domenica 17 febbraio 2019

Emergenza climatica, la vera sfida del futuro è impedirla. E c’è chi si batte per questo.


Economista
Emergenza climatica, la vera sfida del futuro è impedirla. E c’è chi si batte per questo Il clima ammazza molta più gente fuori dei confini della Corea del Nord di Kim Jong-un, il nemico numero uno del pianeta secondo la narrativa globale che vuole farci credere che bisogna avere più paura di lui che della siccità decennale nei Paesi del sub-Sahara.
Gli unici che sembrano capire cosa sta succedendo sono gli adolescenti, forse perché saranno loro a dover combattere da adulti con un pianeta dal clima sempre più ostile e nemico.  
Venerdì scorso c’è stata la prima grande manifestazione di adolescenti nel Regno Unito. Invece di andare a scuola gli studenti hanno marciato in 60 città, dalla Cornovaglia alle Highlands scozzesi.

Il movimento Youth Strike 4 Climate ha quattro richieste fondamentali: 
  1. il governo deve dichiarare l’emergenza climatica; 
  2. informare il pubblico sulla gravità della situazione climatica; 
  3. riformare il curriculum scolastico nazionale per includere la crisi ecologica; 
  4. abbassare l’età del voto a 16 anni.
Youth Strike 4 Climate si ispira alla mobilitazione dell’adolescente Greta Thunberg, una sedicenne studentessa svedese, che dallo scorso agosto protesta ogni venerdì fuori dal parlamento svedese. 
Da allora, decine di migliaia di bambini e adolescenti in Belgio, Germania, Svezia, Svizzera e Australia sono scesi in piazza pacificamente. In Belgio, sede dell’Unione Europea, migliaia di studenti scioperano da almeno quattro settimane con uno slogan ormai famoso rivolto ai politici: “Farò i compiti quando tu farai il tuo”. Più di 3.000 scienziati hanno aderito e sostenuto gli scioperi tanto che il governo belga ne ha dovuto prendere atto. Il ministro per l’ambiente è stato costretto a dimettersi dopo aver falsamente affermato che i servizi di intelligence del Paese avevano la prova che i bambini che scioperavano erano teleguidati da poteri occulti. L’accusa è stata subito contraddetta dai capi dell’intelligence.
Anche la Svizzera è stata teatro di alcune delle più grandi manifestazioni di scolari. Gli attivisti locali hanno affermato che 23.000 persone hanno aderito allo sciopero dello scorso 18 gennaio e 65.000 a quello del 2 febbraio. Le più grandi manifestazioni, però, sono state quelle di venerdì scorso a Londra, a Brighton, a Oxford ed a Exeter.
In meno di un anno, Greta Thunberg ha dato vita a un movimento globale non indifferente. A dicembre, ha parlato alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, rimproverando i leader mondiali ed accusandoli di comportarsi come bambini irresponsabili. Il mese scorso, ha usato parole altrettanto dure per l’élite mondiale a Davos
“Alcune persone, alcune aziende, alcuni leader in particolare, hanno saputo esattamente quali valori inestimabili hanno sacrificato per continuare a guadagnare somme di denaro inimmaginabili. E penso che molti di voi qui oggi appartengano a quel gruppo di persone”.
Il prossimo appuntamento globale sarà il 15 marzo. 
Le richieste sono in linea con quelle del Youth Strike 4 Climate: dichiarazione immediata dello stato di emergenza climatica, introduzione di politiche energetico di zero-carbonio entro il 2030 senza geo-ingegneria e, se necessario, allontanamento o abbandono dell’attuale sistema economico. I giovanissimi attivisti ci tengono a chiarire che il problema è sistemico piuttosto che una questione di scelte di vita individuali. Hanno perfettamente ragione.

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