mercoledì 26 aprile 2023

27 aprile 1937: morte di Antonio Gramsci

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 “Spetta a noi, oggi, come comunisti del nuovo millennio, dimostrare di essere in grado di saper far vivere e sviluppare, sulle ceneri delle sconfitte di un recente passato, l'eredità di una nobile e grande cultura politica, di cui Antonio Gramsci è stato fra le massime espressioni, il marxismo-leninismo. Innanzitutto lavorando, sulla base del suo esempio e dei suoi insegnamenti, alla costruzione di un nuovo e grande partito comunista italiano, espressione dei bisogni e degli obbiettivi storici della classe operaia e dei più vasti strati popolari, nella lotta quotidiana per la pace, l'uguaglianza, il progresso e la giustizia sociale” 

 

Il 27 aprile ricorre l’anniversario della morte, avvenuta nell’anno 1937, del compagno Antonio Gramsci.
Le nostre riflessioni, in tale ricorrenza, si prefiggono l’obbiettivo di permettere a tutti i compagni di partecipare ad un ampio dibattito che vada alle radici del suo pensiero e della sua opera di fondatore e Segretario Generale del Partito Comunista d’Italia.
Ripercorrendo la sua vita e la sua opera di dirigente comunista, si riscoprono, infatti, le radici e le ragioni profonde del nostro essere comunisti, la cui attualità si proietta fino ai giorni nostri.


Antonio Gramsci incontrò la classe operaia e le sue lotte, nella sua permanenza a Torino come studente universitario che si avvicinò ben presto alle idee ed alla militanza socialista, proprio negli anni del fermento operaio e popolare contro la guerra e per la giustizia sociale.
Come comunisti italiani, vorremmo rendere omaggio alla sua memoria presso una delle sue abitazioni dove una targa ricorda come da quel luogo, che fu anche sede dell'”Ordine Nuovo “, i comunisti torinesi, da lui guidati, diedero il loro originale contributo allo sviluppo delle lotte operaie e popolari, nel primo dopoguerra, avanzando le istanze di cambiamento sociale profondo, che da esse nascevano, sull’ esempio della vittoriosa Rivoluzione d’Ottobre in Russia.
Gramsci fu l’artefice della traduzione e dell’incarnazione, in Italia, dei valori e degli obbiettivi della rivoluzione operaia e contadina e dei soviet come organismi del potere popolare, su cui fondare il nuovo Stato socialista.
A tale opera dedicò tutta la sua vita, prima come teorico, propagandista ed organizzatore dell’iniziativa comunista volta a suscitare la lotta delle classi sfruttate ed oppresse dal capitale che aveva assunto, ormai, le sue caratteristiche imperialiste e poi, quando il fascismo lo costrinse alla inattività della azione diretta e quotidiana con la carcerazione, portando a compimento una analisi profonda ed articolata delle caratteristiche del capitalismo moderno che costituisce il più avanzato approdo dell’ elaborazione comunista nell’ Occidente, sapendo tradurre e sviluppare in modo dinamico e creativo i principi e gli obbiettivi politici del leninismo.
Gramsci fu questo: teorico, politico ed organizzatore del Partito Comunista, fino a diventarne il Segretario Generale. Grande intellettuale e, nello stesso tempo, umile servitore della causa del proletariato e di tutti i lavoratori. Di lui Lenin ebbe a dire che, in Italia, i principi ed i valori della Rivoluzione socialista erano rappresentati dai comunisti dell’“Ordine Nuovo”, ed a questa affermazione, Gramsci seppe costantemente fare onore, rimanendo fedele agli obbiettivi storici e politici dei comunisti.
Di fronte ai giudici del tribunale fascista che lo condannavano a venti anni di carcere, egli seppe prevedere il disastro in cui il fascismo avrebbe trascinato l’Italia ed il ruolo dei comunisti nel farla rinascere a nuova vita.
La data della morte di Antonio Gramsci, 27 aprile, si colloca, casualmente ma significativamente, dal punto di vista simbolico, fra quella del 25 aprile, anniversario dell’insurrezione nazionale e popolare antifascista, che vide realizzarsi la sua drammatica e felice previsione politica, e quella del 1° maggio, giornata internazionale di lotta dei lavoratori, che ci ricorda il ruolo dei comunisti nella lotta internazionale contro il capitalismo, l’imperialismo e per il socialismo.
Ad entrambe i compiti, simboleggiati da queste date, Antonio Gramsci seppe fare onore e rimanere fedele.
Spetta a noi, oggi, come comunisti del nuovo millennio, dimostrare di essere in grado di saper far vivere e sviluppare, sulle ceneri delle sconfitte di un recente passato, l’eredità di una nobile e grande cultura politica, di cui Antonio Gramsci è stato fra le massime espressioni, il marxismo-leninismo.
Innanzitutto lavorando, sulla base del suo esempio e dei suoi insegnamenti, alla costruzione di un nuovo e grande partito comunista italiano, espressione dei bisogni e degli obbiettivi storici della classe operaia e dei più vasti strati popolari, nella lotta quotidiana per la pace, l’uguaglianza, il progresso e la giustizia sociale, per la liberazione di tutta l’umanità dalla guerra e dallo sfruttamento dell’ uomo sull’ uomo, e, per questo, contro il capitalismo, l’imperialismo e per il socialismo.

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