sabato 29 aprile 2023

I guai di essere “Patriot”

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Non so perché abbia destato un certo clamore – immediatamente soffocato dai media  o sostituito con assurde  narrazioni tese a dare la colpa ai russi –  il fatto che un missile Patriot lanciato dagli ucraini per intercettare un missile da crociera russo Kalibr , abbia perso il bersaglio e abbia invece distrutto un palazzo nella città di Uman. Questi missili infatti sono assolutamente affidabili quando si tratta di sbagliare bersaglio come si è visto benissimo in Arabia Saudita dove hanno fatto cilecca moltissime volte permettendo a droni e razzi degli Houti, non certo l’ultimo grido della tecnologia,  di andare a segno su impianti militari e petroliferi di Riad. La cosa è interessante perché il Patriot e la tipica arma – ciofeca, naturalmente venduta in tutto il mondo, di cui si nascondono i difetti per evitare di far andare in acido affari per miliardi e per dare un falso senso di sicurezza agli acquirenti che sono spesso anche colonie degli Usa e dunque anche spinte se non obbligate a comprare americano  Non so se ricordate a che punto giunse la fede in questo “scudo” contro ogni attacco proveniente dall’esterno, cosa che contribuì fortemente a dissolvere le resistenze di parecchi Paesi ad entrare nella Nato, non escludendo che questo effetto si riverberi persino oggi.

Eppure sono trent’anni che il Patriot è stato sbugiardato. La fama di questo missile antiaereo  della cui efficacia dubitavano gli stessi americani, esplosero durante la prima guerra del Golfo quanto – si disse  – erano riusciti ad abbattere il 90 per cento dei quasi  300 Scud che l’Irak lanciò piuttosti a casaccio verso le truppe d’invasione o verso Israele. Finita la guerra tutti volevano i Patriot per disporre di  un ombrello sicuro  in caso di tempesta. Certo un Patriot era caduto  un capannone a Dharhan uccidendo 38 soldati americani, certo gli Scud di Saddam erano missili degli anni ’50, ma questi parevano dei particolari privi di significato. Solo che un anno dopo la fine della prima campagna irakena venne fuori una sgradevole verità: gli abbattimento degli Scud erano fasulli.   Theodor Postol, un professore del Massachussetts Istitute of Technology e già consigliere del Pentagono, si prese la briga rivedere al rallentatore i lanci, gli impatti, le traiettorie di questo missile per rivelare “un fallimento quasi completo delle sue capacità di intercettare un ordigno come lo Scud” che era stato costruito all’alba della tecnologia missilistica.  Questo razzo, specie se poi era rimasto decenni in magazzino, rientrando nelle zone più dense dell’atmosfera spesso perdeva pezzi  è contro questi rottami che sono esplose le testate dei Patriot “dando l’ illusione di aver fatto centro”

C’è poi l’esperienza assai più recente  dell’Arabia Saudita i cui confini erano “coperti” da 88 lanciatori di Patriot di cui 36 con l”aggiornamento PAC 2  e  52 l’ upgrade più recente, ovvero il PAC-3. In aggiunta e collegati con questo incredibile bastione di difesa aerea operavano  3 cacciatorpediniere equipaggiati con un sistema di difesa antimissile Aegis ( quello della Nato) e armati con cento missili SM-2. Eppure gli ordigni nemici passavano tranquillamente. Un esperto del ministero della Difesa russo disse che questo si spiegava con il fatto che ” i sistemi missilistici antiaerei Patriot e Aegis pubblicizzati dagli americani non corrispondono alle caratteristiche dichiarate: hanno una bassa efficienza nel combattere piccoli bersagli aerei e missili da crociera. Semplicemente non sono pronti a respingere l’uso massiccio da parte del nemico di armi da attacco aereo in una situazione di combattimento reale”. Questa dichiarazione fu rilasciata nel settembre del 2019 dopo il disastro dell’ Aramco i cui impianti vennero gravemente danneggiati da un bombardamento di 18 droni e 7 missili nessuno dei quali fu avvistato dal possente sistema americano. Il fatto è che praticamente pochissime armi Nato  sono state provate in situazioni di combattimento reali e praticamente nessuna in scontri ad alta intensità: la loro efficacia finora è riservata alle brochure dei produttori.  Ovviamente adesso si dirà che è stata l’imperizia degli ucraini a causare gli errori senza nemmeno sapere chi effettivamente gestisca le batterie, ma ci stiamo avvicinando alla guerra con uno spirito di  “invincibile armata”, senza avere alcuna idea di quello che potrà capitare.

 

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