L'ex titolare delle Politiche agricole ha diramato una nota ufficiale. Lamenta di esser lasciata sola dall'Esecutivo, dopo lo scandalo delle nomine all'Asl di Benevento. Fatto per cui non è indagata, ma che aveva suscitato polemiche per il contenuto di alcune intercettazioni, anticipate dal Fatto Quotidiano. Il 4 febbraio si sarebbe dovuto discutere la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle.
“Stronzi, qui a Benevento comando io“. La voce della De Girolamo viene registrata segretamente nel 2012 dall’ex funzionario dell’Asl. La futura ministra aveva riunito i vertici dell’Asl di Benevento a casa di suo padre per discutere dell’appalto del 118 e di nuove sedi ospedaliere, e minacciava ritorsioni sui manager sgraditi del Fatebenefratelli, come ha anticipato Il Fatto Quotidiano.
“Sono vittima di un complotto”: si era difesa così in un’aula semivuota.“Vengo qui a dirvi che mai ho violato la Costituzione. La mia vita di politico, di persona e di donna è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti. Il mio unico patrimonio sono la mia dignità e la mia famiglia. Il riserbo dei primi giorni è stato scambiato per imbarazzo. E invece era solo rispetto per il lavoro della magistratura. Sono stata vittima di una vicenda surreale, ma non ho mai abusato della mia posizione”.
La De Girolamo non è indagata, ma durante le indagini della procura sono emerse intercettazioni (private) e riunioni di quello che il gip ha definito “direttorio” guidato proprio dall’esponente del Nuovo Centrodestra. La De Girolamo viene nominata ministro delle Politiche Agricole il 28 aprile 213. Il 16 novembre 2013, con la fine del Popolo della Libertà e il rilancio di Forza Italia, la De Girolamo aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano voltando le spalle a Silvio Berlusconi. Ed è proprio un collega di partito, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi il primo a commentare le sue dimissioni: “Mi dispiace perdere un ottimo ministro, ma so che guadagneremo in ruoli di grande responsabilità una risorsa enorme e tanta energia e passione per l’affermazione del Nuovo Centrodestra”. Il governo Letta perde dunque il secondo membro dell’esecutivo, dopo Josefa Idem. E semplifica anche la strada per il rimpasto di governo, dove il Nuovo Centrodestra era sovradimensionato.
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