giovedì 28 agosto 2014

Crisi no problem: vendiamoci tutto (tanto più che è di tutti). Privatizzazioni Enel Eni, in autunno cessione del 5% e del 4,34%. Il governo conta di ricavare 5 miliardi.

In autunno, tra la seconda metà di settembre e fine novembre, lo Stato italiano cederà altre quote significative di Eni ed Enel, entrando così nel vivo delle privatizzazioni.

PADOANLa decisione di accelerare è stata presa ieri in un vertice tra il ministro dell'Economia Pier Parlo Padoan e il capo della segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani. Il piatto forte - come scrive il Sole24Ore - è il ridimensionamento della presenza dello Stato nei due "gioielli di famiglia", Enel ed Eni, di cui saranno ceduti, rispettivamente, il 5% e il 4,34% ancora in mano al Tesoro (il restante 25,76% fa capo a Cassa Depositi e Prestiti). Da queste operazioni il governo conta di ricavare almeno 5 miliardi di euro, circa la metà di quei 10 miliardi di euro attesi dalle privatizzazioni e messi nero su bianco nel Documento di Economia e Finanza.
Come sottolinea Repubblica, si tratta della prima volta in cui un governo italiano è pronto a scendere sotto le soglie dello "Stato padrone" delle società più strategiche. Ad oggi, infatti, il governo detiene in modo diretto o indiretto appena più del 30%, la quota che in base al diritto permette di controllare l'assemblea degli azionisti. Con le cessioni previste per questo autunno, per la prima volta l'azionista pubblico scenderà sotto il 30%, mettendo così a rischio il controllo azionario.

Della società elettrica (che capitalizza circa 31 miliardi di euro) oggi il ministero dell'Economia ha il 31,2%. Con il piano del governo Renzi, scenderebbe al 26. Del gruppo dell'energia (valore stimato: 66 miliardi), via XX settembre ha il 3,9% e la Cassa Depositi e Prestiti controlla un altro 26,3%. Dopo l'autunno lo Stato italiano si troverà di fronte una nuova sfida: esercitare il controllo di fatto anche in assenza del vincolo legale nell'assemblea degli azionisti.

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