alcuni esponenti della segreteria di Dema. Abbiamo presentato il documento approvato dal coordinamento nazionale di domenica scorsa chiarendo che i punti lì espressi sono per noi condizioni irrinunciabili per l’alleanza. A seguito del lavoro dei tavoli della coalizione verrà prodotto un documento che Potere al popolo discuterà e valuterà”.
Oggi a Napoli si riunisce il tavolo della coalizione di De Magistris che dovrà scrivere il preambolo politico al programma. Il documento verrà inviato anche a Potere al Popolo e si andrà alla verifica sui contenuti.
Risulta evidente come Potere al Popolo contempli una eventuale alleanza per le elezioni europee, non una confluenza, con il progetto politico della coalizione di De Magistris, sulla base dei contenuti ritenuti irrinunciabili, quindi non mediabili, riportati nel documento approvato dal Coordinamento nazionale di domenica 28 gennaio che riportiamo qui di seguito:
(….) “Il Coordinamento assume dunque il compito di costruire l’alleanza con De Magistris, verificando il più rapidamente possibile (entro il 17 febbraio) se i contenuti e le pratiche di tale alleanza siano compatibili con quelli espressi da Potere al Popolo! in quest’anno e mezzo di impegno e di lotte.
Potere al Popolo! nasce proprio per marcare una differenza dalle esperienze del passato, soprattutto da liste elettorali in cui dentro c’è tutto e il contrario di tutto e in cui ogni candidato parla una lingua diversa. Pensiamo che questo non sarebbe comprensibile per la nostra gente e che si possa e si debba invece costruire un’alleanza basata su una visione chiara e un progetto radicalmente alternativo sia al campo dell’europeismo liberista del PD, sia a quello nazionalista liberista di Lega e 5 Stelle.
Concretamente, sono discriminanti per noi i seguenti punti, che sono già stati condivisi negli incontri avuti con DEMA (in particolare quelli riguardanti le questioni internazionali che, trattandosi di elezioni europee, sono ineludibili):
- La rottura dei Trattati europei, non è una questione
ideologica, ma un passaggio imprescindibile per realizzare quello che da
anni chiedono le classi popolari europee (politiche sociali e del
lavoro, redistribuzione della ricchezza, recupero della sovranità
popolare come scritto nella nostra Costituzione). Questi Trattati non
sono mai stati votati dal popolo italiano e rappresentano oggi il
vincolo che strozza intere popolazioni (come abbiamo visto in Grecia). Non si può più confondere l’Unione Europea, che è questo progetto neoliberista, con l’Europa. Questo è ormai chiaro a molti movimenti sociali e politici di altri paesi europei, come ad esempio La France Insoumise,
che mettono al centro la disobbedienza immediata e condivisa a livello
comunitario ai diktat dei Trattati, e, laddove gli apparati dell’UE
impedissero l’effettiva realizzazione della volontà popolare, contemplano anche la possibilità di una rottura unilaterale per riconfigurare fra i diversi Stati un nuovo tipo di rapporto, più libero e giusto. - Revisione radicale delle spese e delle servitù militari, della nostra adesione alla NATO e della collocazione internazionale dell’Italia. Non possiamo permettere che il nostro paese sia complice di golpe militari come quello che la destra sudamericana e Trump hanno ordito contro il governo di Maduro in Venezuela. Ci sembra gravissimo l’ultimatum rivolto dall’UE a uno stato libero e sovrano, foriero di nuove guerre e tragedie e che viola il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Per noi sarebbe impossibile condividere un percorso con chi accetta che i governi possano essere cambiati con i colpi di stato o con le guerre, come abbiamo già visto troppe volte in questi trent’anni.
- Se vogliamo costruire un’alleanza di tipo nuovo e credibile agli occhi dei settori popolari massacrati dalle politiche del centrosinistra e della destra, non si può non essere alternativi al PD sia livello nazionale che locale.
- Infine, pensiamo che un’alleanza che voglia trasformare la società non possa prescindere da una forte caratterizzazione rispetto alle questioni di genere, nel programma, nell’organizzazione e nella comunicazione.
Indipendentemente dall’esito degli incontri, ci impegniamo a costruire una iniziativa politica di approfondimento e confronto sulla questione europea entro la prima metà di marzo” (….)
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