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Il senso di realtà si sta facendo strada tra la densa arroganza di Washington: aver strombazzato ormai da un mese e mezzo la mitica controffensiva ucraina e aver fatto intendere che essa potrebbe addirittura recidere la linea di rifornimento della Russia verso la Crimea adesso non sembra più una buona idea ed anzi potrebbe essere una catastrofe di immagine per l’occidente. In realtà fin dall’inizio era apparso piuttosto azzardato pensare che l’armata Brancaleone di Kiev, dotata di una panoplia incoerente di sistemi d’arma e sempre a corto di munizioni, potesse ottenere qualcosa di più di qualche limitato successo locale, ma il meccanismo mediatico occidentale ha fatto fin troppo bene il suo mestiere di suggeritore di menzogne all’opinione pubblica e ha creato una tale aspettativa attorno al questa imminente controffensiva che l’amministrazione di Washington è rimasta incastrata nella sua stessa narrazione. Un insuccesso peraltro assai probabile, anzi praticamente certo rispetto alle folli aspettative alimentate e la distruzione del terzo esercito ucraino potrebbe essere letale per Biden che – incredibile, ma vero – ormai ha deciso di volersi ripresentarsi per un secondo mandato.
Come hanno scritto il New York Times e Politico è abbastanza evidente che senza una vittoria decisiva che non si vede come si possa concretamente conseguire sarebbe difficile continuare a favoleggiare una vittoria ucraina finale e rifiutare il tavolo della pace che comunque per gli Usa e per il resto dell’occidente – colonia sarebbe anche il tavolo della sconfitta. Non c’è alcun dubbio che siano stati i documenti segreti del Pentagono, fatti trapelare proprio a questo scopo, a rivelare le reali condizioni dell’Ucraina e le scarse possibilità che l’ennesimo riarmo potesse ribaltare la situazione militare. Oltretutto il Pentagono ha anche un altro problema: quello di mostrare urbi et orbi la mediocre prestazione di armi occidentali celebrate, a cominciare da carri Abrams che scivolano nel fango o dei Leopard 2 alcuni esemplari dei quali sono già stati distrutti in combattimento, ma che hanno mostrato di essere “delicati ” anche negli spostamenti: due di essi si sono toccati nelle manovre di schieramento in Polonia e hanno subito gravi danni come si può vedere dalla foto di apertura del post che si riferisce proprio a qyesto incidente. Senza dire che il personale medico ucraino tenta di procurarsi dei blindati per trasporto truppe ex sovietici vista la scarsa capacità dei mezzi occidentali di adattarsi al terreno della battaglia. Parecchio del “valore” psicologico attribuito alla controffensiva stava proprio nella cessione a Kiev delle armi pesanti dell’occidente: una loro demitizzazione significherebbe anche una perdita di affari oltre che di prestigio. Alcune righe di Politico rendono bene lo sconcerto a Washington dopo l’uscita dei documenti segreti che hanno spezzato l’autoreferenzialità della narrazione: “A quattordici mesi dall’inizio del conflitto, gli ucraini hanno subito sconcertanti perdite – circa 100.000 morti – con molti dei loro migliori soldati messi da parte o esausti. Le truppe hanno anche consumato quantità storiche di munizioni e armi, che persino la prodigiosa (neretto mio) produzione dell’Occidente è incapace di soddisfare j”. Una sorta di autodafé che poi è stato tolto dalla versione finale del pezzo perché troppo rivelatore nonostante la cifra delle vittime ucraine sia meno della metà di quella reale.
Comunque sia Biden sembra voler fare marcia indietro sull’epica controffensiva anche perché un fallimento o anche un mediocre risultato sarebbe comunque addebitato alla Casa Bianca, vuoi per non aver fornito a Kiev tutto ciò che chiedeva, vuoi per aver appoggiato troppo un regime che non la può spuntare contro la Russia: a questo punto è probabile che la controffensiva non inizi nemmeno tanto che gli uomini di Washington hanno persino informato l’Ucraina sui pericoli di un’estensione eccessiva delle sue ambizioni e di una diffusione troppo estesa delle sue truppe. Paradossalmente è lo stesso avvertimento che Biden ha dato all’allora presidente afghano Ashraf Ghani quando i talebani si sono mossi per invadere il paese durante il ritiro militare degli Stati Uniti nel 2021. Non a caso sono cominciati ad uscire pezzi sulla corruzione personale di Zelensky e il fatto che comprasse carburante dalla Russia, come preparazione per una svolta che consenta di addebitare all’ec eroe il fallimento. Ma questa volta non sarà più possibile infinocchiare la Russia, come è successo con gli accordi di Minsk e probabilmente Mosca esigerà un disarmo ucraino prima di sedersi al tavolo. L’unico problema è presentare questa sconfitta totale come un vittoria totale. Ma sono certo che ci si riuscirà: dopotutto c’è ancora chi crede che i vaccini contro il Covid siano efficaci e sicuri,
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