https://www.byoblu.com
A cosa sono valsi un milione e 240 mila morti italiani per riconquistare i territori usurpati dallo straniero durante la prima guerra mondiale, se adesso, in apparente tempo di pace, il porto di Trieste passa sotto il controllo tedesco?
È infatti una società di Amburgo, la Hamburger Hafen und Logistik Ag, a rilevare il 50 per cento più uno dell’area portuale della città posta ai confini del territorio italiano. “È una notizia sacrilega, perché la vendita del porto di Trieste è contraria agli interessi della Patria e all’articolo 52 della Costituzione che stabilisce che la difesa della Patria è dovere sacro del cittadino”, afferma il giudice emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena ai microfoni di Byoblu24.
La svendita del porto di Trieste
Il porto di Trieste fu privatizzato con legge numero 84 del 1994, proposta dal governo guidato da Carlo Azeglio Ciampi, “un massone che ha svenduto il patrimonio pubblico italiano con un artificio terribile dal punto di vista giuridico ed etico: le privatizzazioni”, denuncia Maddalena.
Attraverso di esse “Lo Stato italiano viene destrutturato, perché concedere beni pubblici (come ad esempio un porto) a stranieri significa dare un colpo mortale all’indipendenza dell’Italia” – e prosegue – “Il popolo italiano viene defraudato dei suoi beni che gli appartengono a titolo di proprietà pubblica, cioè a titolo di sovranità” nel momento in cui questi ultimi vengono dati a gruppi privati o a Stati stranieri, come nel caso della Cina. “I nostri politici svendono la Patria, ma da chi siamo governati?”, si chiede Paolo Maddalena nel suo accorato intervento.
Le mira cinesi sul porto di Taranto
A Taranto sta infatti per chiudersi l’operazione per l’affidamento di una delle più grandi aree del porto al Gruppo Ferretti, oggi controllato per l’85 per cento dai cinesi del Weichai Group. Uno degli sponsor dell’intera operazione è il senatore Mario Turco del Movimento cinque stelle.
Lo scorso anno è stata affidata, per i prossimi 49 anni, la gestione del terminal contenitori a una società turca, la Yilport Holding, che, secondo un’informativa dell’AISE, il nostro servizio di intelligence estera, è socia della Cosco, una compagnia di Stato cinese.
Il porto di Taranto, che dista pochi chilometri dalla base NATO,
è infatti per la Repubblica cinese un asset fondamentale per il
progetto della via della seta. Altri porti italiani su cui i cinesi
hanno le loro mira sono: Genova, Ravenna, Venezia, Palermo e Gioia
Tauro.
“Il progetto della Via della Seta è un accordo pessimo per l’Italia” – mette in guardia il professore Maddalena – “la Cina agisce con enti pubblici: è la Repubblica popolare cinese che compra e che si sta espandendo in Europa, venendo in contrasto con gli Stati Uniti d’America che hanno numerose basi Nato sul nostro territorio. È una situazione rischiosissima anche per la nostra sicurezza nazionale”.
Le soluzioni: stampare moneta e applicare la Costituzione
Secondo
il giudice bisogna far valere il nostro interesse nazionale. Le
soluzioni ci sono e sono sancite nella nostra Carta costituzionale: lo sciopero generale da parte dei lavoratori e l’applicazione dell’articolo 43.
Quest’ultimo
stabilisce che la legge può riservare o trasferire allo Stato, ad enti
pubblici o a comunità di lavoratori i servizi pubblici essenziali, le
fonti di energie e le situazioni di monopolio, “in una parola tutte le
industrie strategiche e tutte le fonti di produzione nazionale”.
Per ricostruire il patrimonio pubblico e riprendere la ricchezza del popolo italiano svenduta alle multinazionali o a potenze straniere, occorre, secondo Maddalena, “stampare una moneta italiana, operazione non è affatto vietata dai trattati europei”. Con la moneta interna sarebbe possibile riportare nelle mani del popolo tutti i beni pubblici persi.
Insieme a questo servirebbe una informazione libera e indipendente, Maddalena ne è ben consapevole e formula un augurio a Byoblu: “Spero che presto riusciate a diventare una rete nazionale e ad arrivare in tutta Italia”, afferma il professore in un’intervista che è a tutti gli effetti il manifesto di un patriota italiano.
Nessun commento:
Posta un commento