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“Il ministro della Difesa [ucraino] Oleksiy Reznikov ha detto che le aspettative per la controffensiva contro le forze russe sono ‘alquanto eccessive‘”.
“In una recente intervista con RBK-Ucraina, ha affermato che mentre la società ucraina e l’establishment politico sono ansiosi di ottenere un’altra vittoria, se le aspettative non vengono mitigate potrebbero suscitare delusioni“. Inizia così un articolo del Kyiv post.
Il clima si “è decisamente surriscaldato, tutti vogliono un’altra vittoria. Prima non credevamo nella vittoria. In precedenza, si voleva che l’Ucraina sopravvivesse in minima parte, in modo che una parte dell’Ucraina fosse preservata“, ha aggiunto Reznikov (cenno di grande interesse, ci torneremo).
Washington dà il contrordine, Kiev obbedisce
Le parole del ministro della Difesa ucraino sembrano rispondere all’esigenza di cui si discute in via riservata a Washington per attutire le aspettative ucraine e dei suoi partner rispetto all’esito controffensiva. Ne abbiamo dato conto in altra nota riportando le indiscrezioni rivelate da Politico.
Il punto è che in precedenza Kiev e l’Occidente dovevano enfatizzare la portata della controffensiva per nascondere le difficoltà in cui si dibattevano le forze ucraine, inchiodate sul Dnepr e in ritirata misurata, ma costante, a Bakhmut.
E per convincere i leader e l’opinione pubblica dei Paesi occidentali che i gravosi costi, diretti (armi) e indiretti (energia e cibo), della guerra sarebbero stati ricompensati dalla vittoria su tutti i fronti.
Ma evidentemente hanno tirato troppo la corda, alimentando speranza forse eccessive. Con il rischio che la più probabile vittoria limitata appaia come una secca sconfitta. Non solo di Kiev, ma anche di Washington che ha alimentato tali speranze. Da cui la corsa a tirare il freno a mano.
Peraltro, tale freno è auspicato sia da quanti, in Occidente, sperano in una vittoria limitata perché lo stallo successivo può aprire spazi al negoziato sia da quanti, invece, temono che la vittoriosa sconfitta (la vittoria limitata di cui sopra) chiuda in via definitiva il conflitto per procura contro la Russia, che potrebbero invece tentare di riaccendere sfruttando incidenti di percorso successivi.
Altra guerra, altri inganni
Resta che il ridimensionamento attuale delle aspettative stride non poco con i proclami altisonanti fatti finora delle autorità americane, secondo le quali per l’Ucraina la vittoria era destino manifesto.
Lo annota l’ex analista Cia George Beebe su Responsible Statecraft in un articolo nel quale annota come i documenti segreti trapelati dal Pentagono nei giorni scorsi rivelano come l’intelligence Usa da tempo sia consapevole che le aspettative sulla controffensiva ucraina fossero alquanto esagerate.
Così conclude l’articolo: “Il popolo americano non ha il diritto di vedere le informazioni sensibili dell’intelligence, la cui divulgazione può certamente mettere a repentaglio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ma possono e devono aspettarsi che le dichiarazioni pubbliche del loro governo non siano in conflitto con ciò che i funzionari statunitensi sanno in via riservata grazie all’analisi obiettiva dell’intelligence”.
“Proprio come è successo in Vietnam e in Iraq, la verità sulla guerra alla fine verrà fuori. Se questi precedenti dolorosi possono servire da guida, è improbabile che gli elettori accolgano con favore la notizia di essere stati ingannati ancora una volta in Ucraina”.
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