La decisione – emblematica e pesante – secondo lo Stimson Center, un think thank statunitense, arriva dopo una dichiarazione resa nota lunedi secondo cui le 50 bombe nucleari Usa installate nella base di Incirlik “ erano a rischio di essere catturate dai terroristi o da altre forze ostili". Il riferimento al brusco peggioramento delle relazioni con la Turchia di Erdogan appare piuttosto evidente.
"Non è facile spostare oltre 20 armi nucleari", ha detto una fonte a Euractiv, aggiungendo che il trasferimento nella base rumena di Deveselu ha posto sfide tecniche e politiche rilevanti. Il rapporto sottolinea che la mossa farà particolarmente infuriare la Russia.
Il ministero degli Esteri romeno ha negato con forza che tutte le armi nucleari statunitensi siano stati trasferiti in Romania.
La base di Incirlik, si trova a soli 110 chilometri dal confine con la Siria, è un importante base NATO e un trampolino di lancio fondamentale per la coalizione a guida statunitense impegnata nelle operazioni in Siria, ufficialmente contro l’Isis. Incirlik ospita aerei dagli Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Qatar, tutti coinvolti nella campagna aerea. In un'intervista del mese di luglio, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu era arrivato a suggerire di aprire Incirlik anche alla Russia, una ipotesi che ha fatto saltare i nervi ai partner NATO della Turchia che già utilizzano la base
Lo spostamento delle armi nucleari dalla Turchia alla Romania, da un lato “appesantisce” la militarizzazione sul fronte est dell’Europa, a ridosso dell’Ucraina e dunque del teatro di crisi diretto con la Russia. Dall’altro è bene ricordare che proprio l’installazione dei missili usa in Turchia fu alla base della famosa crisi dei missili del 1962, quando in risposta a questa decisione, l’allora Urss intendeva installare missili nucleari a Cuba. Il mondo, in quell’occasione, era andato assai vicino alla Terza Guerra Mondiale.
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