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Dal 29 al 31 gennaio un presidio permanente per pretendere che la legge d'iniziativa popolare per l'acqua pubblica e la tutela dei beni comuni sia discussa in consiglio regionale.
Il giorno dell'insediamento di Nicola Zingaretti i movimenti per l'acqua bene comune presentarono 40,000 firme e il voto di quaranta comuni della regione a sostegno di una legge d'iniziativa popolare. Una proposta legislativa che serve a "blindare" da ogni attacco le tentazioni privatizzatrici, che continuano a ripresentarsi nonostante la vittoria referendario del giugno 2011.
Il centrosinistra al governo del Lazio aveva promesso un'inversione di rotta nella gestione dei beni comuni e dell'acqua, ma più di un anno dopo nessuna virata è avvenuta alla Pisana, e il rischio è che la proposta sostenuta da enti locali e cittadini venga a cadere per non essere stata discussa in tempo. Il prossimo 25 marzo infatti scadrà il tempo indicato dal meccanismo legislativo del referendum propositivo. Per questo la scelta di tre giorni di mobilitazione per chiedere l'immediata calendarizzazione del provvedimento e un impegno concreto del governo regionale.
L'approvazione del provvedimento sarebbe un segnale importante e in controtendenza, visto che le politiche d'austerità e i tagli lineari vorrebbero imporre agli enti locali di privatizzare i servizi, vedi il blitz tentato in parlamento con il così detto "decreto Lanzillotta" che puntava a imporre a Roma Capitale la messa sul mercato delle aziende municipalizzate.
Uno degli appuntamenti più importanti della tre giorni sarà giovedì 30 fuori la sede di Acea per l'immediata cessazione dei distacchi per morosità incolpevole, l'eliminazione della quota di profitto dalla bolletta così come previsto dai referendum del giugno 2011 e maggiore trasparenza sulle aziende appaltanti dei servizi affidati ad Acea.
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