Tra il quarto trimestre del
2015 e il primo del 2016 il 37,1% degli italiani senza occupazione è
passato nelle fila degli inattivi, cioè quelli che hanno smesso di
cercare un posto. La percentuale è più del doppio rispetto alla media
europea, pari al 18,9%.
Tra i 28 Paesi europei l’Italia è quello in cui, nel primo trimestre 2016, più
disoccupati hanno rinunciato a cercare lavoro. Oltre uno su tre è finito a gonfiare le fila degli
inattivi, secondo dati
Eurostat pubblicati lunedì. La quota delle persone passate dalla disoccupazione all’inattività è del
37,1%, più del doppio rispetto alla media europea (18,9%).
Nello stesso periodo, che coincide con la riduzione dal 100 al 40% degli sgravi contributivi sui nuovi assunti a tempo indeterminato,
solo il 12,8% dei disoccupati italiani ha trovato lavoro a fronte di una media Ue del
15,4%. Il 50% resta senza occupazione.
Per fare quale confronto, in
Francia i disoccupati che hanno abbandonato la ricerca nel primo trimestre 2016 sono il 17,1%, in
Spagna il 14,2% e nel
Regno Unito
il 15,2%. I tre Paesi hanno visto invece restare senza lavoro
rispettivamente il 63%, il 69,8% e il 65,3% di coloro che risultavano
disoccupati nel trimestre precedente. Non sono invece disponibili i dati
sulla
Germania.
Sull’intera platea dei cittadini dell’Unione europea che nel quarto
trimestre del 2015 risultavano disoccupati, il 15,4% (3 milioni) ha
trovato un impiego nei primi tre mesi del 2016, il 65,7% pari a
13 milioni di persone è ancora senza lavoro e il 18,9% (3,7 milioni) si è spostato nella categoria dell’inattività economica.
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