domenica 31 agosto 2014

Controlacrisi lancia "LiberAutunno" per dare voce alla nuova stagione, ricca di lotte.

www.controlacrisi.org

I dati Istat di pochi giorni fa dimostrano con nettezza che le fandonie del Governo sull’uscita dalla crisi si stanno svelando per quello che sono. Bravo Renzi ad aver svoltato il voto europeo con la presa in giro degli ottanta euro. I numeri dicono che si trattava di pura propaganda, pagata con i soldi dei lavoratori peraltro. Non sono serviti a niente. Come ricorda Scalfari, “il cavallo non beve”.

Bene, ora gli incapaci si tolgano di torno. La situazione sta peggiorando. Le macchine stampa-voti servono solo alla casta. Dobbiamo liberare l’autunno dalle falsità e dalle attese costruite ad arte. La crisi è lunga e il liberismo vuole fare i suoi affari. Per gli sfruttati andrà sempre peggio, a meno che… L’occasione per ridare schiena e mani al movimento è nelle lotte, però, più che negli annunci di parate spaccamondo.

Come dimostra il percoroso dei facchini della Granarolo e di quelli dell’Ikea di Piacenza, la china si risale dagli ultimi. E non ci sarà “cappello” che tenga,di partiti e organizzazioni sindacali, di showman e di “folgorati sulla via di Damasco”. Nessuno potrà mettere cappello e maschere a chi ormai no ha più nulla da perdere. Liberiamo l’autunno dai detriti. Controlacrisi vuole raccontare tutto questo con “Liberautunno”. E’ il nostro contributo affinché le lotte si mostrino per quello che effettivamente riescono a mettere in campo, prefigurando finalmente l’inizio di una nuova stagione di mobilitazioni volte a ricostruire la sinistra.

Il nostro contributo, quello di una redazione precarizzata ma non precaria, determinata ma non determinante, impegnata ma non impegnativa è qui ed anche oltre. Una redazione che sta vincendo la sfida per la sua esistenza in un panorama che, dal punto di vista dell’informazione, è piuttosto desolante, per non dire del tutto sguarnito.



Liberautunno è il “codice narrante” di un laboratorio per l’informazione “h24”, che nel mondo web vuol dire innanzitutto partecipazione e condivisione. Presa diretta su tutto quello che dalla lotta porta alla consapevolezza e all’organizzazione. L’obiettivo è quello di rendere meglio e senza troppe mediazioni simboliche ciò che realmente sta accadendo nel Paese che non ha più niente da perdere. Perché se da una parte è vero che l’Italia non è stata attraversata dall’onda lunga di quel che è accaduto in Grecia, dall’altra è altrettanto vero che non è l’isola felice che ci vogliono far credere. Il movimento di lotta, quindi, non va evocato ma praticato. L’”uno-due” di berlusconismo e renzismo ha fiaccato il movimento, ma questo non significa che la sfida per la coalizione sociale del cambiamento sia perduta del tutto. I numeri oggi ci dicono che la casta non è in grado di tirarci fuori dalla crisi. Non l’abbiamo mai pensato, ma tant’è… Pensare di cavarsela all’ombra della Troika può solo servire a sfornare qualche privilegio, e qualche privilegiato, in più. La ripresa comincia da noi. Come negli anni d’oro dell’offensiva sociale, solo l’unità degli sfruttati può dire qualcosa di sensato a proposito della crisi, e per sconfiggere la crisi.

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