Altro che ripresa, altro che zero virgola. L'Italia non è ancora ripartita e vive lo spettro della crescita zero.
Il Centro studi di Confindustria scrive nella sua "Congiuntura Flash" che "gli ultimi dati confermano le stime Csc di dinamica piatta del Pil nel 2014. L'attenzione, ora, è rivolta al 2015, Il cui risultato va costruito nella seconda metà di quest'anno".
L’economia globale sta ritrovando slancio grazie agli Usa e ad alcuni mercati emergenti. Nell’Eurozona, invece, la ripresa appena partita è già in affanno. In Italia non è nemmeno ancora cominciata.INDUSTRIA. Confindustria segnala che in Italia l’incremento della produzione industriale in giugno (+0,7% su maggio, nella stima Csc) limita a -0,5% la contrazione nel 2° trimestre, la quale è coerente con un Pil piatto (-0,1% nel 1° trimestre). Il numero di imprese manifatturiere è rimasto invariato nel 2° trimestre 2014.
L’economia Usa, grazie alla corretta sequenza e al pragmatismo delle politiche, si è instradata su un sentiero di solida espansione ed è ben oltre i picchi pre-crisi. L’India si è rimessa a marciare più speditamente (non altrettanto Russia e Brasile); la Cina ha sfornato nel 2° trimestre molti numeri migliori che nel 1° e, pur non tornando ai ritmi passati, ha acquisito una stazza tale da dare un forte contributo alla domanda internazionale. Il buco nero della crescita mondiale è rappresentato dall’Eurozona, dove i divari nelle performance sono sempre meno sostenibili e la lista dei paesi che stentano a ritrovare il rilancio va ben oltre i soliti noti. È sempre più palese la contraddizione tra una Bce che fa tutto quel che può per contrastare la minaccia di deflazione e tutte le altre politiche che verso la deflazione spingono, sia come meccanismo di aggiustamento degli squilibri competitivi sia come conseguenza delle simultanee restrizioni dei bilanci pubblici. Più che la flessibilità, che è carente nella fase (cruciale per le aspettative) di impostazione delle misure correttive, manca la simmetria; il disordine nei conti c’è anche con un eccessivo surplus, come in Germania, negli scambi con l’estero (nei quali non c’è nessun campionato del mondo da vincere). L’Italia era in crisi prima della crisi e continua a esserlo. Gli ultimi dati confermano le stime Csc di dinamica piatta del Pil nel 2014. L’attenzione, ora, è rivolta al 2015, il cui risultato va costruito nella seconda metà di quest’anno. Partendo da fermi l’impresa è più difficile, ma non impossibile se si agisce in prima battuta sul credito, sulla competitività e sugli investimenti pubblici. E se si lavora con ancor più lena sui molti fronti delle riforme, per restituire fiducia alle famiglie e alle imprese.
EXPORT. Riparte con un +2,2% in volume in maggio su aprile e +0,9% in aprile-maggio sul 1° trimestre. Favorevoli le prospettive. In altalena le vendite italiane extra-Ue: -4,3% mensile in valore in giugno, dopo il +5,4% in maggio; +0,3% nel 2° trimestre sul 1°. In giugno si è confermato l’aumento dell’import dai paesi non Ue: +1,9% dopo il +4,8% in maggio; +2,0% nel 2° trimestre. Dinamiche contrastanti per l’export mondiale. Giù le vendite degli altri principali paesi dell’Area euro: Germania (-0,6%
in maggio su aprile), Francia (-0,6%) e Spagna (-1,4%). Salgono quelle degli Usa (+1,2%) e della Cina (+3,0% in valore nel 2° trimestre rispetto al primo).
LAVORO. Appare essersi arrestato il deterioramento del mercato del lavoro italiano, al di là delle fluttuazioni mensili. Il numero di persone occupate in Italia è rimasto pressoché stabile nei primi due mesi dell’anno e ha oscillato nei tre successivi:
+91mila unità in marzo, -87mila in aprile e +52mila in maggio. Il tasso di disoccupazione in maggio si è attestato al 12,6%, sui livelli dell’autunno scorso (12,5% in settembre). Migliorano le aspettative delle imprese sull’occupazione per il trimestre in corso. Rimangono però negative e riflettono una forte incertezza sulle prospettive economiche. La ripartenza degli occupati, tuttavia, sarà frenata dall’utilizzo ancora alto della CIG.
CONSUMI. Dinamica fiacca della spesa delle famiglie nel 2° trimestre, dopo il +0,1% nel 1° trimestre. Le indagini qualitative prospettano una dinamica migliore: la fiducia dei consumatori è salita (+6,4 punti nel trimestre), pur scendendo in giugno di 0,5 punti su maggio per valutazioni peggiori sulla situazione economica famigliare. Sono diventate più favorevoli le condizioni per investire, secondo gli imprenditori.
CREDITO. Non si attenua il credit crunch in Italia: i prestiti alle imprese sono calati a maggio (-0,4%, dopo -0,2% in aprile; -11,3% dal settembre 2011). A giugno il 13,1% delle imprese non ha ottenuto il credito richiesto (erano il 6,7% a inizio 2011). Il
mercato creditizio potrebbe giovarsi degli acquisti da parte della BCE di titoli ABS, che libererebbero capitale delle banche, favorendo l’offerta di nuovi impieghi ora che la domanda ha smesso di ridursi; ma per ora è solo un annuncio. Negli ultimi tempi lo spread si è allargato a 162 punti in Italia e ciò rischia di ostacolare la timida discesa dei tassi pagati dalle imprese italiane
che può aiutare la risalita dei prestiti.
INFLAZIONE. La dinamica dei prezzi al consumo in Italia ha frenato ancora in giugno. Contribuiscono di più allo scivolamento verso la deflazione le componenti più direttamente legate all’andamento delle quotazioni delle commodity, che sono calanti. I prezzi al consumo core restano in territorio positivo, ma partecipano al raffreddamento.
Nessun commento:
Posta un commento