controlacrisi.org f.salvatori
Secondo il rapporto ISTAT del 6 giugno 2016, la produzione agricola in Italia cresce in tutte le aree ad eccezione del Nord-Ovest (-1,1%), e gli aumenti maggiori si registrano nelle aree del Sud Italia (+5,9%) e del Centro Italia (+3,5%): l'agricoltura si conferma settore economico “in salute”.
Ciò che non raccontano questi numeri è la realtà di vita in cui avviene questa crescita economica, ovvero le condizioni lavorative, abitative, pensionistiche della massa di uomini e donne che lavorano nelle campagne e nelle serre agricole d'Italia: uno spaccato di contraddizioni sul piano dei diritti e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, uomini e donne sottoposti a sfruttamento e nuove forme di schiavitù, che divengono persone non gradite quando rivendicano, in modo organizzato e collettivo, i propri diritti e la propria dignità.
Nei casi più gravi i braccianti, spesso immigrati/e, sono costretti a vivere in veri e propri ghetti. Ma anche in condizioni di vita meno emergenziali, troppo spesso i braccianti agricoli lavorano senza diritti sindacali e sociali a partire dal salario.
"È partendo da questo processo di sottrazione di diritti verificata sul campo, che accomuna tutta Italia (per citare alcuni luoghi emblematici, Boreano in località Venosa, Rosarno, Nardò, San Ferdinando, Foggia, Castelnuovo Scrivia, Vittoria, Latina, ecc.) che l’USB avvia un primo appuntamento assembleare dei lavoratori/lavoratrici agricoli", si legge in un comunicato di Usb.
Si tratta di un percorso alternativo alla campagna per la “legalità” portata avanti da governo, alcuni sindacati, associazioni datoriali e organizzazioni del terzo settore, "che non intacca minimamente il caporalato rappresentato dalla grande filiera dello sfruttamento organizzato. Come del resto il cosiddetto DDL sul caporalato, che si prefigura come una legge inadeguata perché va a coprire i datori di lavoro e i loro interessi a discapito dei diritti dei lavoratori".
All’assemblea saranno presenti anche i contadini impegnati in un sistema agricolo alternativo etico e inclusivo, ed associazioni laiche e religiose attive nella difesa dei diritti sociali. L'assemblea sarà un momento importante per la costruzione di una piattaforma nazionale e del Coordinamento Nazionale dei braccianti agricoli organizzati.
Secondo il rapporto ISTAT del 6 giugno 2016, la produzione agricola in Italia cresce in tutte le aree ad eccezione del Nord-Ovest (-1,1%), e gli aumenti maggiori si registrano nelle aree del Sud Italia (+5,9%) e del Centro Italia (+3,5%): l'agricoltura si conferma settore economico “in salute”.
Ciò che non raccontano questi numeri è la realtà di vita in cui avviene questa crescita economica, ovvero le condizioni lavorative, abitative, pensionistiche della massa di uomini e donne che lavorano nelle campagne e nelle serre agricole d'Italia: uno spaccato di contraddizioni sul piano dei diritti e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, uomini e donne sottoposti a sfruttamento e nuove forme di schiavitù, che divengono persone non gradite quando rivendicano, in modo organizzato e collettivo, i propri diritti e la propria dignità.
Nei casi più gravi i braccianti, spesso immigrati/e, sono costretti a vivere in veri e propri ghetti. Ma anche in condizioni di vita meno emergenziali, troppo spesso i braccianti agricoli lavorano senza diritti sindacali e sociali a partire dal salario.
"È partendo da questo processo di sottrazione di diritti verificata sul campo, che accomuna tutta Italia (per citare alcuni luoghi emblematici, Boreano in località Venosa, Rosarno, Nardò, San Ferdinando, Foggia, Castelnuovo Scrivia, Vittoria, Latina, ecc.) che l’USB avvia un primo appuntamento assembleare dei lavoratori/lavoratrici agricoli", si legge in un comunicato di Usb.
Si tratta di un percorso alternativo alla campagna per la “legalità” portata avanti da governo, alcuni sindacati, associazioni datoriali e organizzazioni del terzo settore, "che non intacca minimamente il caporalato rappresentato dalla grande filiera dello sfruttamento organizzato. Come del resto il cosiddetto DDL sul caporalato, che si prefigura come una legge inadeguata perché va a coprire i datori di lavoro e i loro interessi a discapito dei diritti dei lavoratori".
All’assemblea saranno presenti anche i contadini impegnati in un sistema agricolo alternativo etico e inclusivo, ed associazioni laiche e religiose attive nella difesa dei diritti sociali. L'assemblea sarà un momento importante per la costruzione di una piattaforma nazionale e del Coordinamento Nazionale dei braccianti agricoli organizzati.
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