In autunno, tra la seconda metà di settembre e fine novembre, lo Stato italiano cederà altre quote significative di Eni ed Enel, entrando così nel vivo delle privatizzazioni.
Come sottolinea Repubblica, si tratta della prima volta in cui un governo italiano è pronto a scendere sotto le soglie dello "Stato padrone" delle società più strategiche. Ad oggi, infatti, il governo detiene in modo diretto o indiretto appena più del 30%, la quota che in base al diritto permette di controllare l'assemblea degli azionisti. Con le cessioni previste per questo autunno, per la prima volta l'azionista pubblico scenderà sotto il 30%, mettendo così a rischio il controllo azionario.
Della società elettrica (che capitalizza circa 31 miliardi di euro) oggi il ministero dell'Economia ha il 31,2%. Con il piano del governo Renzi, scenderebbe al 26. Del gruppo dell'energia (valore stimato: 66 miliardi), via XX settembre ha il 3,9% e la Cassa Depositi e Prestiti controlla un altro 26,3%. Dopo l'autunno lo Stato italiano si troverà di fronte una nuova sfida: esercitare il controllo di fatto anche in assenza del vincolo legale nell'assemblea degli azionisti.
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