"Una sezione del nuovo Dicastero - si legge - esprime in maniera speciale la sollecitudine del Papa per i profughi ed i migranti. Infatti, non può esserci oggi un servizio allo sviluppo umano integrale senza una particolare attenzione al fenomeno migratorio. Per questo tale sezione è posta ad tempus direttamente sotto la guida del Sommo Pontefice". Nello statuto del nuovo dicastero, pubblicato oggi, all'articolo IV si legge:
Il Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti è attualmente presieduto dal cardinale Antonio Maria Vegliò, che secondo quanto stabilito cessa dalle sue funzioni il 31 dicembre di quest'anno.
In Italia arrivati 13mila migranti negli ultimi 4 giorni. Intanto l'Italia fa i conti con i 13mila migranti approdati sulle coste negli ultimi quattro giorni. In queste ore i porti di Lampedusa, Crotone, Palermo, Taranto e altre città sono alle prese con i nuovi arrivi.
A Lampedusa è approdata poco dopo le due della notte la nave 'Asso 25' con a bordo 1.177 migranti soccorso ieri nel Canale di Sicilia. Le operazione di sbarco sono proseguite per tutta la notte. L'Asp di Palermo, presente a Lampedusa con il suo direttore Antonio Candela, ha inviato sull'isola altri quattro medici d'urgenza per dare un aiuto al direttore sanitario Pietro Bartolo. Complessivamente c'erano sul molo dieci medici. Tra i profughi sbarcati c'erano numerose donne e molti bambini.
La nave era diretta a Palermo ma in serata è stato deciso di cambiare destinazione, a causa di una rissa scoppiata a bordo della nave. E per oggi pomeriggio è attesa al porto di Palermo un'altra nave, con a bordo altre 1067 persone. A Lampedusa però la struttura ora è al collasso: con gli ultimi arrivi il centro d'accoglienza, che può accogliere solo poche centinaia di persone, è in grosse difficoltà. Entro oggi oltre 160 migranti dovrebbero lasciare la struttura di contrada Imbriacola in aliscafo per raggiungere Porto Empedocle e da lì raggiungere altri centri di accoglienza. Ma i disagi per le oltre mille persone rimangono.
Non solo: oggi arrivano a Taranto sulla nave 'Siem Pilot' 1078 migranti di varie nazionalità di cui 863 uomini 126 donne ed 83 minori di cui 59 non accompagnati. La maggior parte di provenienza sub sahariana mentre altri giungono dalla Siria e dalla Palestina. Tutti sono stati salvati nel Mediterraneo mentre navigavano in grande difficoltà su gommoni partiti dalla Libia.
Pronta a mettersi in moto la macchina dell'accoglienza gestita falla Prefettura di Taranto, i migranti in arrivo saranno accolti nell'hotspot allestito in un'area periferica del porto e in funzione da alcuni mesi. L'hotspot è seguito direttamente dal Comune di Taranto, convenzionato a sua volta con la Prefettura. Qui i migranti restano per un massimo di 72 ore, salvo casi diversi, per essere individuati e registrati. Dopodiché vengono inviati ad altri di accoglienza tra Puglia e altre regioni.
A Cagliari è arrivata invece la nave della marina militare irlandese James Joyce con a bordo 617 migranti africani soccorsi nei giorni scorsi al largo delle coste libiche. Secondo le prime informazioni arrivate alla capitaneria di porto, a bordo ci sono 454 uomini, 138 donne e 25 bambini, che la prefettura è faticosamente riuscita ad assegnare nelle strutture di accoglienza della Sardegna.
Da Berlino arriva una prima ammissione: "Anche noi tedeschi abbiamo ignorato troppo a lungo il problema e la necessità di una soluzione comune europea". Così la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso, in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung, errori e mancanze in passato nella politica della Germania sui migranti. "Dopo i tanti profughi arrivati durante la guerra in Yugoslavia - ha spiegato - eravamo contenti che fossero altri a dover affrontare questo tema. Questo non posso negarlo".
"Già nel 2004 e 2005 erano arrivati molti profughi", ha detto Merkel, ma allora "abbiamo lasciato soli di fronte al problema la Spagna e gli altri Stati che si trovano ai confini dell'Ue". "Anche noi ci siamo opposti alla redistribuzione proporzionale dei profughi", ha detto la cancelliera, che invece nella crisi recente dei profughi è stata una delle maggiori promotrici di una soluzione europea.
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