lunedì 9 ottobre 2017

Classe Operaia. Ilva, sciopero di 24 ore dei lavoratori contro i 4mila esuberi. “Adesione totale in tutti gli stabilimenti”.


A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco, a cui il ministero dello Sviluppo ha deciso di cedere il gruppo. Lunedì il primo incontro con i sindacati in via Veneto. 
Ilva, sciopero di 24 ore dei lavoratori contro i 4mila esuberi. “Adesione totale in tutti gli stabilimenti” “La giornata è iniziata in tutti gli stabilimenti Ilva con la mobilitazione dei lavoratori proclamata dalle organizzazioni sindacali a sostegno della trattativa. Dai primi dati l’adesione a Taranto, Genova, Novi Ligure, è totale“. Ha avuto successo, stando ai primi dati diffusi dal segretario generale Fim Cisl Marco Bentivoglilo sciopero di 24 ore dei dipendenti Ilva indetto per protestare dopo che venerdì scorso ArcelorMittal ha annunciato che ci saranno oltre 4mila esuberi in tutta Italia e gli altri 10mila dipendenti saranno licenziati e riassunti senza le tutele dell’articolo 18. In giornata è in programma un vertice al ministero dello Sviluppo economico in cui sarà discusso il piano dell’acquirente Am Investco, joint venture tra il gruppo franco-indiano Arcelor e Marcegaglia.

Sui 4mila esuberi programmati 3.300 saranno a Taranto, dove davanti alle portinerie A, D, Tubifici e imprese sono in corso presidi di lavoratori e sindacati. È previsto che gli operai convergano verso la direzione per un’assemblea. Il governo ha garantito che non lascerà nessuno senza tutele, ma per i sindacati si parte da una base di confronto inaccettabile. A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco. Innanzitutto, fanno rilevare i sindacati, perderanno le garanzia dell’art.18 perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act. Inoltre, così come evidenziato nel piano, non ci sarà alcuna “continuità rispetto al rapporto di lavoro” precedente “neanche in relazione al trattamento economico e all’anzianità”. Ora toccherà ai sindacati trattare per riuscire a mantenere i livelli retributivi.
Pinotti: “Rivedere le condizioni peggiorative per i lavoratori” – “I lavoratori hanno ben compreso – ha detto Bentivogli – che le basi su cui si articola il piano industriale vanno radicalmente modificate. Continuiamo a ribadire, come in tutti questi anni, che è possibile modificare il piano affinché si rilanci la produzione dell’acciaio, si salvaguardi l’ambiente e si escludano licenziamenti”. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervistata da La Stampa e Repubblica, sostiene che “il governo sta al fianco delle preoccupazioni dei lavoratori e non certo dall’altra parte”. “Ne ho parlato con il ministro Calenda – ha detto ancora Pinotti – e anche con il viceministro Bellanova e il ministro invita tutti a un confronto schietto e democratico (…) noi vogliamo lavorare per diminuire il numero degli esuberi e per rivedere le condizioni che possono essere peggiorative dal punto di vista dei lavoratori”. Il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, dal canto suo, ricorda che “Ilva è fallita” e “chi viene per salvarla apre una trattativa sulla riduzione del costo del lavoro“. E ancora: “Come fai a gestire un’impresa fallita, con un appesantimento di Aia? Non si possono imporre standard altissimi di presidi ambientali che comportano extra-costi rispetto ai concorrenti, e poi pensare che non succeda nulla e non si scarichi su niente. Bisogna essere realisti”, afferma il patron della Duferco. “Le condizioni ambientali sono così draconiane che si è cercato di trovare efficienza in tutti i modi possibili”.
A Genova lo striscione “Pacta servanda sunt” – Dopo l’assemblea all’alba davanti allo stabilimento genovese i dipendenti hanno lasciato il cantiere per dirigersi verso il centro città. Al momento il corteo si trova all’altezza di Cornigliano, dopo il blocco della Strada Nuova di Genova i lavoratori si dirigeranno attraverso Sampierdarena prima e poi piazza della Nunziata in direzione di piazza Corvetto per un presidio sotto la sede della Prefettura. In testa al corteo due striscioni, il primo che ricorda: Pacta servanda sunt e il secondo che recita: In lotta senza paura per il lavoro e per Genova. La richiesta dei sindacati è quella di ottenere il rispetto dell’accordo di programma 2005 che riguarda lo stabilimento di Genova, che prevedeva il mantenimento della continuità produttiva dopo la chiusura dell’area a caldo, con nuovi investimenti, e garantiva i livelli occupazionali e la continuità di reddito per i dipendenti. La mobilitazione degli operai dell’Ilva ha ricevuto il sostegno di tante realtà genovesi tra cui quella dei lavoratori portuali, un gruppo dei quali in questi minuti si sta radunando in via Balleydier oltre a vigili del fuoco e a delegazioni dalle principali industrie di Genova.

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