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La scorsa settimana sono stati registrati diversi sviluppi di grande importanza per la connettività eurasiatica che sono sfuggiti alla maggior parte degli osservatori. Una delegazione russa guidata dal vice primo ministro Denis Manturov ha concluso la sua visita a Delhi, durante la quale ha esplorato i percorsi per quintuplicare le esportazioni indiane, obiettivo dichiarato in precedenza da quest’ultima. A ciò ha fatto seguito un memorandum d’intesa sul transito e la cooperazione commerciale raggiunto a Mosca tra Russia e Iran.
Alla fine della settimana, le compagnie ferroviarie di Russia, Kazakistan e Turkmenistan hanno concordato un proprio memorandum “per formare tariffe competitive e un trasporto ‘senza soluzione di continuità’ di merci dai [loro Paesi] all’Iran, all’India, ai Paesi del Medio Oriente e della regione Asia-Pacifico”. A ciò ha fatto seguito l’annuncio da parte dell’amministratore delegato del Fondo iraniano per lo sviluppo dei trasporti della possibilità di investimenti russi e indiani nelle infrastrutture del Paese.
Infine, domenica il Ministro indiano dei porti, delle spedizioni e delle vie navigabili Sarbananda Sonowal ha inaugurato a Chennai una serie di progetti che, a suo dire, rafforzeranno il corridoio marittimo Vladivostok-Chennai (VCMC) con la Russia. Questo sviluppo va ad aggiungersi ai precedenti della scorsa settimana riguardanti i progressi compiuti sul Corridoio di Trasporto Nord-Sud (NSTC) tra la Russia, l’Iran, l’Asia Centrale e, almeno ufficialmente, anche l’Azerbaigian (a patto che le tensioni regionali non precludano il futuro ruolo di Baku).
Insieme, la NSTC e la VCMC rappresentano i due più significativi progetti di connettività eurasiatica non cinesi, che hanno lo scopo di promuovere l’integrazione Sud-Sud in modo da scongiurare preventivamente lo scenario di una dipendenza potenzialmente sproporzionata dalla Repubblica Popolare. Tutte le parti hanno forti legami commerciali con Pechino, ma nessuna di loro vuole che il suo ruolo crescente negli affari economici globali sostituisca quello in declino di Washington. Piuttosto, desiderano che esso sblocchi nuove opportunità per loro.
I progetti di connettività duale dell’India, che integreranno l’Heartland eurasiatico attraverso la NSTC e faranno lo stesso con il Rimland eurasiatico attraverso la VCMC (tenendo presente che il transito avverrà attraverso la potenza commerciale dell’ASEAN), offrono un’occasione unica per accelerare i processi di multipolarità finanziaria. Privilegiare l’uso delle valute nazionali negli scambi attraverso queste rotte, invece di quelle di terzi come il dollaro o lo yuan, può gettare le basi per una crescita esponenziale del commercio bilaterale nel tempo.
L’India è attualmente la quinta economia mondiale e si avvia a diventare la terza entro la fine del decennio, il che si sposa perfettamente con il ruolo previsto di guida informale del Sud globale nell’imminente triforcazione delle relazioni internazionali. Sul fronte finanziario, la prevista internazionalizzazione della rupia può essere facilitata incoraggiando i suoi partner NSTC-VCMC a utilizzare il nuovo modello di de-dollarizzazione che ha lanciato con il Bangladesh la scorsa settimana.
Come riassunto nella precedente analisi ipertestuale: “tutte le esportazioni del partner più piccolo in una data coppia saranno de-dollarizzate, mentre il partner più grande le compenserà con le proprie esportazioni. Questa politica pragmatica assicura che ci sia abbastanza moneta nazionale in circolazione per soddisfare le loro esigenze minime di commercio bilaterale, mantenendo anche una quantità confortevole di dollari in circolazione per facilitare il loro commercio con altri paesi che si sentono ancora più a loro agio nell’usare il biglietto verde”.
La suddetta accelerazione dei processi di multipolarità finanziaria sarebbe moltiplicata se questo modello venisse impiegato dai partner indiani della NSTC-VCMC nell’ASEAN, in Azerbaigian, nelle Repubbliche dell’Asia Centrale (RCA), in Iran e in Russia, per non parlare del caso in cui anche la Repubblica di Corea (ROK) e il Giappone salissero a bordo. Questi due paesi potrebbero rimanere riluttanti a commerciare con la Russia a causa delle pressioni del loro patrono statunitense, ma possono comunque de-dollarizzare il loro commercio con l’India sfruttando la visione VCMC di quest’ultima.
In prospettiva, ci sono molte ragioni per essere ottimisti sulla de-dollarizzazione del commercio in Asia, grazie al ruolo integrale che l’India è pronta a svolgere in questo senso attraverso la NSTC-VCMC. Naturalmente ci vorrà molto tempo prima che si compiano progressi tangibili, ma le basi per farlo sono sotto gli occhi di tutti grazie agli sviluppi della scorsa settimana. Gli osservatori farebbero quindi bene a seguire questa tendenza, che è tra le più importanti a livello finanziario che si stanno sviluppando oggi, per quanto gradualmente.
Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini
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