Le promesse di Renzi, De Vincenti e Pigliaru – E dire che a febbraio il governatore della regione, Francesco Pigliaru, dopo un vertice a Palazzo Chigi aveva detto che l’esecutivo si era impegnato “a mantenere comunque aperta la prospettiva affinché nel Sulcis riparta la produzione dell’alluminio”. E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti aveva assicurato: “Stiamo lavorando a un accordo con un gestore di energia per un’intesa di lungo termine (…) in modo da avvicinare il prezzo dell’energia a quello previsto nel memorandum of undestanding firmato negli anni scorsi con Glencore”. Poi, il 4 maggio, un mese prima delle amministrative, il premier Matteo Renzi in una delle sue dirette via Twitter e Facebook aveva tranquillizzato sullo stato della trattativa: “Ci rivedremo tra tre settimane, un fatto molto importante, molto difficile ma non impossibile, questo è il punto chiave”.
Unidos: “Imbroglio ai danni dei lavoratori e del territorio” - Ora, lamenta il deputato del partito regionalista Unidos Mauro Pili, “su Alcoa cala vergognosamente la maschera. La decisione di smantellare gli impianti è l’ultimo risultato di una farsa durata 4 anni che ha visto Governo e Regione responsabili e protagonisti di un imbroglio senza precedenti ai danni dei lavoratori e di un intero territorio. Si tratta di una mazzata finale costruita in ogni singola mossa dal governo di Renzi e De Vincenti, il governo delle promesse, dei rinvii, delle procedure europee inventate. Un governo che ha trovato una regione complice, inutile e incapace che ha avvallato questa ciclopica presa in giro”.
La proposta di Calenda per convincere Glencore. Che fa melina – A giugno, dopo anni di trattative a singhiozzo, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda aveva cercato di mandare in porto la cessione a Glencore dell’impianto sardo offrendo nuovi sconti sull’energia. Non erano stati resi noti i dettagli della proposta avanzata alla multinazionale svizzera dopo un negoziato con la Commissione Europea, ma una fonte aveva riferito a Reuters che il governo “ha proposto [a Bruxelles] un taglio di circa 3 euro a megawattore dagli attuali 28,5 euro. Si è così avvicinato alla richiesta avanzata dal gruppo”. Una seconda fonte ha confermato che a Bruxelles è stata inviata una richiesta “per portare poco al di sopra dei 25 euro a mWh il prezzo per gli energivori“, ovvero i grandi consumatori di energia come Glencore. La tariffa scontata ovviamente riguarderà tutte le imprese energivore. In caso contrario, come già accaduto in passato e proprio per gli impianti di Portovesme, si rischia l’apertura di un contenzioso con Bruxelles per aiuti di Stato.
Cgil: “Ammortizzatori sociali sono in scadenza” – La Cgil ha avvertito nel frattempo che gli ammortizzatori sociali sono in scadenza: “I lavoratori di Alcoa in cassa integrazione sono 436; un terzo perderà l’assegno a dicembre, un terzo l’anno prossimo e un terzo a fine 2017; a questi lavoratori si aggiungono i circa 400 dell’indotto”. L’impianto, che contava circa 500 operai, ha praticamente interrotto la produzione già nel novembre 2012, a causa degli alti costi legati all’energia e, secondo l’azienda, alle limitate possibilità di diventare più competitivo anche a fronte della concorrenza cinese.
Fim-Cisl: “Situazione al limite della disperazione” – Secondo il segretario generale della Fim -Cisl, Marco Bentivogli, “il comunicato di Alcoa è sintomatico della gravità della situazione. In realtà non è assolutamente vero che Alcoa in questi quattro anni dalla chiusura dello smelter abbia collaborato con il Governo alla ricerca di un nuovo acquirente; Alcoa ha impedito sia la visita dello stabilimento, che la due diligence a qualsiasi nuovo investitore”. Bentivogli chiede “che il ministro Calenda e il Premier Renzi prendano rapidamente in mano la situazione giunta ormai oltre il limite della disperazione. Il programma annunciato il 5 agosto scorso dal ministro prevedeva la ricerca di nuovi investitori a fine di questo mese, anche per questo la decisione di Alcoa appena giunta, ancora una volta, non aiuta verso una soluzione positiva. Chiediamo che venga convocata immediatamente Alcoa e si chieda di rettificare la propria posizione, la situazione è già gravissima e in autunno si rischia la disperazione totale con la fine della copertura degli ammortizzatori sociali. Il prossimo incontro è previsto il 5 di settembre al ministero dello Sviluppo Economico”.
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