giovedì 30 gennaio 2014

Camera, è il giorno del caos totale In scena occupazioni, risse e proteste.

Dopo le polemiche per l'approvazione del decreto Imu-Bankitalia di ieri, Il Movimento 5 Selle continua con la sua opposizione in Parlamento. Occupate due commissioni e risse sfiorate tra i deputati.

Camera, è il giorno del caos totale 
In scena occupazioni, risse e proteste
















La grillina Paola Taverna dice che con Napolitano “Siamo ai tempi di Luigi XIV”. Marco Follini, ex parlamentare Pd, sintetizza su Twitter i pensieri e le dichiarazioni d’agenzia di molti suoi ex colleghi: “Dai Cinque stelle prove tecniche di fascismo”. Rievocazioni storiche a parte, all’indomani dei tumulti durante il voto sul decreto Imu-Bankitalia, la Camera pare trasformata nel set cinematografico di un finimondo. Ma non è finzione, è realtà. Realtà in successione rapidissima e iniziativa in mano ai Cinque stelle, determinati a continuare sulla linea dell’occupa-e-protesta a tutti i livelli.

Controffensiva causata dal progredire dell’Italicum, o generico rotolare verso le elezioni anticipate? In ogni caso, la mattinata è densa. Anzitutto, Grillo rende pubblico che è stata presentata la denuncia per impeachment contro il presidente della Repubblica: ma tra l’annuncio e la sua illustrazione in conferenza stampa alla Camera succede di tutto. Si sfiora la rissa in commissione Affari costituzionali, dove si vota il testo base sulla legge elettorale: i grillini arrivano in massa, e nonostante il tentativo di bloccarli, con grida e spintoni (“Sistooooo facci entrare. Sistoooooo”, urlano da fuori) riescono a irrompere proprio mentre si sta votando , gridano “venduti” e cercano di impedire l’uscita dei deputati dall’Aula della commissione. Risultato: i Cinque stelle dicono che il voto è irregolare, il presidente della commissione e relatore Francesco Paolo Sisto parla né più né meno di “minacce”, mentre viene accusato di irregolarità anche dal Nuovo centrodestra perché, pur di far votare i deputati entro la mattinata, ha negato la parola ai commissari, impedendo anche le dichiarazioni di voto.

Urla anche davanti alle telecamere: in sala stampa, il capogruppo Pd Roberto Speranza sta rilasciando dichiarazioni a Rainews, quando piomba il grillino Alessandro Di Battista, invenendo contro di lui e impedendogli di proseguire. Segue discussione, a urla, sui toni del “fascisti” e “sfascisti”.








Caos anche in commissione Giustizia, pure quella occupata dai grillini. La presidente Donatella Ferranti sposta la seduta sul decreto carceri in un’Aula più grande, “per fare entrare tutti”: “ma di fronte a un atteggiamento che travalicava i limiti impedendo lo svolgimento dell’attività legislativa”, come racconterà lei poi, taglia corto e fa votare direttamente il mandato al relatore, respingendo tutti gli emendamenti (che saranno poi esaminati in Aula).

Intanto, al primo piano di Montecitorio succede una cosa mai accaduta: le porte di accesso agli uffici della presidente della Camera sono sbarrate, chiuse dall’interno dell’anticamera. I commessi aprono solo dopo aver visto chi sta chiedendo di entrare. Forse una precauzione per evitare ulteriori occupazioni.

E la giornata è appena agli inizi: non si è ancora celebrato, per dire, l’ufficio di presidenza chiamato a stabilire le sanzioni dopo i tumulti di ieri sera in Aula.

Parte infine la conferenza stampa per illustrare la denuncia di impeachment contro Napolitano ( il testo è sul sito di Grillo ). Il capo dello Stato è accusato dai grillini di violare la Costituzione, fra l’altro, per: non aver rinviato alle Camere leggi incostituzionali, come il Lodo Alfano; aver abusato del potere di grazia (caso Sallusti, da ultimo); grave interferenza nei procedimenti giudiziari relativi alla trattativa Stato Mafia; aver fatto pressioni improprie sul Parlamento per cambiare l’articolo 138 della costituzione; aver avallato (con la sua firma) l’abuso di decretazione d’urgenza da parte del governo; aver interferito nella trattativa sulla legge elettorale, convocando ministri e capigruppo al Quirinale (ma non i Cinque stelle, è fra l’altro il punto).

In conferenza stampa parlano in molti, dalla Taverna a Giarrusso (“il capo dello Stato è un eversore”, dice fra l’altro). Parla persino Luigi Di Maio, nonostante sia vicepresidente della Camera (“Napolitano dovrà rispondere delle violazioni che hanno messo in un angolo una parte. Da arbitro si è trasformato in giocatore con la fascia di capitano”,dice). E la legge elettorale non ha ancora fatto il suo ingresso in Aula: pensare che doveva essere questo, l’evento della giornata.

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