L'ufficializzazione, preceduta nelle scorse settimane dagli annunci di
Donald Trump, è arrivata dal segretario di stato americano Mike Pompeo:
"Negoziamo un nuovo accordo intesa se Mosca rispetta gli impegni". La
Nato ha fatto sapere di "appoggiare pienamente" la decisione. La nato
"concorda pienamente". Germania: "Ora conferenza sul disarmo".
F. Q.
Gli Stati Uniti si ritirano dallo storico trattato Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty sulle armi nucleari firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e che pose fine alla Guerra Fredda.
L’ufficializzazione, preceduta nelle scorse settimane dagli annunci di Donald Trump, è arrivata dal segretario di stato americano Mike Pompeo. La Nato ha fatto sapere di “appoggiare pienamente” la decisione sull’intesa, che vieta i missili di raggio compreso tra 500 e 5mila chilometri.
“La Russia ha violato per anni senza scrupoli il
trattato sulle armi nucleari e non ha mostrato alcun serio impegno nel
volerlo rispettare”, ha detto Pompeo motivando la decisione
dell’amministrazione. “Gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per
preservare questo trattato – ha aggiunto il capo della diplomazia di
Washington – ma la Russia ha messo e mette a rischio gli interessi degli Stati Uniti sul fronte della sicurezza.
Per questo – ha proseguito il segretario di Stato Usa – non possiamo
più essere vincolati da un accordo mentre la Russia lo viola in maniera vergognosa“.“Per troppo tempo la Russia ha violato il trattato sulle forze
nucleari a medio raggio impunemente – ha spiegato poco dopo la Casa
Bianca – sviluppando segretamente e schierando un sistema missilistico proibito che pone una minaccia diretta ai nostri alleati e alle nostre truppe all’estero”. Il processo di ritiro che sarà completato in 6 mesi a meno che la Russia non ritorni a rispettarlo distruggendo
tutti i suoi missili. “Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare
Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari”, ha proseguito
Pompeo.
Anche la Casa Bianca si è detta “pronta a ingaggiare con la Russia negoziati
sul controllo delle armi” che rispettino i criteri di “verificabilità e
applicabilità” e, cosa importante, una volta fatto questo, a
sviluppare, forse per la prima volta, un’eccezionale relazione a livello economico, commerciale, politico
e militare. Il che “sarebbe una cosa fantastica per la Russia e gli
Usa, e sarebbe ottima anche per il mondo”. “I nostri alleati Nato ci sostengono pienamente,
perché capiscono la minaccia posta dalla violazione russa e i rischi
posti dal controllo delle armi ignorando le violazioni del trattato”, ha
aggiunto.
La Germania si schiera con gli Stati Uniti: “Il trattato Inf è stato violato dalla Russia e gli appelli lanciati negli ultimi 60 giorni per più trasparenza e più informazione non hanno dato risultati”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas,
parlando a Bucarest al termine della riunione delle diplomazie del
continente, definendolo “un trattato che appartiene a due Stati
contraenti e che viene violato da una parte è di fatto invalidato”. Maas
nelle ultime settimane ha fatto la spola tra Mosca e Washington, per
tentare di salvare l’intesa: “E’ importante riportare il tema del
disarmo e del controllo internazionale delle armi nell’agenda globale –
ha spiegato ancora – includendo nel dibattito anche altri Paesi come la Cina, per questo motivo a marzo organizzeremo una conferenza sul disarmo a Berlino, dove la discussione verterà su nuovi tipi di armamenti”.
Alla linea tedesca si oppone l’Ungheria. “I Paesi dell’Europa occidentale criticano la Russia in superficie – il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijarto – ma sotto sotto le loro società fanno enormi profitti con le compagnie russe. Basta guardare agli investimenti in energia, al gasdotto che si sta realizzando tra Russia e Germania, o al fatto che il presidente Macron è stato l’ospite principale del forum economico di San Pietroburgo. Ciò che vediamo è ipocrisia, e noi, europei dell’Est, non vogliamo essere i perdenti per questa ipocrisia occidentale”.
Anche Vienna critica l’atteggiamento degli americani. “E’ un pò più
complicato” di così, ha detto la ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl a
chi le chiedeva se la responsabilità della sospensione del trattato sia
da attribuire a Mosca. “Stiamo seguendo la situazione con grande
preoccupazione”, ha detto Kneissl, spiegando che “la situazione è
relativamente complicata e sta interessando anche la Cina, non riguarda solo la Russia e gli Stati Uniti”. “La corsa agli armamenti
non solo aumenterebbe i rischi, ma costa anche un’enorme quantità di
denaro che potrebbe essere utilizzata altrove”, ha aggiunto la ministra
austriaca. La richiesta di Vienna è di affrontare la questione nei forum
internazionali per il disarmo. “Non sono cose che saranno negoziate in
cinque o otto anni come un accordo di libero scambio”, ha avvertito
Kneissl, una soluzione potrebbe “richiedere fino a trent’anni“.
Poco prima dell’annuncio l’Unione europea aveva fatto sentire la propria voce tramite Federica Mogherini: “I Paesi dell’Ue non sono parte del trattato, ma sono quelli che maggiormente ne beneficiano. – ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera – Rivolgiamo il nostro appello affinché il Trattato sia preservato
e rispettato in pieno da entrambe le parti”. Questo trattato è
importante per la nostra “sicurezza. Non vogliamo che il nostro
continente torni ad essere un campo di battaglia in cui altre superpotenze si affrontano, questo appartiene alla storia del passato remoto, e non vogliamo neppure valutare un percorso all’indietro su questo cammino”.
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venerdì 1 febbraio 2019
Ci mancava. Armi nucleari, Usa confermano il ritiro dal trattato Inf: “La Russia lo viola da sempre. Noi pronti a una nuova intesa”.
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