Il fondatore di Emergency Gino Strada condanna le politiche di guerra occidentali, e quindi anche quelle italiane, nella gestione dei conflitti nelle regioni mediorientali.
La responsabilità, dunque, è anche della politica occidentale e quindi dell'Italia: "Tanti politici di sinistra si erano ravveduti" dopo l'intervento in Afghanistan del 2001 e nel 2003 "erano in piazza a manifestare con la sciarpa arcobaleno", poi "sono tornati al governo e hanno cambiato di nuovo idea". Gino Strada crede che "se vogliamo che tra due anni qualcuno ci faccia un attentato, siamo sulla strada giusta". "Il ministro Mogherini usa argomenti assurdi per giustificare la decisione di dare quella ferraglia ai curdi", afferma Strada aggiungendo che non è comprensibile il fatto "che la Marina militare abbia disobbedito alle decisioni della magistratura che ordinò la distruzione di quelle armi di contrabbando" confiscate dall'Italia. In questo modo continua il filantropo "non rispettiamo la Costituzione, le convenzioni internazionali né la buona pratica di non vendere armi ai Paesi in guerra".
Ma la cattiva gestione dei conflitti per Gino Strada non dipende solo dai politici, ci sono anche i giornalisti: "Tutto comincia con i giornalisti embedded", che seguono i conflitti e spesso riportano versioni parziali della realtà. "Quando la gente vede certe immagini medievali, come Abu Ghraib, prende coscienza, perché capisce quanto la guerra faccia schifo". Sul tema dei tanti giovani occidentali che rimangono affascinati dalla Jihad e partono per combattere Gino Strada dice che "quando si accetta la possibilità di ammazzare, si diventa gli esseri umani peggiori. L'unico approccio umano alla guerra è l'abolizione, com'è successo con al schiavitù".
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