Morto il cantautore statunitense, attivista politico della sinistra radicale ed ecologista
«Il
mio lavoro è quello di mostrare alle persone che al mondo c’è un
sacco di buona musica che se usata bene può contribuire a cambiare
il presente»
Pete
Seeger,
il cantautore statunitense, attivista politico della sinistra
radicale ed ecologista americana che ha trascorso la sua carriera a
diffondere e salvaguardare il patrimonio della musica popolare ed a
sostenere le lotte per i diritti sociali, civili e ambientali è
morto all’età di 94 anni.
Musicista
e cantautore suonava dalla chitarra a 12 corde al banjo a 5, cantava
sia pezzi moderni che canzoni per bambini, brani umoristici, ma anche
impegnati. Ha cantato per il movimento operaio negli anni 40 e 50,
per i diritti civili e durante i raduni contro la guerra in Vietnam
negli anni 60, ha lottato per l’ambiente e contro la guerra negli
anni 70 ha scalato le classifiche e consegnato alla storia brani,
spesso reinterpretati da altri, entrati nel patrimonio collettivo e
nella storia del movimento.
Una
vicenda umana, culturale e politica unica e straordinaria.
Alla fine degli anni
trenta risale il suo incontro con Woody
Guthrie,
cantautore folk e attivista, che lo segnerà definitivamente e con il
quale girerà tutta l'America profonda, negli anni quaranta, alla
ricerca dell’ anima popolare musicale e sociale del paese lasciando
gli studi di sociologia a Harvard.
Membro fondatore dei
gruppi folk The
Almanac Singers e The
Weavers che godette di un grande successo alla fine degli anni
cinquanta, Pete Seeger per le sue idee e per essere iscritto al
partito comunista cadde vittima del maccartismo
che colpì la cultura americana progressista e di sinistra durante
gli anni cinquanta.
Inizia la carriera
di solista nel 1958
componendo canzoni che sono diventate ben presto dei classici della
folk music: If
I Had a Hammer
eTurn!
Turn! Turn!con
testo adattato dal libro biblico
dell'Ecclesiaste
e brano successivamente portato al successo dal gruppo The
Byrds, The
Bells of Rhymney
dai versi di un poema del gallese Idris Davies, We
Shall Overcome
una canzone rielaborata da uno spiritual,
a sua volta divenuta un cavallo
di battaglia
di Joan Baez e
di altri interpreti impegnati nelle battaglie per i diritti
civili e in particolare Where
Have All the Flowers Gone?,
canzone contro la guerra, anch'essa reinterpretata da moltissimi
artisti.
Lo scoppio dellaa
guerra
del Vietnam vide Pete Seeger
schierato in un’ opposizione a tutto campo, che si concretizzò nel
suo celebre e violento attacco televisivo alla politica di guerra del
presidente Lyndon
B. Johnson, avvenuto durante il
popolare Smothers Brothers Comedy Hour, dove Seeger cantò
anche quella che è una delle prime canzoni contro la guerra
vietnamita, Waist
Deep in the Big Muddy ("Giù
fino al collo nel grande pantano").
La canzone fu
tagliata una prima volta dai censori televisivi e la trasmissione
interrotta, ma Seeger comparve di nuovo la settimana dopo al
programma e riuscì a cantarla per intero.
Anche se durante la sua carriera ha registrato più di 100 album,
Pete Seeger non è mai stato a suo agio con l’idea di celebrità,
che ha usato sempre per portare l’attenzione pubblica sulle cause
che riteneva essere importanti, compresa quella di preservare le
canzoni tradizionali.
Uno spirito
battagliero e indomito, ancora nel 2011 era a marciare per le strade
della sua NewYork a fianco degli attivisti di Occupy Wall Street;
durante un concerto al Madison Square Garden per celebrare il 90°
compleanno di Seeger, Bruce
Springsteen lo
presentò come «archivio vivente della musica e della coscienza
americana».
… we
are not afraid we shall overcome someday …
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