Di Valerio Stroppa
Continua la battaglia giudiziaria dei comuni per il rimborso della tassa
telefonini. Anche dopo che le sezioni unite della Cassazione hanno dichiarato
legittimo il prelievo, si susseguono le pronunce di merito sul tema. E se la
maggior parte delle commissioni tributarie si sta conformando al verdetto degli
Ermellini, c'è anche chi continua ad affermare che il balzello sui cellulari in
abbonamento non è dovuto. È il caso della Ctp Macerata, che con la sentenza n.
257/2/14, depositata lo scorso 29 luglio, ha condannato l'Agenzia delle entrate
a restituire circa 50 mila euro di concessioni governative sui telefonini ai tre
comuni ricorrenti (Monte San Giusto, Montecorsaro, Morrovalle).
I magistrati tributari marchigiani non condividono la sentenza n. 9560/2014
delle sezioni unite (si veda ItaliaOggi del 26 febbraio 2014). Il riferimento
operato da quest'ultima al regime autorizzatorio dello stato per giustificare
l'imposizione «è del tutto errato, perché tale regime non può e non deve
generare alcun provvedimento amministrativo, tantomeno concessorio o
autorizzatorio». Viene quindi accolta la tesi dei sindaci per la quale, essendo
oggi il mercato della telefonia liberalizzato, la p.a. non svolge più alcuna
attività autorizzatoria.
La vecchia licenza di matrice pubblica è stata
sostituita dal contratto, che ha natura privatistica. La Ctp Macerata sottolinea
poi che «l'articolo 2, comma 4 del dl n. 4/2014 non ha cambiato nulla in ordine
alla inapplicabilità della tassa a decorrere dalla liberalizzazione attuata con
il dlgs n. 259/2003».
Tale norma, intervenuta a pochi giorni dalla decisione delle sezioni unite,
ha fornito un'interpretazione autentica che di fatto ha assimilato i telefonini
alle stazioni radioelettriche. Un'equiparazione del genere è però giudicata dal
collegio maceratese «impossibile, poiché le normative sui terminali (dlgs n.
269/2001 e direttiva 5/1999/Ce) non prevedono né disciplinano alcuna licenza,
cosicché la stessa di fatto non esiste, né può esistere». Da qui l'accoglimento
del ricorso. Nel frattempo la Ctr Veneto ha rimesso la questione della tassa
cellulari alla Corte di giustizia Ue. |
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