Il commento dello scrittore napoletano in seguito al terremoto di
stanotte che ha sconvolto alcuni centri del Lazio e delle Marche…
libreriamo.it
MILANO – Si abita una terra precaria, ogni generazione cresce ascoltando
storie di terremoti. E’ questa una delle riflessioni dello scrittore
Erri De Luca in seguito al terremoto di stanotte che ha sconvolto alcuni centri del Lazio e delle Marche,
definito dall’autore stesso “un naufragio in terra”. Ecco l’intervento
dello scrittore napoletano. Parole che fanno riflettere.
“Il terremoto è un naufragio in terra. Le case diventano imbarcazioni
scosse tra le onde e sbattute sugli scogli. Si perde tutto, si conserva
la vita, lacera, attonita che conta gli scomparsi sul fondo delle
macerie.
Si abita un suolo chiamato per errore terraferma. È terra scossa da
singhiozzi abissali. Questi di stanotte sono partiti da oltre
quattromila metri di profondità. Qualche giorno fa stavo agli antipodi,
oltre quattromila metri sopra il mare. Quel monte delle Alpi non è un
meteorite piovuto dal cielo, ma il risultato di spinte e sollevamenti scatenati dal fondo del
Mediterraneo. Forze gigantesche hanno modellato il nostro suolo con
sconvolgimenti.
Si abita una terra precaria, ogni generazione cresce ascoltando
storie di terremoti. Così, con le narrazioni, i vivi smaltiscono le
perdite. Le macerie si spostano, si abita di nuovo lentamente, ma al
loro posto restano le voci, le parole degli scaraventati all’aperto, a
tetti scoperchiati. Ricordano, ammoniscono a non insuperbirsi di nessun
possesso.
Arriva cieco di notte il terremoto e sconvolge i piccoli paesi. Ma i
mezzi di soccorso sono di stanza nei grandi centri. Fosse un’invasione,
quale generale accentrerebbe le sue forze lontano dai confini? Per il
protettor civile questo ragionamento non vale. Ogni volta deve spostare
le sue truppe con lento riflesso di reazione. Ai naufraghi nelle prime
ore serve il conforto al cuore di un qualunque segnale di pubblica
prontezza. Invece arriva prima un parente, un volontario, un
giornalista. Il terremoto è anche un’invasione, contro la quale avere
riserve piccole e pronte sparpagliate ovunque.
“Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”. La frase di guerra
di cent’anni fa del soldato Ungaretti Giuseppe racconta il sentimento
di stare attaccati all’albero della vita con un solo piccolo punto di
congiunzione”.
Erri De Luca
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giovedì 25 agosto 2016
“Naufragio in terra”, il pensiero di Erri De Luca dopo il terremoto nel centro Italia.
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