giovedì 13 ottobre 2016

NoTAV. Appello ad alta velocità: il pm chiede due secoli di carcere per i No Tav.

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Non sorprendente, ma devastante per la credibilità stessa dell'accusa, una considerazione del pm: "Non vedo da parte di nessuno una presa di distanza: non ci sarà mai perché la radicata convinzione di essere nel giusto e che lo Stato stia sbagliando non verrà mai ritrattata". In effetti, visto che tutti sanno che l'opera non verrà mai completata – la Francia, dove il tunnel dovrebbe "sbucare", l'ha cancellata dalla liste delle "opere prioritarie" – la "radicata convinzione di essere nel giusto e che lo Stato stia sbagliando" è decisamente comprovata. Non sarebbe eccessivo aspettarsi un magistrato che almeno legga con attenzione i giornali per sapere di cosa tratta la causa che ha tra le mani e per cui chiede secoli di carcere…
Questo è quello che era accaduto all'udienza di ieri, nella cronaa di NoTav.info:
Si è tenuta oggi la terza udienza del processo d’appello contro i 53 notav per le giornate di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio 2011. Il procuratore generale Saluzzo ha aperto l’udienza con una lunga esposizione sul come e il perché si è arrivati alle giornate del 2011 motivando, attraverso l’uso di norme legislative, il comportamento delle forze dell’ordine e i lanci di lacrimogeni.

In perfetta continuità con la linea tracciata da Caselli e i pm Padalino e Rinaudo, il procuratore Saluzzo ha poi continuato su come l’attacco giudiziario non sia contro il movimento, ma solo contro le frange violente, litania ormai usata come puro esercizio retorico dalla procura torinese contro i notav che cerca, fallendo tragicamente, di delegittimare una doverosa lotta di resistenza agli occhi dell’opinione pubblica. Nella sua lunga, quanto noiosa, esposizione il procuratore Saluzzo dichiarava, fra le altre cose che “Noi non criminalizziamo il pensiero, il dissenso, i manifestanti che dimostrano pacificamente le loro idee. Noi perseguiamo gli atti violenti”. Peccato che la procura non abbia accennato, ad esempio, al caso di Erri De Luca come quello della laureanda giudicata colpevole di concorso morale in violenza aggravata e occupazione di terreni.
Stanchi di sentire un’arringa di questo tipo, gli imputati, una ventina, hanno interrotto il procuratore Saluzzo per leggere una dichiarazione collettiva. Il giudice ha invocato più volte l’interruzione della lettura, ma gli imputati hanno letto per intero la dichiarazione facendo indispettire del tutto il giudice che ha chiesto ai carabinieri presenti in aula di farli allontanare. Anche il pubblico che solidarizzava con gli imputati è stato fatto allontanare dall’aula e insieme hanno sfilato in corteo verso l’uscita del tribunale al grido “Giù le mani dalla Valsusa”.
Una volta lasciata l’aula, imputati e pubblico si sono poi recati a Bussoleno per passare una giornata con l’evasa Nicoletta.
L’azione maldestra di Saluzzo, come per Caselli prima, di screditare il movimento è sotto gli occhi di tutti. Inoltre è sempre più evidente come la procura sia in difficoltà di fronte ai rifiuti dei notav di rispettare le misure cautelari imposte dal potere giudiziario. Una difficoltà che si manifesta nell’inefficienza di tali misure, incapaci di piegare il movimento e la solidarietà che viene espressa alla nostra lotta.
 
La dichiarazione degli imputat* letta in aula:
Il processone contro le giornate di resistenza del 27 giugno e 3 luglio 2011 in Clarea è arrivato all’appello.
Noi rivendichiamo quelle giornate, la giustezza della lotta Notav!
Ci siamo trovati di fronte alla vostra scelta meditata di inserire l’appello di questo processo nella campagna di monito, intimidazione e di impiego delle varie forme di restrizioni che hanno l’obiettivo di disperdere il movimento Notav.
Il vostro scopo è semplice – aprire la strada alla devastazione dei territori e alle truffe ad “alta velocità” in Valsusa come in tutto il paese.
Le divisioni cui mirate con le vostre molteplici limitazioni della libertà non ci impauriscono e non ci dividono. Il vostro obiettivo, in perfetta continuità con la più generale strategia della procura di Torino, l’avete da subito mostrato separando addirittura il processone in 2 tronconi.
Lamentiamo l’alta velocità con cui è stato fissato questo appello mentre per l’appello riferito alla condanna in primo grado del 2011 per turbativa d’asta (appalto Tav Chiomonte) non è stato fissato alcun appello. Ci riferiamo al processo in cui sono stati condannati Comastri e Procopio di LTF
Ribadiamo la vicinanza e la solidarietà ad Alessio, Roby, Juan, Filo e Gianluca che avete allontanato, arrivando a proporre sfacciatamente un processo a latere, questo perché a voi è necessaria una sentenza punitiva e rapida contro i movimenti di lotta, a cominciare dal movimento Notav!
Sosteniamo la scelta di decine e decine di compagne e compagni, che da mesi contrastano con cosciente determinazione il tentativo di separarli dalle lotte – a Pisa, Roma, Venezia, Saronno, Torino, Ventimiglia compresa la Valle !
Oggi, per tutte queste ragioni, lasciamo l’aula, per unirci a Bussoleno, all’evasa Nicoletta!
ORA E SEMPRE NO TAV!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
GIU’ LE MANI DALLA VALSUSA!
Tribunale di Torino 11 ottobre 2016

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