sabato 29 aprile 2023

Comunismo armocromico

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In un’ intervista a Vogue Lady Schlein, la segretaria del Pd per cui la risibile sinistra di questo circense paese era in tripudio prefigurando nuovi Sol dell’ Avvenire prima di quello morettiano, ha presentato la sua “esperta in armocromia“, cotal Enrica Chicchio.

Cosa faccia un’armocromista è faccenda facilmente deducibile con intuito; ma complessa se applicata ad un personaggio politico. Se poi suddetto personaggio sarebbe anche la segretaria di quello che si definisce il maggiore partito di quella che si vorrebbe essere “la sinistra” in Italia, beh siamo di fronte ad un vero e proprio enigma della sfinge.

E sicuramente verremmo divorati dal mostro tebano, perché incapaci di rispondere cosa cazzo c’entri l’armocromia con l’assenza di politiche sul lavoro, le riduzioni salariali, la disoccupazione, il taglio della sanità, la mortificazione della scuola, il disinvestimento in cultura e il conflitto capitale-natura.

Poi ci ricordiamo che madonna Elly è appunto la segretaria del Pd e allora cominciamo a trovare una soluzione al fitto mistero.

L’armocromista – come d’altronde ella stessa chiarisce al supposto quotidiano La Repubblica – altro non è che la “personal shopper” di Elly Schlein. Dichiara, cotanta insostituibile professionista: “Via l’eskimo, ora ha il trench. Elly come le dive di Hollywood. Le mie tariffe? Da 140 a 300 euro l’ora“.

Elly insomma è casual chic. D’altra parte, come c’insegna il Che Guevara del salento, l’altro mito del comunismo al salmone innaffiato con Veuve Clicquot, l’ineffabile Aboubakar Soumahoro, l’eleganza è un diritto. Sancito dal bill of human rights non so. Ma un diritto.

D’altronde, le frontiere del neo marxismo sono profonde. Siamo oramai al Comunismo armocromico!

Ciò detto. Un paio di mesi fa, quando madama Schlein fu eletta neo segretaria del Pd, scrissi questo post:

«Donna, femminista, ebrea aschenazita, ecologista, lesbica. Nata in Svizzera, con cittadinanza statunitense e di famiglia originaria di un villaggio nei pressi di Leopoli. Oggi, ça va sans dire, situato nella nuova terra promessa di Ucraina.

Diplomata e laureata con il massimo dei voti. Il padre, politologo e accademico statunitense. La madre, professoressa di diritto pubblico comparato. Il nonno, socialista, antifascista (cosa cazzo vorrà poi dire oramai?), transitato ovviamente in Forza Italia, è stato membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. E figuriamoci se mancava il magistrato!

Suo fratello è il matematico Benjamin Schlein. Mentre sua sorella, Susanna Schlein, è primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana.

Insomma, un pedigree regale che manco gli York e i Lancaster messi insieme. Parliamo di Elly Schlein. Candidata alla segreteria del Pd nelle primarie in corso. Elly che, ci scommetterei, quando caca, caca orchidee e rose juliet. Praticamente, una Frankenstein politico-culturale nata dai laboratori liberal più tecnologicamente avanzati. Un concentrato di cool postmodernista e di struggente appeal radical-chic.

La Schlein, in poche e semplici parole, è la personificazione della degenerazione elitaria e anti popolare, in cui ha esitato la sinistra italiana ed europea negli ultimi trent’anni. Un concentrato di borghesia e perbenismo, di artificioso anticonformismo e autentico convenzionalismo.

Il tutto, infarcito di luoghi comuni sulle minoranze, il cui alveo naturale è l’ideologia mediatica da salotto sinistrese. Megafono del potere economico globalista e del più feroce imperialismo. C’è chi la vota sentendosi figo e addirittura ‘compagno’. Roba da non credersi!

Con lei i ceti popolari continueranno a sputare sangue e merda. Altro che ristabilire la connessione sentimentale con la classe lavoratrice. Per sua signoria, i poveri sono solo un elemento folkloristico della meravigliosa democrazia occidentale. Con cui fare selfie acchiapponi durante i tour elettorali. Da dimenticare immediatamente, con un’abbondante vaporizzazione di Chanel n°5.

Spero sinceramente che vinca le primarie. Una così, la sinistra italiana se la merita tutta. Almeno, la facciamo finita con sta pucchiaccata dei diritti civili a prescindere da quelli sociali. E con questo finto pacifismo peace&love da villaggio vacanze. Pronto a sventolare svastiche e a invocare vendetta appena qualcuno gli tocchi il giocattolo. Vergognatevi!»

Ecco, dopo questo post fui da più parti insultato e tacciato addirittura di “nazismo” da qualcuno. Beh, mi aspetterei delle scuse di fronte a cotanto scempio umano e politico.

A cotanto disprezzo per i ceti popolari che Schlein pretenderebbe di rappresentare dalle pagine di Vogue. Scuse che so non arriveranno.

Dunque ribadisco. Vergognatevi. Ma soprattutto, jate a fa ‘e pezze in armocromia!

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