Prendiamone atto: ci hanno fregato! Altri su questo blog spiegano in maniera convincente che il trappolone era già pronto da tempo, dal momento in cui la legge del guardasigilli Severino introduceva la distinzione da azzeccagarbugli tra le fattispecie di concussione per induzione e costrizione. Dal momento in cui avveniva uno scambio politico alla base dell’abbandono (momentaneo) della scena da parte del premier Berlusconi: ineleggibilità a fronte di un salvacondotto per la faccenda Ruby.
PIERFRANCO PELLIZZETTI
Semmai è possibile aggiungere un seguito a questa vicenda sotterranea, che può essere fatta scorrere tra due patti segreti, di cui non leggeremo mai i protocolli d’intesa: quello – appunto – all’ombra del governo Monti e quello del Nazareno. Eggià, come cinguetta Serracchiani, Berlusconi resta comunque “la prima scelta” per il team-Renzi, giovanilmente comprensivo verso piduismi e devianze massoniche.
Sicché ora va sceneggiato il prossima ciack: grazie all’asse rafforzato Arcore- Rignano sull’Arno, si creano le condizioni per consentire a Giorgio Napolitano di prendersi il meritato riposo eleggendo un nuovo Presidente della Repubblica. Ovviamente un Padre della Patria. Un nome a caso: Giuliano Amato, già consigliori di Bettino Craxi e perfetto per la missione (ormai) possibile di concedere la grazia al martire, al Cavaliere sbalzato di sella dalle congiure dei giudici comunisti.
Appunto, hanno vinto loro! Quelli che volevano rimettere sotto controllo la società italiana chiamando a raccolta tutte le risorse di conservazione degli equilibri vigenti, insidiati dall’ondata di indignazione che raggiunse l’acme nel febbraio 2013; e dando mandato a un giovane illusionista di guidare ancora una volta il dirottamento dell’opinione pubblica dal rigetto all’apertura di credito; indotta da un ben studiato mix di chiacchiere e giochi delle tre carte.
Gli è andata bene. A fregare un intero popolo sono bravissimi. Certo, non altrettanto bravi a tirare fuori dalle secche un Paese al naufragio; ma questo non è il loro mestiere e neppure gli interessa minimamente. Quello che gli interessa è riportare ogni cosa al suo posto. Ora contano che lo sfinimento e la frustrazioni generalizzati inducano il giusto tasso di fatalismo per anestetizzare la rabbia diffusa. Quella rabbia che proviamo ogni volta che il renziano di turno ci viene a spiegare che grazie alle riforme del Senato e dell’Italicum si risolveranno i problemi dell’inarrestabile impoverimento e della precarizzazione, della putrefazione di ampie fette di una nazione in cancrena.
Ma già – come è stato detto – “è cambiata l’aria”. Lo si vede dalle grandi cose, tipo assoluzione dello sporcaccione di Arcore, come dalle minori. Ieri il tribunale di Genova ha condannato il mio amico Paolo Farinella per aver diffamato l’ex candidato forzitaliota a sindaco Pierluigi Vinai, sponsorizzato dal cardinal Bagnasco. La colpa di Don Paolo era stata quella di sostenere che un vero cristiano – quale si dichiara il Vinai (tra l’altro, allora vice presidente della “ben nota” Fondazione Cassa di Risparmio) – non dovrebbe bazzicare “ladri e corrotti”.
Questo è un po’ lo spirito del tempo. E già se ne percepivano da tempo le avvisaglie: una restaurazione galoppante, incentrata sull’abrogazione di ogni contrappeso a un esecutivo sempre più personalizzato.
Il guaio è che le uniche forze politiche organizzate di opposizione si comportavano come se vivessero in un altro contesto. Parlo ovviamente del grillismo. Da qui la critica nei loro confronti, che alcuni dei miei cinque lettori hanno continuato a rinfacciarmi (spesso sotto forma di insulti). Quel tentativo di dialogo costruttivo proposto da Flores d’Arcais e subito abortito, tra le battutacce di Beppe Grillo e le ecolalie di fan autonominatisi scherani e pretoriani del guru. Quelli convinti che il signor perfettini Di Maio, con le sue battutine, metteva alle strette Superbone Renzi.
Per dirla con Saul Bellow, “tesori di intelligenza possono essere investiti al servizio dell’ignoranza, quando il bisogno di illusione é profondo”. Intanto i manipoli renziani-berlusconiani stavano circondandoci e ora gridano: Arrendetevi!
Pierfranco Pellizzetti
(21 luglio 2014)
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