lunedì 13 gennaio 2014

Aquila, direttore di Confcommercio si barrica nel bagno della filiale di Bankitalia.

E annuncia sciopero fame contro il sistema. «Ho con me della benzina. Non ho paura di andare in prigione».

Celso Cioni (Foto web)corriere.it Una protesta contro l’abbandono delle istituzioni che non proteggono i cittadini soprattutto nelle zone più in difficoltà. Il direttore di Confcommercio L’Aquila, Celso Cioni, si è barricato nella filiale di Bankitalia per lanciare «un grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città». Annuncia l’inizio dello sciopero della fame e della sete. «Se saranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho benzina e accendino».
LA MAIL - Cioni minaccia di darsi fuoco se il governo non rivedrà «le condizioni del sistema bancario, almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata», come è scritto in una mail.L’estrema protesta è a sostegno dei piccoli commercianti della città, «costretti dal terremoto a lasciare i proprio negozi senza ottenere alcun sostegno», afferma Cioni annunciando anche l’inizio di uno sciopero della fame e della sete. «Se verranno forzate le porte del bagno dove sono barricato, ho con me benzina e accendino - avvisa Cioni - Lo faccio per lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città, costretti dal terremoto a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno e, facendo debiti, si sono ricollocati alla meglio e sono disperati e con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione». Cioni ricorda anche i disagi psicologici cui i cittadini sono sottoposti:«Molti commercianti - scrive Cioni - sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero della fame e della sete e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Basta con questa situazione che non meritiamo», conclude Cioni.

«NON HO PAURA» - Nei collegamenti radiofonici e televisivi Cioni è apparso tranquillo ma determinato ad andare fino in fondo con la sua protesta. «Non ho paura di andare in prigione per questo mio gesto - ha affermato in diretta telefonica con RL1, - Questa è una giusta causa per finire dietro le sbarre». Secondo quanto riporta Abruzzo Web sul posto è arrivato il comandante provinciale dei carabinieri.

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